CORSPORT (A. BARILLA') - « Conte è un’idea giovane, come fu Guardiola per il Barça: a volte bisogna avere il coraggio delle novità ». Il paragone è popolare, suggerito dal percorso di due campioni tornati a casa da tecnici-ragazzini, ma in bocca a Fabio Capello acquista un significato particolare:
troppo esperto, il Ct inglese, per lasciarsi abbagliare dalle mode - non è questione d’anagrafe, ma di qualità e padronanza dell’ambiente - senza dimenticare che è stato un precursore, “inventato” allenatore da Silvio Berlusconi che lo strappò a una scrivania della Polisportiva Mediolanum. Dicevano fosse acerbo, inadeguato a sostituire Arrigo Sacchi: ha vinto ovunque campionati e coppe.
SEGRETI -Nella speranza che i risultati completino le analogie, Conte si gode una partenza che premia l’intuizione societaria: ha plasmato una squadra guerriera, ha saputo restituirle un’anima, ha trasmesso la “ juventinità” acquisita in tredici stagioni a centrocampo. E questo, insieme con la ricerca tattica e l’applicazione nel lavoro, è il segreto di una svolta che nessuno ammette per prudenza, ma appare evidente nell’atteggiamento e nel gioco. Materie che non si studiano al Supercorso, ma si tramandano negli spogliatoi: le impari dai fuoriclasse che ti circondano, le impasti con le tradizioni che respiri, le affini collezionando trofei e scalciando gli armadietti se non vinci. Sai come muoverti, conosci l’orgoglio e la responsabilità della maglia, reciti la storia del club e condividi i sogni dei tifosi.
RIFONDAZIONE -Guardiola, quando fu scelto da Joan Laporta, aveva alle spalle un’esperienza con il Barcellona B, guidata al successo in Tercera Division, però aveva vestito l’azulgrana per dieci anni e in un momento di rifondazione seppe far gruppo, indirizzare i nuovi con l’esperienza e il carisma, motivare i senatori che si specchiavano in lui, sfruttare il credito di pazienza e di fiducia accumulato quando ragionava a metà campo. Esattamente quel che sta facendo Conte, pure lui favorito, oltre che dal passato, dall’età che gli consente d’essere vicino alla squadra:« Mi sembra che sia rimasto un po’ calciatore- dice Marchisio -fiuta le situazioni e trasmette carica a chi rischia di smarrirla» .
EX SPECIALI -Non sono semplici ex, Guardiola e Conte. Sono ex speciali che guidano le squadre con cui si sono arrampicati in cima all’Europa. Di tecnici che tornano dove hanno giocato ce ne sono tanti, di vincitori della Coppa più prestigiosa, ovviamente, molti meno. Oggi Didier Deschamps, seduto (scomodo, a dire il vero) sulla panchina dell’Olympique Marsiglia con cui vinse la Champions League 1992- 93, ieri Miguel Munoz, Carlo Ancelotti, Franz Beckenbauer e Johan Cruyff. Il nuovo tecnico bianconero spera di imitarli, spera di diventare il nuovo Guardiola anche per i successi, intanto il presidente Andrea Agnelli gli augura un futuro da... Ferguson: «Conte ha la Juve nel dna, spero rimanga per molti anni» .
troppo esperto, il Ct inglese, per lasciarsi abbagliare dalle mode - non è questione d’anagrafe, ma di qualità e padronanza dell’ambiente - senza dimenticare che è stato un precursore, “inventato” allenatore da Silvio Berlusconi che lo strappò a una scrivania della Polisportiva Mediolanum. Dicevano fosse acerbo, inadeguato a sostituire Arrigo Sacchi: ha vinto ovunque campionati e coppe.
SEGRETI -Nella speranza che i risultati completino le analogie, Conte si gode una partenza che premia l’intuizione societaria: ha plasmato una squadra guerriera, ha saputo restituirle un’anima, ha trasmesso la “ juventinità” acquisita in tredici stagioni a centrocampo. E questo, insieme con la ricerca tattica e l’applicazione nel lavoro, è il segreto di una svolta che nessuno ammette per prudenza, ma appare evidente nell’atteggiamento e nel gioco. Materie che non si studiano al Supercorso, ma si tramandano negli spogliatoi: le impari dai fuoriclasse che ti circondano, le impasti con le tradizioni che respiri, le affini collezionando trofei e scalciando gli armadietti se non vinci. Sai come muoverti, conosci l’orgoglio e la responsabilità della maglia, reciti la storia del club e condividi i sogni dei tifosi.
RIFONDAZIONE -Guardiola, quando fu scelto da Joan Laporta, aveva alle spalle un’esperienza con il Barcellona B, guidata al successo in Tercera Division, però aveva vestito l’azulgrana per dieci anni e in un momento di rifondazione seppe far gruppo, indirizzare i nuovi con l’esperienza e il carisma, motivare i senatori che si specchiavano in lui, sfruttare il credito di pazienza e di fiducia accumulato quando ragionava a metà campo. Esattamente quel che sta facendo Conte, pure lui favorito, oltre che dal passato, dall’età che gli consente d’essere vicino alla squadra:« Mi sembra che sia rimasto un po’ calciatore- dice Marchisio -fiuta le situazioni e trasmette carica a chi rischia di smarrirla» .
EX SPECIALI -Non sono semplici ex, Guardiola e Conte. Sono ex speciali che guidano le squadre con cui si sono arrampicati in cima all’Europa. Di tecnici che tornano dove hanno giocato ce ne sono tanti, di vincitori della Coppa più prestigiosa, ovviamente, molti meno. Oggi Didier Deschamps, seduto (scomodo, a dire il vero) sulla panchina dell’Olympique Marsiglia con cui vinse la Champions League 1992- 93, ieri Miguel Munoz, Carlo Ancelotti, Franz Beckenbauer e Johan Cruyff. Il nuovo tecnico bianconero spera di imitarli, spera di diventare il nuovo Guardiola anche per i successi, intanto il presidente Andrea Agnelli gli augura un futuro da... Ferguson: «Conte ha la Juve nel dna, spero rimanga per molti anni» .
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