venerdì 30 settembre 2011

DiBenedetto: «Sensi? Un'eredità dolorosa»


GASPORT (A. CATAPANO) - I conti con il passato — «Abbiamo ricevuto un'eredità dolorosa — dice —, ma non abbiamo niente da guadagnare a parlar male della Sensi, qualunque cosa possa dire suonerebbe negativa» — e lo sguardo dritto nel futuro: «Vogliamo portare la Roma ai massimi livelli e restarci».


Strategie Due interviste in un giorno, è l'uomo del momento. Il neo presidente della Roma Thomas DiBenedetto si concede a l'Espresso e alla rivista ufficiale del club. Più politico e interessante il primo intervento (con stoccata a Berlusconi: «Al momento sfortunatamente è impegnato su altri fronti, e qui mi fermo...»). Al settimanale l'imprenditore di Boston racconta quale sarà il core business della sua azienda. «Roma è in una posizione unica, è il centro dell'universo per due miliardi di persone. La mia sfida è trasformare i clienti affascinati dalla città in tifosi di calcio. Per arrivare a questo dobbiamo concentrarci sul marchio e svilupparlo». Concetti rivoluzionari a Trigoria. L'azienda Roma è all'anno zero, come testimonia il report di Brand Finance Plcpubblicato ieri: il club giallorosso è 18° in Europa, il suo marchio vale «solo» 63 milioni di sterline, a distanza siderale dal Manchester United, capolista a 412. Come recuperare il gap? «Sarà fondamentale il web — spiega DiBenedetto: dagli Stati Uniti abbiamo portato a Roma gente con profonde radici italiane per investire sui social media e nel marketing di Internet».

Uomini Shergul Arshad, Mark Pannes e Sean Barror: sono i nomi dei manager americani attesi a Roma tra domani e lunedì, DiBenedetto ha posticipato tutti gli incontri istituzionali alla seconda metà di ottobre per riunirsi con gli uomini spediti dal socio Pallotta. Con loro affronterà anche la questione stadio«e speriamo di essere i primi a seguire la Juventus, mi auguro già dal 2012. Alemanno è dalla nostra parte e ci sono diversi imprenditori locali interessati, ma avremo bisogno della collaborazione di tutte le forze politiche». Bilancio in perdita, aumento di capitale urgente, Opa da lanciare tra un paio di settimane: ieri la Consob ha chiesto ai dirigenti della Roma le informazioni necessarie a sbloccare la pratica (e il club ha ricevuto la visita di Covisov e Deloitte). L'agenda di DiBenedetto (e del socio UniCredit) è piena e gravosa. «Di sicuro, però, bisogna prima di tutto incominciare a vincere — chiede il presidente — e il nostro staff, con Luis Enrique, Baldini e Sabatini, è pronto a farlo». Altrimenti, di che parliamo?

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