GASPORT (A. CERRUTI) - Il calcio è uno sport di squadra e l'ultima clamorosa conferma è stata indirettamente offerta quest'estate da Messi: comprimario nell'Argentina, protagonista nel Barcellona. Proprio Messi, però, dimostra anche che quando c'è un impianto di gioco, pur senza raggiungere i livelli stellari della squadra di Guardiola, il singolo può fare la differenza con la sua classe o semplicemente con la sua utilità al servizio dei compagni.
E allora, partendo da questa premessa, proviamo a immaginare quali saranno gli uomini più importanti delle (presunte) squadre di vertice, mescolando volti vecchi e nuovi.
Capitan Zlatan - Abituato a collezionare scudetti, Ibrahimovic è il simbolico capitano dei giocatori che con i loro gol e la loro personalità aiutano a compiere il salto di qualità. Impossibile pensare a un Milan campione senza lo svedese, almeno alla distanza, perché Ibrahimovic segna e fa segnare, ma soprattutto spaventa da solo tutti i difensori avversari, almeno nel nostro orticello italiano. Se è fin troppo facile pensare a lui come uomo immagine dei rossoneri, non lo è altrettanto puntare su El Shaarawy che proprio perché escluso dalle liste Champions potrebbe trovare spazio in campionato, concorrendo al ruolo di grande sorpresa, come Boateng un anno fa, guarda caso anche lui arrivato dal Genoa.
Il dopo Samu - Senza i gol di Eto'o che aveva segnato con tre allenatori diversi, da Mourinho a Leonardo, via Benitez, l'Inter deve sperare di strappare lo scudetto al Milan con il ritorno ai livelli di due anni fa di Milito, che più di Pazzini può sacrificarsi sulla fascia nell'azzardato 3-4-3 di Gasperini. E con lui occhio a Forlan, più regolare di Zarate nel rendimento e nei comportamenti, con un'unica incognita legata alla sua collocazione tattica, perché l'uruguaiano sa anche partire dalla fascia ma poi converge al centro rischiando di pestare i piedi allo stesso Milito o a Pazzini.
Sempre Matador - Nessun dubbio, invece, sul grande protagonista del Napoli che dovrebbe essere ancora Cavani. Esploso come prima punta un anno fa, grazie alla felice intuizione di Mazzarri, ha il vantaggio di essere più giovane di Ibra e Milito, ma anche di avere più fame di loro che in Italia hanno già vinto tanto. Senza scordare un prezioso innesto rispetto allo scorso anno: lo svizzero Inler, centrocampista capace di garantire un'importante alternativa in fase d'attacco.
Certezza Profeta - Come il Milan e il Napoli, anche la Lazio ha confermato il suo bravissimo allenatore Reja che ripartirà dalla certezza Hernanes, destinato a crescere ulteriormente dopo il suo primo e già ottimo campionato italiano. Il brasiliano stavolta dovrà mandare in gol due nuovi compagni: Klose, punta centrale, e Cissé che più del tedesco potrebbe diventare l'arma vincente della Lazio soprattutto a livello tattico per la sua intelligente duttilità.
Trigoria, aria nuova - Sull'altra sponda del Tevere non si può ignorare Totti, ma visto che mai come stavolta è messo in discussione in prospettiva conviene puntare sui tanti giovani che sono arrivati. Tra i promettenti Pjanic e Lamela, il nuovo cannoniere dovrebbe essere Bojan che ha già mostrato un grande opportunismo nel Barcellona, dove però è stato considerato immaturo.
Fuori dall'ombra - Settima per due campionati di fila, la Juventus per risalire si affida al «vecchio» Matri, troppo sottovalutato fin qui, e alla sua nuova V2 composta da Vidal e Vucinic. Anche se poi la regia della riscossa bianconera sarà nei piedi di un certo Pirlo. Perché Messi è sempre Messi, ma con Xavi alle spalle è più facile vincere i Palloni d'oro.
E allora, partendo da questa premessa, proviamo a immaginare quali saranno gli uomini più importanti delle (presunte) squadre di vertice, mescolando volti vecchi e nuovi.
Capitan Zlatan - Abituato a collezionare scudetti, Ibrahimovic è il simbolico capitano dei giocatori che con i loro gol e la loro personalità aiutano a compiere il salto di qualità. Impossibile pensare a un Milan campione senza lo svedese, almeno alla distanza, perché Ibrahimovic segna e fa segnare, ma soprattutto spaventa da solo tutti i difensori avversari, almeno nel nostro orticello italiano. Se è fin troppo facile pensare a lui come uomo immagine dei rossoneri, non lo è altrettanto puntare su El Shaarawy che proprio perché escluso dalle liste Champions potrebbe trovare spazio in campionato, concorrendo al ruolo di grande sorpresa, come Boateng un anno fa, guarda caso anche lui arrivato dal Genoa.
Il dopo Samu - Senza i gol di Eto'o che aveva segnato con tre allenatori diversi, da Mourinho a Leonardo, via Benitez, l'Inter deve sperare di strappare lo scudetto al Milan con il ritorno ai livelli di due anni fa di Milito, che più di Pazzini può sacrificarsi sulla fascia nell'azzardato 3-4-3 di Gasperini. E con lui occhio a Forlan, più regolare di Zarate nel rendimento e nei comportamenti, con un'unica incognita legata alla sua collocazione tattica, perché l'uruguaiano sa anche partire dalla fascia ma poi converge al centro rischiando di pestare i piedi allo stesso Milito o a Pazzini.
Sempre Matador - Nessun dubbio, invece, sul grande protagonista del Napoli che dovrebbe essere ancora Cavani. Esploso come prima punta un anno fa, grazie alla felice intuizione di Mazzarri, ha il vantaggio di essere più giovane di Ibra e Milito, ma anche di avere più fame di loro che in Italia hanno già vinto tanto. Senza scordare un prezioso innesto rispetto allo scorso anno: lo svizzero Inler, centrocampista capace di garantire un'importante alternativa in fase d'attacco.
Certezza Profeta - Come il Milan e il Napoli, anche la Lazio ha confermato il suo bravissimo allenatore Reja che ripartirà dalla certezza Hernanes, destinato a crescere ulteriormente dopo il suo primo e già ottimo campionato italiano. Il brasiliano stavolta dovrà mandare in gol due nuovi compagni: Klose, punta centrale, e Cissé che più del tedesco potrebbe diventare l'arma vincente della Lazio soprattutto a livello tattico per la sua intelligente duttilità.
Trigoria, aria nuova - Sull'altra sponda del Tevere non si può ignorare Totti, ma visto che mai come stavolta è messo in discussione in prospettiva conviene puntare sui tanti giovani che sono arrivati. Tra i promettenti Pjanic e Lamela, il nuovo cannoniere dovrebbe essere Bojan che ha già mostrato un grande opportunismo nel Barcellona, dove però è stato considerato immaturo.
Fuori dall'ombra - Settima per due campionati di fila, la Juventus per risalire si affida al «vecchio» Matri, troppo sottovalutato fin qui, e alla sua nuova V2 composta da Vidal e Vucinic. Anche se poi la regia della riscossa bianconera sarà nei piedi di un certo Pirlo. Perché Messi è sempre Messi, ma con Xavi alle spalle è più facile vincere i Palloni d'oro.
0 commenti:
Posta un commento