GASPORT (F. DELLA VALLE) - Quando un capo si fida dei suoi uomini non ha bisogno di tante spiegazioni: bastano poche parole del diretto interessato per sentirsi rassicurato. Così per Adriano Galliani il caso Ibrahimovic si è chiuso molto prima di quanto si possa immaginare.
Con una telefonata nel ritiro della Svezia. «L'ho chiamato la sera, dopo aver letto l'intervista, e lui mi ha detto: "Tranquillo capo, va tutto bene". Per me la vicenda è finita lì». L'amministratore delegato rossonero ha raccontato l'episodio poco dopo aver firmato il rinnovo della partnership con la casa vinicola Caldirola e poco prima di suggellare l'intesa con un brindisi e una torta a forma di campo di calcio. Galliani non crede alla storiella del mal di calcio e del malessere esistenziale. Crede solo a Zlatan Ibrahimovic e a quello che gli riferisce chi lo vede allenarsi tutti i giorni. «L'ho sentito ogni sera, è sereno e Allegri mi dice che si sta allenando benissimo, come al solito».
Obiettivo Casemiro Giovedì l'a.d. rossonero ha incontrato Mino Raiola (che ieri era a Milanello), ma non per discutere del suo assistito: «Ho incontrato Raiola da solo e non con Allegri, che era passato lì per caso e non per partecipare a un summit, ma abbiamo parlato di Rodrigo Ely». Raiola, intervenuto a Radio Radio, ha aggiunto: «Ibra è così tranquillo e sereno che quando il Milan gli ha chiesto di tornare, nonostante volesse stare vicino alla Svezia alla vigilia della gara con l'Olanda (decisiva per Euro 2012, ndr), è tornato ed è stato contento di farlo. Cinque anni fa non l'avrebbe mai fatto». Galliani e Raiola non hanno parlato di Zlatan e nemmeno di operazioni di mercato. Almeno così assicura l'a.d.: «Non abbiamo fatto i nomi né di Tevez né di Balotelli, anche se quest'ultimo è un amico ideologico. Eto'o al Milan in prestito se non lo prende l'Inter? Non scherziamo. In attacco siamo a posto, al massimo per gennaio potrebbe servire un centrocampista».
Non a caso in questi giorni Braida è in Sud America e sta trattando Casemiro del San Paolo.
Verso la normalità D'altronde questo Milan era stato costruito per vincere lo scudetto e adesso non può essere da buttare via: «Due mesi fa abbiamo conquistato la Supercoppa e partivamo favoriti per lo scudetto. Lotteremo ancora per il titolo, il nostro inizio di stagione è stato condizionato da due problemi: gli infortuni e la Supercoppa, che ha spaccato la nostra preparazione. Ora ci stiamo normalizzando. Col Palermo recuperiamo Abate e Robinho e Mexes è quasi pronto».
Zlatan vede rosanero Già, il Palermo, avversario non proprio abbordabile ma che evoca anche ricordi benauguranti: l'anno scorso a San Siro (10 novembre) il Milan vinse 3-1, guadagnò la testa della classifica e non la lasciò più. Ibra quel giorno segnò (su rigore) e fece gol ai rosanero anche nella semifinale di ritorno di Coppa Italia (2-2). Il Palermo è una delle sue vittime preferite, gli ha già segnato 8 volte (4 con la Juve, 2 con l'Inter e 2 col Milan), è l'avversario giusto per risvegliare il suo istinto sotto porta. Con lui ci sarà Cassano, rigenerato dalla doppietta con la Nazionale. Insieme possono trasformare in certezze le sensazioni positive di Galliani: «Non voglio fare il santone orientale, ma sono tranquillo», ha ribadito. Neanche l'idea che Boateng a gennaio possa essere convocato in Coppa d'Africa riesce a incupirlo: «Sappiamo di correre questo rischio, vedremo che cosa succederà». Ieri Galliani ha cenato a Milanello con la squadra, come fa spesso. Magari Ibra gli avrà ripetuto la formula magica della serenità: «Tranquillo capo, è tutto ok».
Con una telefonata nel ritiro della Svezia. «L'ho chiamato la sera, dopo aver letto l'intervista, e lui mi ha detto: "Tranquillo capo, va tutto bene". Per me la vicenda è finita lì». L'amministratore delegato rossonero ha raccontato l'episodio poco dopo aver firmato il rinnovo della partnership con la casa vinicola Caldirola e poco prima di suggellare l'intesa con un brindisi e una torta a forma di campo di calcio. Galliani non crede alla storiella del mal di calcio e del malessere esistenziale. Crede solo a Zlatan Ibrahimovic e a quello che gli riferisce chi lo vede allenarsi tutti i giorni. «L'ho sentito ogni sera, è sereno e Allegri mi dice che si sta allenando benissimo, come al solito».
Obiettivo Casemiro Giovedì l'a.d. rossonero ha incontrato Mino Raiola (che ieri era a Milanello), ma non per discutere del suo assistito: «Ho incontrato Raiola da solo e non con Allegri, che era passato lì per caso e non per partecipare a un summit, ma abbiamo parlato di Rodrigo Ely». Raiola, intervenuto a Radio Radio, ha aggiunto: «Ibra è così tranquillo e sereno che quando il Milan gli ha chiesto di tornare, nonostante volesse stare vicino alla Svezia alla vigilia della gara con l'Olanda (decisiva per Euro 2012, ndr), è tornato ed è stato contento di farlo. Cinque anni fa non l'avrebbe mai fatto». Galliani e Raiola non hanno parlato di Zlatan e nemmeno di operazioni di mercato. Almeno così assicura l'a.d.: «Non abbiamo fatto i nomi né di Tevez né di Balotelli, anche se quest'ultimo è un amico ideologico. Eto'o al Milan in prestito se non lo prende l'Inter? Non scherziamo. In attacco siamo a posto, al massimo per gennaio potrebbe servire un centrocampista».
Non a caso in questi giorni Braida è in Sud America e sta trattando Casemiro del San Paolo.
Verso la normalità D'altronde questo Milan era stato costruito per vincere lo scudetto e adesso non può essere da buttare via: «Due mesi fa abbiamo conquistato la Supercoppa e partivamo favoriti per lo scudetto. Lotteremo ancora per il titolo, il nostro inizio di stagione è stato condizionato da due problemi: gli infortuni e la Supercoppa, che ha spaccato la nostra preparazione. Ora ci stiamo normalizzando. Col Palermo recuperiamo Abate e Robinho e Mexes è quasi pronto».
Zlatan vede rosanero Già, il Palermo, avversario non proprio abbordabile ma che evoca anche ricordi benauguranti: l'anno scorso a San Siro (10 novembre) il Milan vinse 3-1, guadagnò la testa della classifica e non la lasciò più. Ibra quel giorno segnò (su rigore) e fece gol ai rosanero anche nella semifinale di ritorno di Coppa Italia (2-2). Il Palermo è una delle sue vittime preferite, gli ha già segnato 8 volte (4 con la Juve, 2 con l'Inter e 2 col Milan), è l'avversario giusto per risvegliare il suo istinto sotto porta. Con lui ci sarà Cassano, rigenerato dalla doppietta con la Nazionale. Insieme possono trasformare in certezze le sensazioni positive di Galliani: «Non voglio fare il santone orientale, ma sono tranquillo», ha ribadito. Neanche l'idea che Boateng a gennaio possa essere convocato in Coppa d'Africa riesce a incupirlo: «Sappiamo di correre questo rischio, vedremo che cosa succederà». Ieri Galliani ha cenato a Milanello con la squadra, come fa spesso. Magari Ibra gli avrà ripetuto la formula magica della serenità: «Tranquillo capo, è tutto ok».
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