CORSPORT (A. BARILLA') - Raccontano che Alessandro Matri fosse una promessa del ciclismo, però alla bici preferì il pallone. Nessuno può sapere dove sarebbe arrivato pedalando, certo con il pallone s'è arrampicato in cima al Mortirolo: sudore e applausi aggredendo i tornanti, sofferenza ma alla fine le braccia al cielo.
E' un bomber di razza e l'esperienza Juve lo conferma, fra i rimpianti del Milan che l'ha allevato e perduto e il rossore di chi lo bollava eroe di provincia: a 27 anni, in fondo, sgomitava ancora per la salvezza e strappava più titoli per il gossip che per il campo.
CONTINUITA' - Beppe Marotta, otto mesi fa, gli ha regalato un'opportunità nel grande calcio, e lui l'ha colta al volo, ripagando con un rendimento d'alto bordo: diciotto partite in maglia bianconera e dieci gol realizzati, una media e una continuità che pochi eletti vantano. A Siena ha ritrovato il filone della stagione scorsa, rifacendosi dell'esordio beffardo in campionato: MitraMatri, infatti, aveva timbrato già col Parma, incappando in un fuorigioco sanzionato dall'arbitro ma sconfessato da tutte le moviole. Al digiuno dei 90' inaugurali quasi strano considerati i suoi ritmi e il grappolo di reti bianconere - aveva contribuito in verità anche un palo incredibile, colpito a porta spalancata, ma anche quell'errore, a ben pensarci, è specchio del suo fiuto: sottoporta c'è sempre, pronto adaffondare gli artigli.
RAPACE - S'è rifatto al Franchi, più rapace che virtuoso: sportellate e ripieghi ma incisività ridotta al minimo, fino all'assist meraviglioso di Vucinic e al tocco che non ha lasciato scampo a Brkic. Tocco semplice dopo un movimento furbo, buono per spiazzare la difesa toscana e facilitare l'azione corale della Juve. Conta poco, comunque, perché le reti non si misurano soltanto in difficoltà e bellezza. Quella di Siena è pesantissima e preziosa, decisiva per un primato che dopo due giornate può ingannare, ma intanto porta entusiasmo, fiducia e convinzione.
VOGLIA - Preziosa e pesantissima, come tutte le sue reti bianconere tranne una. Solo quando la Juve superò la Roma in trasferta per due a zero, il gol risultò appagante ma non decisivo: in tutte le altre occasioni, Matri è stato determinante per i punti bianconeri. Nella seconda metà della stagione scorsa, quella vissuta a Torino dopo la fiaba di Cagliari, ha griffato in particolare tre vittorie e tre pareggi, utili per la consacrazione personale ma non per scongiurare la deriva della squadra. Quest'anno sente che è diverso e benché eviti di indossare ali ( « Siamo appena all'inizio... » ) intravvede segnali importantissimi: «In partite così, l'anno scorso, capitava di farci rimontare: abbiamo tanta voglia di riscattarci».
BILANCIO - Cinque gol fatti e uno solo subìto, per altro su un rigore ingenuo: il bilancio dei primi 180' bianconeri è incoraggiante e la varietà dei marcatori ritrae un bel collettivo.Matri è il primo degli attaccanti a segnare in questo campionato, dopo la gloria di difensori (Lichtsteiner) e centrocampisti: Vidal, Pepe e Marchisio. «Fare gol è il mio mestiere sorride -. E cerco di dare sempre il meglio per mettere in difficoltà l'allenatore» . Oggi più che mai, perché la concorrenza è folta: Quagliarella e Toni non hanno saggiato ancora il campo, Del Piero e Vucinic si sono alternati nella formazione iniziale, Iaquinta aspetta il recupero per reclamare spazio. Benché i crampi accusati a Siena non abbiano lasciato tracce, forse con il Bologna potrebbe sfiorarlo il turnover. Ma in fondo non importa: « Prima di tutto - ripete sempre -c'è la Juve».
E' un bomber di razza e l'esperienza Juve lo conferma, fra i rimpianti del Milan che l'ha allevato e perduto e il rossore di chi lo bollava eroe di provincia: a 27 anni, in fondo, sgomitava ancora per la salvezza e strappava più titoli per il gossip che per il campo.
CONTINUITA' - Beppe Marotta, otto mesi fa, gli ha regalato un'opportunità nel grande calcio, e lui l'ha colta al volo, ripagando con un rendimento d'alto bordo: diciotto partite in maglia bianconera e dieci gol realizzati, una media e una continuità che pochi eletti vantano. A Siena ha ritrovato il filone della stagione scorsa, rifacendosi dell'esordio beffardo in campionato: MitraMatri, infatti, aveva timbrato già col Parma, incappando in un fuorigioco sanzionato dall'arbitro ma sconfessato da tutte le moviole. Al digiuno dei 90' inaugurali quasi strano considerati i suoi ritmi e il grappolo di reti bianconere - aveva contribuito in verità anche un palo incredibile, colpito a porta spalancata, ma anche quell'errore, a ben pensarci, è specchio del suo fiuto: sottoporta c'è sempre, pronto adaffondare gli artigli.
RAPACE - S'è rifatto al Franchi, più rapace che virtuoso: sportellate e ripieghi ma incisività ridotta al minimo, fino all'assist meraviglioso di Vucinic e al tocco che non ha lasciato scampo a Brkic. Tocco semplice dopo un movimento furbo, buono per spiazzare la difesa toscana e facilitare l'azione corale della Juve. Conta poco, comunque, perché le reti non si misurano soltanto in difficoltà e bellezza. Quella di Siena è pesantissima e preziosa, decisiva per un primato che dopo due giornate può ingannare, ma intanto porta entusiasmo, fiducia e convinzione.
VOGLIA - Preziosa e pesantissima, come tutte le sue reti bianconere tranne una. Solo quando la Juve superò la Roma in trasferta per due a zero, il gol risultò appagante ma non decisivo: in tutte le altre occasioni, Matri è stato determinante per i punti bianconeri. Nella seconda metà della stagione scorsa, quella vissuta a Torino dopo la fiaba di Cagliari, ha griffato in particolare tre vittorie e tre pareggi, utili per la consacrazione personale ma non per scongiurare la deriva della squadra. Quest'anno sente che è diverso e benché eviti di indossare ali ( « Siamo appena all'inizio... » ) intravvede segnali importantissimi: «In partite così, l'anno scorso, capitava di farci rimontare: abbiamo tanta voglia di riscattarci».
BILANCIO - Cinque gol fatti e uno solo subìto, per altro su un rigore ingenuo: il bilancio dei primi 180' bianconeri è incoraggiante e la varietà dei marcatori ritrae un bel collettivo.Matri è il primo degli attaccanti a segnare in questo campionato, dopo la gloria di difensori (Lichtsteiner) e centrocampisti: Vidal, Pepe e Marchisio. «Fare gol è il mio mestiere sorride -. E cerco di dare sempre il meglio per mettere in difficoltà l'allenatore» . Oggi più che mai, perché la concorrenza è folta: Quagliarella e Toni non hanno saggiato ancora il campo, Del Piero e Vucinic si sono alternati nella formazione iniziale, Iaquinta aspetta il recupero per reclamare spazio. Benché i crampi accusati a Siena non abbiano lasciato tracce, forse con il Bologna potrebbe sfiorarlo il turnover. Ma in fondo non importa: « Prima di tutto - ripete sempre -c'è la Juve».
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