
Sedicesimo della ripresa, i rimpianti son tutti lì, perché la Fiorentina non concede spazi, anzi ha appena messo paura in un primo tempo denso e vivo: però, quando parte il cross di Zuniga e nell’area s’intravede uno svolazzo del braccio sinistro di Pasqual che agita e un po’ irrita. « Il calcio è fatto di episodi e quello poteva probabilmente sbloccare il risultato e aprire la nostra partita. Se l’avessero fischiato avremmo parlato di “normale” vittoria » .
IL CUORE IN GOL -La pausa di riflessione nel bel mezzo del tour de force è in quel pari un pochino indigesto che s’abbina alla sconfitta di Verona, in quella «crisetta» del gol - zero in due partite - che non congela l’entusiasmo popolare ma che spinge Mazzarri a valutarla: «E’ stata una partita difficile, equilibrata. Sapevamo di affrontare una avversaria di spessore, con gente come Montolivo, Vargas e Jovetic; sapevamo di doverci confrontare con un gruppo di qualità. Io sono soddisfatto, però, perché la ripresa ci ha visti spingere a oltranza, provarci in tutte le maniere: è mancato solo il gol, ma occasioni ne abbiamo create e l’impegno non è mai mancato» .
IL POCHO IN PANNE -E’ un settembre affollatissimo d’impegni, è un mese torrido, con i muscoli che vanno in fiamme e gli acciacchi che si rimuovono a fatica: è il momento-no di Lavezzi, poverino, che da Manchester in poi ha dovuto combattere i dolori al tallone del piede destro con gli antidolorifici. «Ho dovuto sostituirlo perché si era fermato cinque volte in mezzo al campo, aveva i crampi. Era giusto cambiarlo, mi sembrava soprattutto affaticato. Ora abbiamo soltanto tre giorni per recuperare ma così va quando si ha la fortuna di poter giocare in Champions. E’ chiaro che tutte queste gare lasciano il segno» . E, aproposito di Champions, Mazzarri ha commentato così l’infortunio di Giuseppe Rossi: «Come notizia non è brutta...» .
AZZURRI AL TAPPETO -L’erba del san Paolo pare sempre meno verde e in quel giro a tutto campo di Mazzarri, andando a scovare tra i perché d’una nottata un po’ così, la polvere che offusca il Napoli va ritrovata dentro quel tappeto «imprevedibile e pesante», un’arma letale per esser se stessi: «Non mi appiglio ad alibi, però giocare su questo campo è stato complicato. Il controllo diventava difficoltoso, sembrava addirittura avesse piovuto e per calciatori leggeri come i nostri, ciò è diventato pregiudizievole. Poi metteteci la capacità della Fiorentina, poi metteteci la sfortuna e qualche problemino nostro. Noi la partita la volevamo vincere, s’èvisto, ma non sempre si riesce...» .
CALMA, RAGAZZI -Gli applausi del san Paolo, al 93esimo, costituiscono la tisana da sorbirsi tutta d’un fiato per evitar di sbuffare e in quello 0- 0 che comunque toglie il sorriso, c’è l’ottimismo di Mazzarri che s’impossessa del san Paolo: «Le difficoltà del campionato italiano sono note, non esistono antagonisti facili. Ci abbiamo provato in tutti i modi e con generosità, non ce l’abbiamo fatta ma andiamo avanti per la nostra strada, con la consapevolezza dei nostri mezzi, con la nostra organizzazione, con la stessa determinazione che ci ha consentito di recitare, nel secondo tempo, un monologo. Ci manca qualcosa, ma ci sta». Sedicesimo della ripresa: il fotogramma è quello.
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