mercoledì 14 settembre 2011

Del Piero: "Conte aprirà un ciclo. Voglio la Champions"


CORSPORT (A. BARILLA') - Del Piero, questa Juve fa sognare.
«Sono strafelice perché non si poteva inizia­re meglio, però smorzerei i toni: quasi vincia­mo la Champions League senza giocarla! Ci attende una settimana delicata e quando tut­to gira bene si rischiano errori: concentria­moci sul lavoro per far sì che l’entusiasmo continui».

Teme più il Siena o un calo di concentrazio­ne?

«Non credo alle partite semplici, basta riepi­logare l'ultima stagione: le squadre che si so­no classificate dopo di noi ci hanno fatto 'un mazzo così' e siamo riusciti a battere quelle che ci hanno preceduto. Dovremo essere bra­vi ad assorbire le cose positive del debutto, facendo tesoro degli errori commessi. Dopo il Siena, ci aspettano Bologna e Catania».
Avrete più tempo di Milan, Inter e Napoli che cominciano l'avventura in Europa...

«Vedere il pallone della Champions (nello studio di Sky Sport, con cui è collegato) è cru­dele: l'auspicio è di calciarlo presto».
Fuori dalle coppe: può essere un vantaggio?
«Non c'è una regola: le partite infrasettima­nali possono appannare la condizione ma consentono affinare i meccanismi di gioco, con le settimane vuote succede il contrario. Saremo noi a dover trasformare la lontanan­za dall'Europa in un vantaggio».
Domenica, oltre che per alcuni tocchi raffi­nati, ha brillato per generosità: come si sen­te fisicamente?

«Bene, pronto a dare una mano. Dobbiamo essere tutti al top per interpretare un sistema che in undici esalta, ma diventa un problema se solo uno è sottotono».
Proprio Conte, dopo un gol segnato a 34 an­ni, sottolineò la mancanza di equilibrio ver­so la terza età del pallone: se giochi bene la domanda è quanto duri, se invece giochi ma­le sei finito...

«Attorno a me, la discussione è iniziata pri­ma: dall'infortunio ai cambi generazionali quando avevo 30-31 anni. Mi concentro sul­le persone che mi sostengono, fortunatamen­te tantissime, e su me stesso, cercando di avere la lucidità di sapere ciò che è più giu­sto fare. Questa è la mia forza».
Lunedì ha festeggiato diciott'anni in bianco­nero: debuttò a Foggia il 12 settembre '93.

«Ci ho pensato a lungo e mi sono passate da­vanti mille immagini, a cominciare proprio da quella partita. A un certo punto, però, ho detto basta: era già il momento di guardare avanti. Ringrazio per quello che ho avuto, ma voglio continuare a migliorarmi. E cullo an­cora dei sogni, ma è meglio non svelarli».
Sarà alla Juve anche il prossimo anno?
«La stagione è appena iniziata: aspettiamo un po' prima d'intavolare questo discorso».

Andrà in America?
«Mi auguro di rimanere alla Juve più a lun­go possibile e oggi non è il momento di par­lare di questa situazione. Per il momento, in America vado in vacanza».
Quali saranno le prime quattro della classi­fica a fine campionato?

«Come si fa a dirlo dopo una sola giornata? Indubbiamente, Milan ed Inter hanno un or­ganico pazzesco. Subito dietro il Napoli, la Roma, la Lazio e la Juve».
Milan e Inter hanno sofferto al debutto...
«La Lazio ha fatto un buon mercato e ha il vantaggio di partire in sordina: darà fastidio a tutti, non solo ai rossoneri. E a Palermo è dura sempre: anche noi ci abbiamo lasciato le penne. Sinceramente, mi ha sorpreso di più la sconfitta della Roma».
Dice Buffon: 'Quando ho visto giocare Pirlo, ho pensato Dio c'è'....

«E' fantastico che Andrea possa giocare così bene da noi, ma io non avevo dubbi visto il calciatore che è».
Vuol descriverci Conte allenatore?
«Cura i particolari, 'rompe le scatole' su tut­to, ha un'idea: ci auguriamo tutti che la sua carriera alla Juve possa durare tanti anni».
Chiudiamo con Ale 10 Friends for Japan, un'altra sua splendida vittoria: oltre venti­mila magliette vendute e più di trecentomi­la dollari devoluti alla Croce Rossa giappo­nese
«Siamo molto felici, è bello vedere le magliet­te in tutto il mondo, dalla Nuova Zelanda al­l'Afghanistan. Ringrazio chi mi ha aiutato: le squadre di A e B, l'Aic, l'Aia, i tanti personag­gi che hanno pubblicizzato l'iniziativa. Ma an­che gli enti, le aziende, le pizzerie, le squadre di calcetto, le singole persone che le hanno acquistato o inviato donazioni. L'attenzione sul dramma giapponese in Italia s'è attenua­ta, ma c'è una popolazione che lotta per rial­zarsi ».

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