GASPORT (F. DELLA VALLE) -Potrà sembrare un paradosso, però il giorno dopo l'esclusione ha qualcosa in comune col day after dei 70 gol nelle Coppe: Filippo Inzaghi si è svegliato con tanti sms, stavolta non di complimenti ma di condivisione della delusione. Il Re di Atene è fuori dalla lista Champions e chi tifa Milan non si rassegna all'idea di non vederlo segnare ed esultare.
Così, oltre al telefonino di Inzaghi, il popolo rossonero ha riempito con la sua incredulità blog, forum e pagine di facebook. «La Champions senza Inzaghi è come un tramonto senza sole», scriveva ieri l'Ac Milan Fans Club. Qualcuno parla di ingratitudine verso chi ha fatto la storia del Milan, qualcun altro di sgarbo. Basta il sondaggio di Gazzetta.it per capire da che parte stiano i milanisti: alla domanda «Allegri ha fatto bene a escludere Inzaghi dalla Champions?», il 64% ha risposto no.
Ballottaggio con Mexes In realtà è stata una decisione molto sofferta. Allegri è stato indeciso fino all'ultimo tra Inzaghi e Mexes. Si è portato dietro il dubbio amletico per tutta l'amichevole di Como, poi si è chiuso nello spogliatoio con Galliani e gli ha comunicato la sua scelta. Insieme a.d. e tecnico hanno telefonato ad Inzaghi per dargli la notizia. Anche Mexes, come Inzaghi, è reduce dall'operazione al crociato. Il difensore francese dovrebbe rientrare a fine ottobre, quindi salterà almeno tre partite del girone. Allora perché scegliere lui e non Inzaghi, rinunciando ad avere un attaccante in più? Probabilmente nella valutazione di Allegri ha pesato anche la condizione di Pippo, che in questi dieci mesi (si è rotto il crociato il 10 novembre) ha giocato solo tre volte e si è allenato poco con la squadra. E ora è fermo per un problema muscolare al polpaccio sinistro, che lo terrà fuori per un'altra decina di giorni.
Pippo però fa parte di quella ristretta elite di giocatori che in pochi minuti possono cambiare una partita. Prendete l'anno scorso: Inzaghi in Champions ha giocato solo 48 minuti però ha segnato due gol al Real Madrid. Pippo, poi, ha un'altra qualità: non ha bisogno di essere in forma per essere utile. Per lui non valgono i discorsi classici tipo «non ha i novanta minuti nelle gambe». Che stia bene o male, Inzaghi segna: lo dice la storia. Per questo i tifosi, pur sapendo che non è ancora pronto, non capiscono la sua esclusione.
Obiettivo Europa a gennaio Inzaghi ieri ha scelto il silenzio e una giornata in famiglia per metabolizzare l'accaduto. Da lunedì tornerà a lavorare. Arrendersi è una parola che non esiste nel suo vocabolario e Pippo ha così voglia d'Europa che a gennaio potrebbe anche decidere di lasciare il Milan: l'esclusione dalla lista gli dà il vantaggio di poter giocare le coppe con un'altra squadra.
Così, oltre al telefonino di Inzaghi, il popolo rossonero ha riempito con la sua incredulità blog, forum e pagine di facebook. «La Champions senza Inzaghi è come un tramonto senza sole», scriveva ieri l'Ac Milan Fans Club. Qualcuno parla di ingratitudine verso chi ha fatto la storia del Milan, qualcun altro di sgarbo. Basta il sondaggio di Gazzetta.it per capire da che parte stiano i milanisti: alla domanda «Allegri ha fatto bene a escludere Inzaghi dalla Champions?», il 64% ha risposto no.
Ballottaggio con Mexes In realtà è stata una decisione molto sofferta. Allegri è stato indeciso fino all'ultimo tra Inzaghi e Mexes. Si è portato dietro il dubbio amletico per tutta l'amichevole di Como, poi si è chiuso nello spogliatoio con Galliani e gli ha comunicato la sua scelta. Insieme a.d. e tecnico hanno telefonato ad Inzaghi per dargli la notizia. Anche Mexes, come Inzaghi, è reduce dall'operazione al crociato. Il difensore francese dovrebbe rientrare a fine ottobre, quindi salterà almeno tre partite del girone. Allora perché scegliere lui e non Inzaghi, rinunciando ad avere un attaccante in più? Probabilmente nella valutazione di Allegri ha pesato anche la condizione di Pippo, che in questi dieci mesi (si è rotto il crociato il 10 novembre) ha giocato solo tre volte e si è allenato poco con la squadra. E ora è fermo per un problema muscolare al polpaccio sinistro, che lo terrà fuori per un'altra decina di giorni.
Pippo però fa parte di quella ristretta elite di giocatori che in pochi minuti possono cambiare una partita. Prendete l'anno scorso: Inzaghi in Champions ha giocato solo 48 minuti però ha segnato due gol al Real Madrid. Pippo, poi, ha un'altra qualità: non ha bisogno di essere in forma per essere utile. Per lui non valgono i discorsi classici tipo «non ha i novanta minuti nelle gambe». Che stia bene o male, Inzaghi segna: lo dice la storia. Per questo i tifosi, pur sapendo che non è ancora pronto, non capiscono la sua esclusione.
Obiettivo Europa a gennaio Inzaghi ieri ha scelto il silenzio e una giornata in famiglia per metabolizzare l'accaduto. Da lunedì tornerà a lavorare. Arrendersi è una parola che non esiste nel suo vocabolario e Pippo ha così voglia d'Europa che a gennaio potrebbe anche decidere di lasciare il Milan: l'esclusione dalla lista gli dà il vantaggio di poter giocare le coppe con un'altra squadra.
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