
Da Madrid a Londra passando per Torino e Roma, ha spesso dovuto convivere con l’ombra di un ipotetico successore che sempre più minacciosa si stagliava su di lui. Ecco perché le parole di Guardiola, orientato a lasciare Barcellona al termine della stagione e dunque sul mercato, abbinate con l’ormai risaputo gradimento di Moratti verso Pep, non lo hanno preoccupato più di tanto.
Ranieri sa di avere la fiducia del presidente, ha addosso l’entusiasmo di una nuova avventura in una grande squadra ed è padrone del suo destino nel senso che sa bene di poter allontanare qualsiasi voce e qualsiasi (ipotetica) tentazione presidenziale riportando in alto l’Inter e facendole vivere l’ottava stagione vincente consecutiva.
IL PASSATO - E’ questo l’obiettivo dello “scacciafantasmi” romano, il tecnico che ha ritrovato una big dopo qualche mese di forzato riposo e che ora non vuole vedersela sfuggire. Non è certo la prima volta che Ranieri si trova rincorso dalle voci di possibili sostituti. Sotto questo aspetto è vaccinato, immune a qualsiasi spiffero. Si è “ allenato” in palestre importanti, come quella del Chelsea, della Juventus e della Roma, club dove erano sufficienti due passi falsi per scatenare la caccia al successore. A Londra ha costruito una squadra vincente pezzo dopo pezzo, valorizzando Lampard che nel West Ham faceva il terzino e che lui ha portato ad essere uno dei più forti centrocampisti del mondo.
Ha sofferto per tre stagioni la ristrettezze economiche della vecchia gestione e quando è arrivato Abramovich, con milioni di sterline da investire, ha iniziato a fare i conti con le voci su Eriksson e poi con quelle su Mourinho che lo ha effettivamente sostituito nel giugno 2004 nonostante un secondo posto in campionato e una semifinale di Champions raggiunta.
DOPPIO LIPPI - Alla Juventus l’ “ incubo” è stato Lippi, il cui nome è spuntato fuori già nell’ottobre 2008, alla prima flessione dei bianconeri. Il tormentone è andato avanti fino all’esonero di metà maggio 2009 con la squadra comunque a un passo dalla qualificazione alla Champions League e affidata per le ultime due giornate a Ferrara, sponsorizzato proprio dall’ex ct azzurro. A Roma, invece, i fantasmi sono stati ancora Lippi e Leonardo, la scorsa stagione per settimane accostati alla panchina giallorossa prima delle dimissioni nelle ore successive al ko a Marassi con il Genoa a febbraio. Ranieri sa di avere un solo modo per fare smettere di circolare le voci su Guardiola: vincere. Il suo inizio di avventura all’Inter è stato positivo e la rocambolesca sconfitta contro il Napoli ha, se possibile, aumentato la considerazione di Moratti e del popolo interista nei suoi confronti. Perché?
Perché nei primi 40' la formazione nerazzurra ha giocato molto bene e perché Ranieri ha avuto la forza per difenderla, fino a farsi espellere, di fronte agli errori di Rocchi. Parlare di dna alla... Mourinho in lui è fuori luogo ma lo spirito con cui ha protestato è piaciuto.
SOLUZIONI - Adesso però servono risultati: il tecnico di Testaccio entro Natale deve riportare l’Inter a lottare per lo scudetto e garantirle l’accesso agli ottavi di Champions League. E questo che gli viene chiesto, pur sapendo che neppure lui ha la bacchetta magica. Gli verrà dato il massimo appoggio e non è affatto escluso che a gennaio la squadra sarà ulteriormente rinforzata. Con l’arrivo di Kucka e di qualche altro giocatore. Perché Moratti è dalla parte di Ranieri e crede che sia l’uomo giusto per riportare l’Inter a lottare per lo scudetto, anzi a vincere. Sta all’ex allenatore della Roma non smentire il presidente e, con i risultati, allontanare il fantasma di Guardiola.
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