
Rinascita - Racconta il c.t.: «Quando è cominciato questo ciclo ho detto ai senatori: "Avete voglia di stupire? Di mettervi in discussione sul gioco? Se avete entusiasmo, sarebbe bello trasmetterlo a tutti". E così è avvenuto. Ora stiamo facendo qualcosa d'importante e la partita con la Serbia lo ha dimostrato. Anche se non contava, perdere sarebbe stato brutto e le critiche non piacciono a nessuno. Per questo ho detto che era meglio aver rabbia in corpo qualche giorno prima che qualche giorno dopo. I complimenti? Spero che Stankovic abbia ragione, così come sono invece convinto che Buffon abbia giocato in Nazionali bellissime, ma questa squadra sta dimostrando personalità anche su campi difficili come il Marakana. I ragazzi non hanno paura perché tutti sanno ciò che devono fare. Giusto che loro adesso pensino in grande, tanto ci sono io a fare da pompiere. A me le critiche piacciono perché servono. Ora ci aspetta l'Irlanda del Nord, e pur dando spazio a chi ha giocato meno, non vorrei stravolgere la formazione ma dare continuità». E allora, segnalato che oltre a Marchisio anche la schiena di Balzaretti fa progressi ieri ha corricchiato e fatto movimenti laterali, è possibile che martedì a Pescara l'Italia possa giocare così: Buffon; Cassani, Barzagli, Chiellini, Balzaretti; De Rossi, Pirlo, Nocerino; Aquilani; Cassano, Giovinco. Con Astori e Osvaldo pronto al subentro.
Trequartista - Anche se il campionato gliene desse seri motivi, Prandelli è scettico sul ritorno alle ali. «Non sono convinto, significherebbe rinunciare a quel centrocampo di qualità in cui tutti si suddividono responsabilità e ruoli. Per essere una Nazionale siamo visti come una squadra anomala». Figlia di un campionato record, tra l'altro, per gli stranieri utilizzati oltre il 50% del totale.
Brutti pensieri - In un calcio così, Prandelli a volte si sente vicino alle recenti malinconie di Guardiola. «Fa riflettere che le abbia uno così giovane. Pensieri del genere vengono a tutti, ma poi passano e si va avanti. Il calcio per me è la cosa più bella del mondo e la pensano così anche i calciatori. Quando uno si concentra solo sull'aspetto economico non può avere una grande carriera davanti». I titoli di coda li riserva a club e politica. «Non chiedo alle società di italianizzarsi, solo la possibilità di fare qualche stage». E a chi gli chiede se avesse trovato normale che i politici, in questa congiuntura, si occupassero della convocazione di Osvaldo, ha risposto sorridendo: «Visto come stanno andando le cose, l'ho trovato normale...». Prandelli non ha tempo per le polemiche, ma solo per stupire. Magari già all'Europeo. «Ci sono club che, per blasone e per momento, sono al top, ma la storia insegna che in manifestazioni del genere ci possono essere sempre sorprese. E noi dobbiamo farci trovare preparati». E dal tono sembra quasi una promessa.
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