GASPORT (D. STOPPINI) - Sliding doors. Per come si era messa - un tempo intero in superiorità numerica - il pareggio avrebbe avuto il sapore di un'altra beffa. E invece, ecco la prima volta di Edy Reja, anni 66, successi zero contro la Roma fino a 22 secondi dalla fine della partita di ieri sera.
Sarà pure «anziano», come dice Lotito. «I giovani corrono, ma gli anziani conoscono la strada»,ha risposto a distanza il tecnico laziale. Ma quella corsa sotto la Nord che gli è costata l'espulsione era degna di un quattrocentista di spessore. «Tagliavento mi ha detto che non potevo abbandonare l'area tecnica - ha raccontato Reja -. E io gli ho risposto che era un po' che aspettavo questa vittoria, non potevo rimanere in panchina, dovevo esultare anch'io».
L'espulsione più dolce Fatto. Rosso il cartellino, rosso di gioia anche il tecnico. «Ormai pensavo che la Lazio non sarebbe riuscita a vincere - dice -, sembrava che la palla non volesse entrare. É stata una grande soddisfazione, per me e per i tifosi. Ora spero di essermi riappacificato con la tifoseria». La stessa che un mese fa l'aveva spinto alle dimissioni, da ieri sera forse sarà un po' più tenera. «Ma non basta questo - ancora Reja -. Abbiamo dimostrato grande carattere, ecco l'aspetto che mi è piaciuto di più. Abbiamo battuto una grande squadra».
La gioia E ora all'improvviso la Lazio si risveglia terza in classifica. «Spero di riuscire a fare meglio dell'anno scorso, ma non sarà facile - ancora Reja -. Qui ci sono giocatori importanti, io devo metterli in condizioni di giocare al meglio. É ovvio che in campo avrei voluto vedere più ritmo, più intensità. Ma non posso chiedere velocità di esecuzione ai miei giocatori, per caratteristiche cerchiamo più la manovra». E uno di questi è Cisse, che Reja bacchetta. «In campo a volte sonnecchia. Ogni tanto non penso di sostituirlo, poi però quando fa la giocata penso "meno male che non l'ho sostituito". Stasera non ha lottato molto, non ha aiutato in fase difensiva, non è stato eccezionale». Ma nel secondo tempo per poco non buttava giù la porta. E ora chi se le ricorda più le dimissioni, le provocazioni di Totti: «Aveva azzeccato la previsione», se la ride Reja. Reja è uomo felice. E magari pagherà un caffè a Mito Klose, che per regalargli il derby ha saltato pure due partite con la Germania e poi è corso ad abbracciarlo. Potenza del derby.
Sarà pure «anziano», come dice Lotito. «I giovani corrono, ma gli anziani conoscono la strada»,ha risposto a distanza il tecnico laziale. Ma quella corsa sotto la Nord che gli è costata l'espulsione era degna di un quattrocentista di spessore. «Tagliavento mi ha detto che non potevo abbandonare l'area tecnica - ha raccontato Reja -. E io gli ho risposto che era un po' che aspettavo questa vittoria, non potevo rimanere in panchina, dovevo esultare anch'io».
L'espulsione più dolce Fatto. Rosso il cartellino, rosso di gioia anche il tecnico. «Ormai pensavo che la Lazio non sarebbe riuscita a vincere - dice -, sembrava che la palla non volesse entrare. É stata una grande soddisfazione, per me e per i tifosi. Ora spero di essermi riappacificato con la tifoseria». La stessa che un mese fa l'aveva spinto alle dimissioni, da ieri sera forse sarà un po' più tenera. «Ma non basta questo - ancora Reja -. Abbiamo dimostrato grande carattere, ecco l'aspetto che mi è piaciuto di più. Abbiamo battuto una grande squadra».
La gioia E ora all'improvviso la Lazio si risveglia terza in classifica. «Spero di riuscire a fare meglio dell'anno scorso, ma non sarà facile - ancora Reja -. Qui ci sono giocatori importanti, io devo metterli in condizioni di giocare al meglio. É ovvio che in campo avrei voluto vedere più ritmo, più intensità. Ma non posso chiedere velocità di esecuzione ai miei giocatori, per caratteristiche cerchiamo più la manovra». E uno di questi è Cisse, che Reja bacchetta. «In campo a volte sonnecchia. Ogni tanto non penso di sostituirlo, poi però quando fa la giocata penso "meno male che non l'ho sostituito". Stasera non ha lottato molto, non ha aiutato in fase difensiva, non è stato eccezionale». Ma nel secondo tempo per poco non buttava giù la porta. E ora chi se le ricorda più le dimissioni, le provocazioni di Totti: «Aveva azzeccato la previsione», se la ride Reja. Reja è uomo felice. E magari pagherà un caffè a Mito Klose, che per regalargli il derby ha saltato pure due partite con la Germania e poi è corso ad abbracciarlo. Potenza del derby.
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