
Il livello dell'Inter non è alto, è altissimo. Volevo vedere i campioni che conoscevo: la squadra ha ancora fame, e di sicuro vogliamo tutti arrivare lassù».
Me stesso - In Pulp Fiction, il signor Wolf risolveva i problemi in ben altro modo. Robe cruente, robe da film. Claudio Ranieri i problemi li ha risolti entrando nella testa degli interisti. E soprattutto ritrovando e riprendendo se stesso. «Io sono più teso e più esaurito quando non alleno — fa il tecnico nerazzurro —. Avere questa adrenalina e queste emozioni mi tranquillizza, preferisco essere così perché è così che sono me stesso in panchina. La classifica? La guarderò solo quando saremo vicini alla testa...».
Primo, anche bello - Prima panchina, prima vittoria: e un anno fa — ricordandolo giusto per gioco — qui Benitez fece 0-0. E Gasp sembra dimenticato. «Cos'è cambiato rispetto a lui? E' diverso il sistema, ma lui ha creduto in un'idea ed è stato sfortunato. Poi ricordiamoci che Eto'o non c'è più... Milito e Pazzini? Per me possono giocare assieme, sono giocatori diversi. Comunque è la mente che fa tutto. Oggi non era importante giocare bene ma fare la prestazione. La vittoria è arrivata in seguito a questo. Quando una squadra non vince perde convincimento, autostima, fluidità: vincere serve a ritrovare tutto e oggi l'abbiamo fatto con un bel primo tempo e una ripresa nella quale abbiamo resistito agli attacchi del Bologna per i primi venti minuti. La voglia di lottare è ciò che mi è piaciuto di più: nella prima frazione siamo stati diligenti, freschi e anche belli».
E mo' che mi invento? - Claudio «Wolf» Ranieri, vestito scuro tipo Iene, è stato tutta la partita in piedi, dritto come un palo, mani roteanti a dar profondità, movimenti, situazioni in gioco. «Forlan ha fatto un grande lavoro, è venuto fra le linee, si è sacrificato, ha mostrato un senso di abnegazione enorme; Coutinho ha fatto bene e poi l'ho cambiato perché mi serviva un uomo che facesse la fascia. Come stiamo fisicamente? Bene, chi mi ha preceduto ha fatto un buon lavoro». Poi, le note pessime. «Sneijder? E' più grave del previsto, a Mosca non viene, col Napoli è a rischio. Stankovic e Maicon a Mosca? Mah...». E si liscia i capelli da Giulio Cesare. Morale: in Russia sarà dura a centrocampo. Mister Wolf scuote la testa: «e mo' che mi invento?», sembra dire. Sembra, intanto è già lì che guarda il CSKA.
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