CORSPORT (A. RAMAZZOTTI) - L'esordio non brillante di Palermo, l'emozione di sentire per la prima volta la musica della Champions dal campo («Mi sembrava un sogno») e infine, da ex laziale, il primo derby con la Roma lontano dalla Capitale. Sette giorni cosìMauro Zarate se li porterà dentro a lungo.
Adesso però l'argentino vorrebbe dimenticare le prime due sconfitte nerazzurre con un successo contro i giallorossi, proprio come nell'aprile 2009, quando una sua rete spettacolare spianò la strada alla vittoria dei biancocelesti. «Sta a me dimostrare quello che valgo e vi assicuro che ho una gran voglia di far bene». La Lazio è ancora nei suoi pensieri e le modalità del divorzio non gli sono piaciute. «L'unico che non mi voleva era Reja» ha sottolineato. Senza la decisione del tecnico friulano, forse, sarebbe ancora nella Capitale. Il destino, e il lavoro del suo agente Beppe Bozzo («Lo ringrazio per quello che ha fatto»), lo hanno invece portato a Milano, sponda nerazzurra. «E qui voglio vincere il più possibile. Lo scudetto? Per me l'Inter è la più forte, ma attenzione anche al Milan e al Napoli». Stasera c'è la Roma di Totti che ha punzecchiato sottolineando che i fenomeni vincono il Pallone d'Oro. Totti non c'è riuscito. Per Maurito è già aria di derby.
Zarate, è vero che questo Inter-Roma lei avrebbe potuto giocarlo con la maglia giallorossa? «L’agente che mi ha aiutato ad andare alla Lazio, Luis Ruzzi, mi aveva offerto allaRoma, ma i dirigenti giallorossi dissero che non ero il giocatore che stavano cercando o una cosa del genere e così sono finito alla Lazio».
Che giudizio dà della Roma attuale?
«E’ una squadra forte che sta cercando di ringiovanire la rosa, mantenendo comunque giocatori d’esperienza come Totti, Perrotta e altri. Mi sembra un buon progetto, ma per portarlo avanti bisogna dare tempo all'allenatore ».
Cosa teme dei giallorossi?
«La Roma è una grande squadra e le grandi squadre possono sbloccarsi in qualsiasi molto, diventando molto pericolose. Speriamo non succeda domani sera (stasera, ndr) ».
Lamela è il futuro del calcio argentino?
«E’ un ottimo giocatore e mi piace tantissimo. Ha avuto la sfortuna di retrocedere con il River Plate, un fatto storico, ma è bravo e lo dimostrerà con il tempo alla Roma».
Nella Capitale lei si è “beccato” con Totti, prima e dopo i derby. Il capitano giallorosso disse “Zarate è un buon giocatore, non un fenomeno”, lei ribatté “ Totti parla, ma è finito da 10 anni”. Ricorda?
«Come no... Dissi quella frase e la stampa l’ha fatta diventare un caso. Frasi così nel calcio se ne dicono. I fenomeni comunque sono quelli che vincono i Palloni d’Oro (e Totti non ne ha vinti, fa intendere... ndr)».
Totti sarà il pericolo numero uno per l’Inter?
«La Roma ha diversi grandi giocatori. A me piacciono molto Bojan e Osvaldo e dobbiamo stare attenti».
Stringerà la mano a Totti prima della partita?
«Io non ho problemi con nessuno».
E’ vero che molti tifosi della Roma la fermavano per strada per farle i complimenti per il suo modo di giocare?
«Sì, era una cosa bella perché a tanti dei miei ex compagni non succedeva. Mi faceva sentire bene».
Il suo derby più bello è quello vinto per 4-2 con un suo gol eccezionale nell’aprile 2009?
«Sì, certamente. In quell’occasione segnai, vincemmo e vivemmo una giornata da ricordare, ma mi sarebbe piaciuto fare altri gol e altre grandi prestazioni nei derby».
Pensa che stasera i laziali tiferanno per lei?
«Di sicuro. Per me e per l’Inter».
La sua esperienza alla Lazio si è chiusa a luglio, dopo un colloquio con Reja durante il primo giorno di ritiro ad Auronzo di Cadore. Cosa è successo tra lei e il tecnico?
«E’ venuto da me e mi ha detto cose che non voglio ripetere perché è giusto che rimangano nello spogliatoio. Io non faccio come altri che dicono in giro i fatti dello spogliatoio. Dopo quel colloquio ho deciso di andare in un'altra squadra».
Con Reja c’erano stati screzi anche in Cesena- Lazio della passata stagione, quando fu sostituito nonostante una buona prestazione e protestò.
«Sì, in quel caso forse avevo visto... un’altra partita. Alla fine abbiamo perso ed è stato brutto».
A Roma c’è chi sostiene che se n’è andato perché non voleva stare in panchina, mentre all’Inter la accetterà senza problemi. Cosa risponde?
«Nessuno può sapere se alla Lazio avrei fatto panchina o meno, ma dal primo giorno, dopo il colloquio con Reja, avevo deciso di andar via. Non volevo né andare in panchina, né giocare, niente...».
E pensare che con Reja il suo finale della scorsa stagione è stato esaltante...
«Ero in grande forma e ho fatto bene fino alla partita contro l'Udinese quando ho sbagliato il rigore. Quell’errore mi ha buttato giù».
Dagli 11 metri proverà mai più il “cucchiaio” come al Friuli?
«Non lo posso dire, altrimenti per i portieri sarebbe più facile...».
Crede che avrebbe potuto dare di più alla Lazio?
«Sì, credo di sì, ma ora spero di dare il massimo qui all'Inter».
Ha rammarichi se ripensa alla sua esperienza biancoceleste?
«Mi sarebbe piaciuto far meglio, segnare più gol e togliermi tante soddisfazioni in più».
Si è sentito scaricato dalla Lazio?
«Penso che l'unico che non mi voleva alla Lazio era Reja».
Con Lotito i rapporti com’erano?
«Con il presidente ho sempre avuto un buon rapporto».
E' vero che è stato lei a dare l'assist a Lotito per riscattarla a 20 milioni dall’Al-Sadd evitando aste?
«Sì, gliel’ho detto io in persona. Dopo la mia prima stagione alla Lazio, l'Al-Sadd stava trattando con un club inglese (il Manchester City, ndr) che offriva molto più di quello che ha pagato Lotito. L’affare era quasi concluso con gli inglesi, ma io volevo restare alla Lazio e ho detto al presidente della clausola»
La Lazio è un capitolo chiuso della sua carriera o un domani ci tornerà?
«Non si sa mai».
Adesso intanto è in prestito all’Inter.
«E voglio convincere i dirigenti ad acquistarmi ».
Con quali dei suoi ex compagni della Lazio ha ancora contatti?
«Tanti. In particolare con Scaloni, Ledesma e Muslera, ma anche con Sculli e Foggia».
In cosa è diversa l’Inter dalla Lazio?
«L’Inter è la squadra più grande al mondo. Anche la Lazio è un grande club, ma qui si lotta per traguardi diversi e più importanti. E io a Lotito fin dal primo anno ho detto che volevo lottare per vincere tutto. Non era questa però la maniera in cui volevo andarmene. Speriamo solo che alla fine di quest’anno tutti siano contenti».
Tra i suoi nuovi compagni chi l’ha impressionata di più?
«Tutti perché qui ci sono tanti campioni. Milito è uno dei più forti attaccanti al mondo e poi c’è Zanetti che per quello che fa da 17 anni all’Inter è un marziano».
Che allenatore è Gasperini?
«Bravo e ora dobbiamo iniziare a far meglio. Lo faremo e ne sono sicuro».
Perché questo inizio in salita dell'Inter?
«Sta pesando anche la sfortuna perché in Champions abbiamo sbagliato tanti gol. Contro la Roma però ci riprenderemo, faremo una grande partita e si vedrà la vera Inter».
Cosa si aspetta dalla sua stagione?
«Voglio migliorare i miei record come numero di gol, assist e giocate per la squadra».
All’Inter però non ha ancora segnato e a San Siro arriva la Roma...
«Spero di segnare contro i giallorossi. Magari...».
Adesso però l'argentino vorrebbe dimenticare le prime due sconfitte nerazzurre con un successo contro i giallorossi, proprio come nell'aprile 2009, quando una sua rete spettacolare spianò la strada alla vittoria dei biancocelesti. «Sta a me dimostrare quello che valgo e vi assicuro che ho una gran voglia di far bene». La Lazio è ancora nei suoi pensieri e le modalità del divorzio non gli sono piaciute. «L'unico che non mi voleva era Reja» ha sottolineato. Senza la decisione del tecnico friulano, forse, sarebbe ancora nella Capitale. Il destino, e il lavoro del suo agente Beppe Bozzo («Lo ringrazio per quello che ha fatto»), lo hanno invece portato a Milano, sponda nerazzurra. «E qui voglio vincere il più possibile. Lo scudetto? Per me l'Inter è la più forte, ma attenzione anche al Milan e al Napoli». Stasera c'è la Roma di Totti che ha punzecchiato sottolineando che i fenomeni vincono il Pallone d'Oro. Totti non c'è riuscito. Per Maurito è già aria di derby.
Zarate, è vero che questo Inter-Roma lei avrebbe potuto giocarlo con la maglia giallorossa? «L’agente che mi ha aiutato ad andare alla Lazio, Luis Ruzzi, mi aveva offerto allaRoma, ma i dirigenti giallorossi dissero che non ero il giocatore che stavano cercando o una cosa del genere e così sono finito alla Lazio».
Che giudizio dà della Roma attuale?
«E’ una squadra forte che sta cercando di ringiovanire la rosa, mantenendo comunque giocatori d’esperienza come Totti, Perrotta e altri. Mi sembra un buon progetto, ma per portarlo avanti bisogna dare tempo all'allenatore ».
Cosa teme dei giallorossi?
«La Roma è una grande squadra e le grandi squadre possono sbloccarsi in qualsiasi molto, diventando molto pericolose. Speriamo non succeda domani sera (stasera, ndr) ».
Lamela è il futuro del calcio argentino?
«E’ un ottimo giocatore e mi piace tantissimo. Ha avuto la sfortuna di retrocedere con il River Plate, un fatto storico, ma è bravo e lo dimostrerà con il tempo alla Roma».
Nella Capitale lei si è “beccato” con Totti, prima e dopo i derby. Il capitano giallorosso disse “Zarate è un buon giocatore, non un fenomeno”, lei ribatté “ Totti parla, ma è finito da 10 anni”. Ricorda?
«Come no... Dissi quella frase e la stampa l’ha fatta diventare un caso. Frasi così nel calcio se ne dicono. I fenomeni comunque sono quelli che vincono i Palloni d’Oro (e Totti non ne ha vinti, fa intendere... ndr)».
Totti sarà il pericolo numero uno per l’Inter?
«La Roma ha diversi grandi giocatori. A me piacciono molto Bojan e Osvaldo e dobbiamo stare attenti».
Stringerà la mano a Totti prima della partita?
«Io non ho problemi con nessuno».
E’ vero che molti tifosi della Roma la fermavano per strada per farle i complimenti per il suo modo di giocare?
«Sì, era una cosa bella perché a tanti dei miei ex compagni non succedeva. Mi faceva sentire bene».
Il suo derby più bello è quello vinto per 4-2 con un suo gol eccezionale nell’aprile 2009?
«Sì, certamente. In quell’occasione segnai, vincemmo e vivemmo una giornata da ricordare, ma mi sarebbe piaciuto fare altri gol e altre grandi prestazioni nei derby».
Pensa che stasera i laziali tiferanno per lei?
«Di sicuro. Per me e per l’Inter».
La sua esperienza alla Lazio si è chiusa a luglio, dopo un colloquio con Reja durante il primo giorno di ritiro ad Auronzo di Cadore. Cosa è successo tra lei e il tecnico?
«E’ venuto da me e mi ha detto cose che non voglio ripetere perché è giusto che rimangano nello spogliatoio. Io non faccio come altri che dicono in giro i fatti dello spogliatoio. Dopo quel colloquio ho deciso di andare in un'altra squadra».
Con Reja c’erano stati screzi anche in Cesena- Lazio della passata stagione, quando fu sostituito nonostante una buona prestazione e protestò.
«Sì, in quel caso forse avevo visto... un’altra partita. Alla fine abbiamo perso ed è stato brutto».
A Roma c’è chi sostiene che se n’è andato perché non voleva stare in panchina, mentre all’Inter la accetterà senza problemi. Cosa risponde?
«Nessuno può sapere se alla Lazio avrei fatto panchina o meno, ma dal primo giorno, dopo il colloquio con Reja, avevo deciso di andar via. Non volevo né andare in panchina, né giocare, niente...».
E pensare che con Reja il suo finale della scorsa stagione è stato esaltante...
«Ero in grande forma e ho fatto bene fino alla partita contro l'Udinese quando ho sbagliato il rigore. Quell’errore mi ha buttato giù».
Dagli 11 metri proverà mai più il “cucchiaio” come al Friuli?
«Non lo posso dire, altrimenti per i portieri sarebbe più facile...».
Crede che avrebbe potuto dare di più alla Lazio?
«Sì, credo di sì, ma ora spero di dare il massimo qui all'Inter».
Ha rammarichi se ripensa alla sua esperienza biancoceleste?
«Mi sarebbe piaciuto far meglio, segnare più gol e togliermi tante soddisfazioni in più».
Si è sentito scaricato dalla Lazio?
«Penso che l'unico che non mi voleva alla Lazio era Reja».
Con Lotito i rapporti com’erano?
«Con il presidente ho sempre avuto un buon rapporto».
E' vero che è stato lei a dare l'assist a Lotito per riscattarla a 20 milioni dall’Al-Sadd evitando aste?
«Sì, gliel’ho detto io in persona. Dopo la mia prima stagione alla Lazio, l'Al-Sadd stava trattando con un club inglese (il Manchester City, ndr) che offriva molto più di quello che ha pagato Lotito. L’affare era quasi concluso con gli inglesi, ma io volevo restare alla Lazio e ho detto al presidente della clausola»
La Lazio è un capitolo chiuso della sua carriera o un domani ci tornerà?
«Non si sa mai».
Adesso intanto è in prestito all’Inter.
«E voglio convincere i dirigenti ad acquistarmi ».
Con quali dei suoi ex compagni della Lazio ha ancora contatti?
«Tanti. In particolare con Scaloni, Ledesma e Muslera, ma anche con Sculli e Foggia».
In cosa è diversa l’Inter dalla Lazio?
«L’Inter è la squadra più grande al mondo. Anche la Lazio è un grande club, ma qui si lotta per traguardi diversi e più importanti. E io a Lotito fin dal primo anno ho detto che volevo lottare per vincere tutto. Non era questa però la maniera in cui volevo andarmene. Speriamo solo che alla fine di quest’anno tutti siano contenti».
Tra i suoi nuovi compagni chi l’ha impressionata di più?
«Tutti perché qui ci sono tanti campioni. Milito è uno dei più forti attaccanti al mondo e poi c’è Zanetti che per quello che fa da 17 anni all’Inter è un marziano».
Che allenatore è Gasperini?
«Bravo e ora dobbiamo iniziare a far meglio. Lo faremo e ne sono sicuro».
Perché questo inizio in salita dell'Inter?
«Sta pesando anche la sfortuna perché in Champions abbiamo sbagliato tanti gol. Contro la Roma però ci riprenderemo, faremo una grande partita e si vedrà la vera Inter».
Cosa si aspetta dalla sua stagione?
«Voglio migliorare i miei record come numero di gol, assist e giocate per la squadra».
All’Inter però non ha ancora segnato e a San Siro arriva la Roma...
«Spero di segnare contro i giallorossi. Magari...».
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