GASPORT (L. TAIDELLI) - A Catania con una formazione dettata da prudenza e calcoli. E di fatto obbligata, visti gli infortuni pregressi (Ranocchia, Poli, Forlan e Coutinho) e le assenze decise ieri. Appena prima che Claudio Ranieri si presentasse in conferenza, all'ora di pranzo, Chivu, Sneijder e Julio Cesar abbandonavano la Pinetina.
Tre cardini del triplete, che oggi al Massimino, rischiando qualcosa, avrebbero potuto giocare. Lasciati invece a casa perché la sfida alla squadra di Montella è fondamentale, ma il Lilla martedì in Champions lo è altrettanto.
E soprattutto ora la priorità è quella di non ritrovarsi ad inventare, da qui in avanti, una formazione ogni tre giorni. Lo sa beneMassimo Moratti, che ieri è salito ad Appiano e che aveva toccato anche questo argomento nel brunch di settembre in cui aveva dato il benvenuto a Ranieri. In quel «si è parlato di tutto ciò che serve a fare bene» c'era anche la scottatura per l'ecatombe di infortuni (in gran parte muscolari) che avevano segnato le gestioni Benitez, Leonardo (all'inizio) e Gasperini.
Filosofia Il tutto si sposa perfettamente con la filosofia del tecnico romano, da sempre rispettoso del lavoro dello staff medico e molto prudente con i giocatori appena recuperati. Come ha confermato ieri lui stesso:
«Da sempre preferisco una gara in meno a una lunga ricaduta. Sneijder sta bene, ha fatto quasi tutto con i compagni, ma ha nelle gambe appena due allenamenti dopo venti giorni di stop. Lo riavremo martedì in Champions. Come Julio Cesar, che avvertiva ancora insicurezza in certi gesti. Non voglio rischiarlo. Chivu infine per proteggere la caviglia dolorante (la sinistra, ndr.) ha sovraccaricato l'altra. Anche lui torna martedì». E dietro quest'ultima decisione non ci sono certo le recenti lamentele del romeno sul suo ruolo. «Cristian dice certe cose ogni anno - scherza Ranieri -, è il suo karma. Poi di fatto è un portafortuna, sempre disponibile. E se l'Inter ha vinto tanto lo deve anche alla sua duttilità».
Forlan preoccupa In fondo c'è prudenza anche dietro al ritorno di Thiago Motta, di nuovo in lista, «ma che non ha i 90' nelle gambe. Mi preoccupa invece - prosegue Ranieri - l'infortunio di Forlan. E' una cosa seria, che richiederà tempo». Accompagnato a quello di Coutinho («Per lui dovrebbero bastare venti giorni, forse anche meno»), il k.o. dell'uruguaiano ha fatto tornare l'allarme alla Pinetina. Quella dei guai muscolari del resto è una catena iniziata ben prima dell'avvento di Ranieri. Che non a caso spiega: «Tutti questi infortuni non mi preoccupano, anche perché spesso sono frutto di situazioni precedenti». Ciò che è cambiato è la comunicazione del club a proposito degli infortuni: molto difficilmente, in passato, sarebbe stata annunciata sul sito l'effettiva entità (stiramento di terzo grado, dunque uno strappo) di un infortunio come quello di Forlan. Ecco che quando Ranieri dice «ora serve praticità» non si riferisce soltanto alle questioni tecniche.
Tre cardini del triplete, che oggi al Massimino, rischiando qualcosa, avrebbero potuto giocare. Lasciati invece a casa perché la sfida alla squadra di Montella è fondamentale, ma il Lilla martedì in Champions lo è altrettanto.
E soprattutto ora la priorità è quella di non ritrovarsi ad inventare, da qui in avanti, una formazione ogni tre giorni. Lo sa beneMassimo Moratti, che ieri è salito ad Appiano e che aveva toccato anche questo argomento nel brunch di settembre in cui aveva dato il benvenuto a Ranieri. In quel «si è parlato di tutto ciò che serve a fare bene» c'era anche la scottatura per l'ecatombe di infortuni (in gran parte muscolari) che avevano segnato le gestioni Benitez, Leonardo (all'inizio) e Gasperini.
Filosofia Il tutto si sposa perfettamente con la filosofia del tecnico romano, da sempre rispettoso del lavoro dello staff medico e molto prudente con i giocatori appena recuperati. Come ha confermato ieri lui stesso:
«Da sempre preferisco una gara in meno a una lunga ricaduta. Sneijder sta bene, ha fatto quasi tutto con i compagni, ma ha nelle gambe appena due allenamenti dopo venti giorni di stop. Lo riavremo martedì in Champions. Come Julio Cesar, che avvertiva ancora insicurezza in certi gesti. Non voglio rischiarlo. Chivu infine per proteggere la caviglia dolorante (la sinistra, ndr.) ha sovraccaricato l'altra. Anche lui torna martedì». E dietro quest'ultima decisione non ci sono certo le recenti lamentele del romeno sul suo ruolo. «Cristian dice certe cose ogni anno - scherza Ranieri -, è il suo karma. Poi di fatto è un portafortuna, sempre disponibile. E se l'Inter ha vinto tanto lo deve anche alla sua duttilità».
Forlan preoccupa In fondo c'è prudenza anche dietro al ritorno di Thiago Motta, di nuovo in lista, «ma che non ha i 90' nelle gambe. Mi preoccupa invece - prosegue Ranieri - l'infortunio di Forlan. E' una cosa seria, che richiederà tempo». Accompagnato a quello di Coutinho («Per lui dovrebbero bastare venti giorni, forse anche meno»), il k.o. dell'uruguaiano ha fatto tornare l'allarme alla Pinetina. Quella dei guai muscolari del resto è una catena iniziata ben prima dell'avvento di Ranieri. Che non a caso spiega: «Tutti questi infortuni non mi preoccupano, anche perché spesso sono frutto di situazioni precedenti». Ciò che è cambiato è la comunicazione del club a proposito degli infortuni: molto difficilmente, in passato, sarebbe stata annunciata sul sito l'effettiva entità (stiramento di terzo grado, dunque uno strappo) di un infortunio come quello di Forlan. Ecco che quando Ranieri dice «ora serve praticità» non si riferisce soltanto alle questioni tecniche.
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