
La lezione di Aurelio De Laurentiis è stata seguita con grande interesse dagli studenti coi quali il presidente del Napoli s'è intrattenuto a lungo rispondendo alle loro domande.
Finale Champions S'è parlato di Inter-Napoli, ovviamente, l'anticipo di domani sera, che è già considerato una sfida scudetto: «Sarà una gara emozionante. Ce la giocheremo con grande impegno. Non ci sarà Cavani, è vero, e mi dispiace tanto. Ho capito che pure lui è un essere umano: credevo fosse di gomma», ha detto De Laurentiis che ha destinato uno dei suoi pensieri a Massimo Moratti: «So che ha tifato Napoli l'altra sera, in Champions, è stato molto carino». Parlando di Champions, ha confessato un suo desiderio: «In barba a Platini, sarebbe bella una finale tutta italiana, magari tra Napoli e Inter. Questa manifestazione merita grandi attenzioni da parte nostra. Poi, la mia è una squadra che si esalta contro le grandi, mentre le provinciali continuano a metterci in difficoltà. Comunque, domani sera lo spettacolo è garantito, con Ranieri l'Inter ha ritrovato la luce».
Pandev Vorrebbe vederlo in campo, De Laurentiis. Ma Mazzarri non ha ancora deciso chi sarà il sostituto dell'infortunato Cavani, che comunque sta accelerando i tempi di recupero: ha il 30% di possibilità di giocare. «Sono scaramantico e non faccio pronostici, ma mi piacerebbe se vincessimo 0-1 con un gol di Pandev. Da lui mi aspetto il guizzo vincente, motivato com'è dal fatto di giocare contro la sua ex squadra». A proposito di Cavani, De Laurentiis ha escluso che l'attaccante possa rispondere alla convocazione della nazionale uruguaiana: «Se non può giocare domani sera, di sicuro non potrà farlo tra qualche giorno».
Tradizione negativa Le statistiche gli ricordano una verità scottante: l'ultima vittoria del Napoli, a San Siro, contro il Milan, risale a 17 anni fa. «Il 17 mi porta bene... Poi, è il numero di Marek Hamsik sul quale punto molto, come mi aspetto qualcosa d'importante da Lavezzi e Maggio».
Stadio Per il momento, il nuovo stadio resta soltanto un progetto: «Il San Paolo non si deve demolire, perché lì c'è la storia del Napoli e di Maradona. É una storia che non abbiamo ancora eguagliato, ma la storia resta. Il quartiere di Fuorigrotta andrebbe rivisto, ci vorrebbe un po' di coraggio e rimetterlo in piedi, lasciando intatta l'operatività del San Paolo».
Coppa America É nello sport, tuttavia, che De Laurentiis intravede il risorgimento della città. «La Coppa America può dare il via alla rinascita di Napoli, a patto che i napoletani non si facciano la guerra tra di loro. In questo Paese servirebbe la rivoluzione, se uno non funziona, si dovrebbe scendere in piazza e cacciarlo via, a prescindere da quello che decidono Camera e Senato». L'ultimo sogno del presidente del Napoli ha qualcosa di suggestivo: «Portiamo a Napoli la Formula Uno, abbiamo il golfo più bello del mondo e non lo valorizziamo, ma andiamo a Sharm El Sheik a regalare soldi agli stranieri. Capri, Ischia e la costiera amalfitana ora chiudono. Portiamo qui la Formula Uno! Non dobbiamo fermarci».
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