Buffon: «Conte sembra il primo Lippi. Scudetto? Io non ci casco»

GASPORT (M. GRAZIANO) - «Juve non ci cascare». Il monito è di Gigi Buffon, che proprio non si «fida» di questo inizio di stagione,«perché negli ultimi due anni abbiamo avuto partenze molto buone per poi finire male. Sarebbe oggi un grave errore pensare di aver scollinato definitivamente Calciopoli».
Il capitano della Nazionale teme probabilmente la troppa euforia e allora, «occhi aperti, niente cali di tensione - continua -. La vittoria contro il Milan dà indubbiamente fiducia, è stata una grandissima partita, ma alla fine porta sempre tre punti, niente di più. Occorre continuità per fare la differenza. Ecco, posso dire che il salto di qualità sarà sicuro solo se avremo in ogni gara l'atteggiamento mostrato domenica sera. Altrimenti resteremo una buona squadra e poco altro. Oltretutto, nessuno pensi che le milanesi siano al capolinea. Hanno rose impressionanti, e appena recupereranno gli infortunati saranno di nuovo guai. I rossoneri restano i favoriti per lo scudetto. L'Inter? Il valore assoluto è lo stesso del Milan». A proposito dei nerazzurri, le violente proteste dopo la gara con il Napoli «sono state un po' eccessive, ma giustificabili perché uscite a caldo, quando non è facile controllare le parole. Già il giorno dopo Moratti, con grande signorilità, aveva abbassato i toni».
Ma la Juve... Insomma, Gigi vuole andare avanti a fari spenti, ma è indubbio che a Torino si respiri un'aria nuova, «per l'effettoConte - spiega -, che sta incidendo in maniera determinante. Il mister ricorda molto il primo Lippi. Le analogie sono tante. Antonio già da capitano era uno di personalità, in panchina ha ulteriormente esaltato le sue caratteristiche». E le ha trasmesse a una squadra «che all'85', sullo 0-0 e con alle spalle tante occasioni non andate a segno, ha saputo dare una nuova accelerata. Merito anche di uno stadio che l'altra sera ha veramente fatto la differenza». C'è poi un Marchisio «mai così decisivo come quest'anno» e un rigenerato Chiellini, «che paga la memoria corta degli italiani. Giorgio è un generoso e spesso si prende le responsabilità pesanti, come per esempio marcare l'avversario più pericoloso sulle palle ferme. E chi si espone corre inevitabilmente qualche rischio...». Un altro fattore deve infine preoccupare le pretendenti allo scudetto, ed è «il vantaggio di non aver le coppe. Non credevo incidesse tanto, ma con una settimana pulita di preparazione arrivi sempre al top. In fase di ricostruzione la Juve aveva proprio bisogno di lavorare ossessivamente sulla tattica, provare e riprovare...».
La Nazionale - In Nazionale si gode il blocco Juve («Che orgoglio»), contro la Serbia potrebbero essere 6 i bianconeri in campo dal 1'. Per il resto «sono d'accordo con Prandelli, la partita di Belgrado deve essere approcciata come la prima dell'Europeo, è un esame importante per confermare la nostra crescita. Esperimenti in futuro? Non c'è molto tempo». Meglio puntare allora su Mario Balotelli, «uno che ha in mano il suo destino. Parliamo di talenti che hanno la fortuna di dipendere solo da se stessi. Le parole non fanno però il campione: servono i fatti concreti, sul campo».