GASPORT (M. CECCHINI) - Lasciando il ritiro di Riscone, nel fare i bagagli evidentemente qualcosa è stato dimenticato. Fateci caso: laRoma ha perso gli attaccanti e, con loro, anche la strada del gol.
I numeri, d'altronde, sono impietosi: nelle tre partite ufficiali finora disputate la squadra di Luis Enrique ha segnato solo due gol, entrambi scaturiti da palla inattiva (un angolo e una punizione). Non faceva peggio dalla stagione 1995-96, quando a segnare l'unica rete fu (pensate un po') Branca, ora d.g. dell'Inter.
Attaccanti in crisi - Non solo. Le due reti attuali sono state realizzate da due centrocampisti (Perrotta e De Rossi), perché le punte hanno materializzato finora una sola rete. Fra Innsbruck, Psg, Vasas Budapest, Valencia, Slovan Bratislava (andata e ritorno) e Cagliari, sapete chi è riuscito a fare gol? Il baby Caprari, mentre l'argenteria più o meno nobile (Totti, Bojan, Borriello, Okaka, Osvaldo e Borini) sia pur con minutaggi diversi, ha complessivamente deluso.
Flop Bojan - Il volto vero della crisi dell'attacco, però, finora è quello di Bojan. L'ex Barcellona, attesissimo, è stato il più impiegato da Luis Enrique, finendo per vedersi appiccicata addosso l'etichetta di «cocco» dell'allenatore. Il discorso sul giovane spagnolo è chiaro. Il talento indiscutibile anche a Barcellona non è stato supportato da un carattere forte, cosicché il metodo di Luis Enrique è stato: dargli fiducia «a prescindere», facendolo partire sempre da titolare. Le timidezze, unite a qualche sciupìo, però sono rimaste tutte e cosìBojan adesso è in discussione, ma d'altronde in buona compagnia, visto che anche Osvaldo — il più pagato dell'ultimo mercato italiano — sembra essere a disagio sulla fascia. Sarà contento Totti, allora? Neppure, perché ora gioca troppo lontano dalla porta per poter incidere in zona gol. Insomma, se si pensa che Borriello è considerato un rincalzo, Borini un «di più» e Lamela ancora uno da scoprire (ma ieri si è allenato bene), si capisce come l'ansia cresca.
Confronto & Cena - Insomma, il tecnico avrà da lavorare, anche perché la dirigenza — che ieri lo ha confortato — pur non volendo influire sulle scelte pensa che la manovra sia troppa lenta, le verticalizzazioni esigue e i movimenti degli attaccanti non efficaci. Ieri, alla ripresa del lavoro, Luis Enrique ha parlato per pochi minuti alla squadra, che poi si è vista a cena fuori. Il senso: continuiamo così, bene aver segnato nel finale perché la grinta c'è, i tifosi ci stanno vicini, usciremo dalla crisi. Insomma, non concetti indimenticabili. Più importante, invece, che Bojan abbia interrotto prima l'allenamento per un affaticamento al flessore della coscia sinistra. Oggi si valuterà, se sarà il caso anche con esami clinici. Insomma, momento nero. I grandi sogni barcellonesi, per ora, paiono coperti di polvere.
I numeri, d'altronde, sono impietosi: nelle tre partite ufficiali finora disputate la squadra di Luis Enrique ha segnato solo due gol, entrambi scaturiti da palla inattiva (un angolo e una punizione). Non faceva peggio dalla stagione 1995-96, quando a segnare l'unica rete fu (pensate un po') Branca, ora d.g. dell'Inter.
Attaccanti in crisi - Non solo. Le due reti attuali sono state realizzate da due centrocampisti (Perrotta e De Rossi), perché le punte hanno materializzato finora una sola rete. Fra Innsbruck, Psg, Vasas Budapest, Valencia, Slovan Bratislava (andata e ritorno) e Cagliari, sapete chi è riuscito a fare gol? Il baby Caprari, mentre l'argenteria più o meno nobile (Totti, Bojan, Borriello, Okaka, Osvaldo e Borini) sia pur con minutaggi diversi, ha complessivamente deluso.
Flop Bojan - Il volto vero della crisi dell'attacco, però, finora è quello di Bojan. L'ex Barcellona, attesissimo, è stato il più impiegato da Luis Enrique, finendo per vedersi appiccicata addosso l'etichetta di «cocco» dell'allenatore. Il discorso sul giovane spagnolo è chiaro. Il talento indiscutibile anche a Barcellona non è stato supportato da un carattere forte, cosicché il metodo di Luis Enrique è stato: dargli fiducia «a prescindere», facendolo partire sempre da titolare. Le timidezze, unite a qualche sciupìo, però sono rimaste tutte e cosìBojan adesso è in discussione, ma d'altronde in buona compagnia, visto che anche Osvaldo — il più pagato dell'ultimo mercato italiano — sembra essere a disagio sulla fascia. Sarà contento Totti, allora? Neppure, perché ora gioca troppo lontano dalla porta per poter incidere in zona gol. Insomma, se si pensa che Borriello è considerato un rincalzo, Borini un «di più» e Lamela ancora uno da scoprire (ma ieri si è allenato bene), si capisce come l'ansia cresca.
Confronto & Cena - Insomma, il tecnico avrà da lavorare, anche perché la dirigenza — che ieri lo ha confortato — pur non volendo influire sulle scelte pensa che la manovra sia troppa lenta, le verticalizzazioni esigue e i movimenti degli attaccanti non efficaci. Ieri, alla ripresa del lavoro, Luis Enrique ha parlato per pochi minuti alla squadra, che poi si è vista a cena fuori. Il senso: continuiamo così, bene aver segnato nel finale perché la grinta c'è, i tifosi ci stanno vicini, usciremo dalla crisi. Insomma, non concetti indimenticabili. Più importante, invece, che Bojan abbia interrotto prima l'allenamento per un affaticamento al flessore della coscia sinistra. Oggi si valuterà, se sarà il caso anche con esami clinici. Insomma, momento nero. I grandi sogni barcellonesi, per ora, paiono coperti di polvere.
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