
E' un bomber di razza e l'esperienza Juve lo conferma, fra i rimpianti del Milan che l'ha allevato e perduto e il rossore di chi lo bollava eroe di provincia: a 27 anni, in fondo, sgomitava ancora per la salvezza e strappava più titoli per il gossip che per il campo.
CONTINUITA' - Beppe Marotta, otto mesi fa, gli ha regalato un'opportunità nel grande calcio, e lui l'ha colta al volo, ripagando con un rendimento d'alto bordo: diciotto partite in maglia bianconera e dieci gol realizzati, una media e una continuità che pochi eletti vantano. A Siena ha ritrovato il filone della stagione scorsa, rifacendosi dell'esordio beffardo in campionato: MitraMatri, infatti, aveva timbrato già col Parma, incappando in un fuorigioco sanzionato dall'arbitro ma sconfessato da tutte le moviole. Al digiuno dei 90' inaugurali quasi strano considerati i suoi ritmi e il grappolo di reti bianconere - aveva contribuito in verità anche un palo incredibile, colpito a porta spalancata, ma anche quell'errore, a ben pensarci, è specchio del suo fiuto: sottoporta c'è sempre, pronto adaffondare gli artigli.
RAPACE - S'è rifatto al Franchi, più rapace che virtuoso: sportellate e ripieghi ma incisività ridotta al minimo, fino all'assist meraviglioso di Vucinic e al tocco che non ha lasciato scampo a Brkic. Tocco semplice dopo un movimento furbo, buono per spiazzare la difesa toscana e facilitare l'azione corale della Juve. Conta poco, comunque, perché le reti non si misurano soltanto in difficoltà e bellezza. Quella di Siena è pesantissima e preziosa, decisiva per un primato che dopo due giornate può ingannare, ma intanto porta entusiasmo, fiducia e convinzione.
VOGLIA - Preziosa e pesantissima, come tutte le sue reti bianconere tranne una. Solo quando la Juve superò la Roma in trasferta per due a zero, il gol risultò appagante ma non decisivo: in tutte le altre occasioni, Matri è stato determinante per i punti bianconeri. Nella seconda metà della stagione scorsa, quella vissuta a Torino dopo la fiaba di Cagliari, ha griffato in particolare tre vittorie e tre pareggi, utili per la consacrazione personale ma non per scongiurare la deriva della squadra. Quest'anno sente che è diverso e benché eviti di indossare ali ( « Siamo appena all'inizio... » ) intravvede segnali importantissimi: «In partite così, l'anno scorso, capitava di farci rimontare: abbiamo tanta voglia di riscattarci».
BILANCIO - Cinque gol fatti e uno solo subìto, per altro su un rigore ingenuo: il bilancio dei primi 180' bianconeri è incoraggiante e la varietà dei marcatori ritrae un bel collettivo.Matri è il primo degli attaccanti a segnare in questo campionato, dopo la gloria di difensori (Lichtsteiner) e centrocampisti: Vidal, Pepe e Marchisio. «Fare gol è il mio mestiere sorride -. E cerco di dare sempre il meglio per mettere in difficoltà l'allenatore» . Oggi più che mai, perché la concorrenza è folta: Quagliarella e Toni non hanno saggiato ancora il campo, Del Piero e Vucinic si sono alternati nella formazione iniziale, Iaquinta aspetta il recupero per reclamare spazio. Benché i crampi accusati a Siena non abbiano lasciato tracce, forse con il Bologna potrebbe sfiorarlo il turnover. Ma in fondo non importa: « Prima di tutto - ripete sempre -c'è la Juve».
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