
(e pure fuori, nella grande piazza Garibaldi), dove lui è invitato speciale insieme a Ivan Cordoba («una delle migliori persone mai conosciute in questo mondo») come relatore sul tema «Il gioco del calcio». Sorride, il presidente nerazzurro, quando racconta che «di sicuro il pallone non è un'attività fra le più economiche, almeno per quanto riguarda il sottoscritto», ma capace di dare una popolarità infinita, «se persino in incontri con banchieri importanti, dove si parla di riduzione dei costi, alla fine mi sento dire: “Ma Messi è davvero così impossibile?”».
Esperienza di vita - Un affabulator cortese, Moratti, e non da ieri. Ammette come «una società non sia mai tua, anche se ne sei il presidente o il proprietario, ma appartiene al pubblico, che deve sentirsi un po' padrone. Tu devi pensare di far felice questa gente». Da papà Angelo a Massimo: «Quando mia sorella mi disse che sarebbe diventato presidente, pensai che ce l'avrebbe fatta. Era fantastico». Ricordando (Massimo), molti anni dopo, le parole dell'illustre genitore: «Non fa male essere presidente dell'Inter. Dopo, persino diventare presidente della General Motors diventa una passeggiata…».
A tre oppure no? - Poi c'è il presente, e qui Moratti ripete più volte come «questa Inter sia fortissima», anche se la difesa a tre pare un'incognita. E lui ripete lo stesso concetto per la quarta volta negli ultimi tempi: «Sento dubbi intorno al nuovo schema. Non faccio il tecnico, ma sono comunque vicino al nuovo allenatore, un uomo intelligente. E' talmente convinto di questo e desideroso di dimostrarlo che non gli si può negare la possibilità. E poi, giocare a tre in un certo senso è simile a una difesa a cinque. Se non dovesse funzionare, si può sempre cambiare. In Champions, comunque, siamo in un girone difficile, guai ad essere presuntuosi».
Il fairplay finanziario - I tifosi hanno poi provato a stuzzicarlo sul tema del contenimento dei costi, e qui è tornato fuori l'animo del tifoso Moratti: «E' una cosa seria, anche se società come il Manchester City potrebbero, con una sponsorizzazione, coprire eventuali problemi di bilancio. Talvolta, dovendo fare attenzione ai conti, mi domando: che presidente sono? Ma poi mi rispondo che sono saggio». E di fronte all'ipotesi di cessione di pezzi pregiati, la risposta è drastica: «Una premessa. Non è poi così vero che abbiamo speso così poco, ma lo è che l'Inter ha bisogno di fare ancora operazioni importanti in uscita o di trovare nuove entrate sul piano commerciale. Ecco perché stiamo cercando di fare accordi internazionali per avere maggiori entrate».
Le spine - Sarebbe bello avere uno stadio di proprietà («come la squadra di Torino»), e a proposito della nuova casa bianconera Moratti chiarisce di avere ricevuto l'invito per l'inaugurazione dello Juventus Stadium: «Ed ho anche ringraziato il presidente, ma avevo questo impegno a Sondrio». Peccato, semmai, per la vicenda-Forlan: «Abbastanza grave, ma mi spiace soprattutto per Castaignos. L'avessimo saputo prima… Cercheremo di evitare che fatti simili avvengano ancora in futuro».
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