
La chiusura migliore di due serate finalmente felici per le tre squadre italiane, tutte vittoriose nella coppa più importante, come non capitava da un anno. Come il 23 novembre scorso a Auxerre, quando vinse con un altro 2-0, Ibrahimovic apre il tabellino dei marcatori confermandosi ancora una volta decisivo, al di là dei due gol che sbaglia nel primo tempo, per la sua classe e la sua forza fisica alla quale gli avversari non riescono a resistere alla distanza. Al contrario di quanto può far pensare il punteggio, però, il Milan soffre più del previsto e del dovuto per raccogliere un meritato successo che lo mantiene a pari punti con il Barcellona. Ma con tanti assenti, davanti a una squadra bene organizzata che non si limita a difendersi, per adesso non si poteva pretendere di più. Con due particolari da non sottovalutare: per la seconda gara consecutiva, dopo l'1-0 al Cesena, Abbiati non subisce gol; e poi, rispetto alle altre due italiane inChampions, Inter e Napoli, il Milan non lascia infortunati sul campo, in vista della supersfida di domenica in casa Juve.
Partenza lenta - Le maglie del Viktoria sono uguali a quelle del Cesena, ma il Milan non riesce a sbloccare in fretta la partita come sabato scorso in campionato. E anzi rischia subito di andare sotto, perché Bakos dopo appena 3' costringe Abbiati all'unica, ma difficilissima, deviazione nel primo tempo. É il segnale che la partita è tutt'altro che semplice, per i meriti degli sconosciuti avversari che corrono come forsennati, ma soprattutto per i demeriti della squadra di Allegri, troppo lenta nel far partire l'azione e troppo leziosa al momento del dunque. L'atteso rientro di Ibrahimovic all'inizio non basta, perché lo svedese chiaramente non ancora in forma gioca quasi sempre fuori area e quando finalmente si avvicina al portiere avversario lo grazia due volte tirandogli addosso. Per una sera, così, l'uomo più pericoloso si rivela Cassano, che cerca la conclusione tre volte, ma anche lui senza angolare abbastanza il tiro. Cinque chiare occasioni da gol in un tempo non sono poche, eppure il Milan non dà la sensazione di essere padrone del match perché, come temeva Allegri, concede troppo spazio al pericoloso contropiede avversario.
Professor Seedorf - E qui si nota la differenza di velocità tra le due squadre, soprattutto in mezzo al campo dove Nocerino, Van Bommel e Seedorf hanno un ritmo inferiore rispetto agli avversari, anche se il capitano olandese gioca con grande intelligenza, da vero professore, senza sprecare un pallone, salutato alla fine dall'ovazione del pubblico. Mentre Emanuelson fatica a calarsi nel ruolo di trequartista, facendo crescere il rimpianto per le assenze di Robinho e Boateng, i campioni della Repubblica Ceca si avvicinano facilmente ad Abbiati, graziandolo in più di un'occasione, come al 40' quando capitan Horvath in corsa calcia fuori di pochissimo.
Doppia svolta - Malgrado le difficoltà e i rischi, l'intervallo non suggerisce alcun cambio ad Allegri anche perché la panchina offre poco. Ma come spesso accade nel calcio, alla distanza la classe dei campioni batte l'organizzazione di chi i campioni non li ha. E così dopo l'ultimo regalo di Emanuelson che spreca sopra la traversa il pallone dell'1-0, ecco la svolta propiziata da Ibrahimovic il cui spunto in area viene fermato da un braccio allargato di Cisovsky. Lo svedese trasforma dal dischetto il rigore fiscale che vale il meritato 1-0 e la partita finisce. Cassano manca il raddoppio in corsa, ma si rifà poco dopo con un bellissimo gol, quando trasforma un assist di Ibrahimovic inventando un «cucchiaio» di destro. Un regalo a Berlusconi che oggi compie 75 anni e un sospiro di sollievo per i tifosi in tribuna e davanti alla tv. Il Milan è ripartito anche in Champions, incominciando nel modo migliore lo slalom parallelo con il Barcellona perché, gol a parte, hanno ancora gli stessi punti. E se Allegri recupererà anche gli altri infortunati, nella sfida diretta del 23 novembre a San Siro ci sarà da divertirsi.
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