lunedì 19 settembre 2011

Aquilani a segno. Il Napoli reagisce, 3 gol del Matador per il ribaltone


GASPORT (L. CALAMAI) - Lo urlano in 60 mila: «Siamo i più forti». Giù la maschera. Napoli non ha più voglia di nascondere le proprie ambizioni. Nella prima sfida scudetto la squadra di Mazzarri dimostra che le ambizioni estive avevano basi solide, che gli investimenti di mercato e la conferma dei «tre tenori» hanno garantito l'atteso salto di qualità.
Certo, la stagione è solo alle prime curve, ma il Napoli in pochi giorni ha vinto in trasferta a Cesena, ha fatto tremare in Champions gli sceicchi del City e, infine, ha liquidato con un perentorio 3-1 i campioni d'Italia del Milan, vittoria che vale il primo posto con Juventus, Udinese e Cagliari. Tre indizi fanno una prova: il presidente De Laurentiis ha costruito un cast da Oscar. L'eroe in copertina è El Matador, autore di una fantastica tripletta. Un fuoriclasse per il quale Mourinho e il Real, la primavera scorsa, erano pronti a investire 50 milioni. Cavani è un terminale micidiale, è il «nostro» Rooney. Negli occhi restano le sue rasoiate implacabili, siluri che mortificano Abbiati e ilMilan.
Capolavori - Difficile scegliere il gol più bello, facile indicare il più importante, il primo, al 13'. Una conclusione al volo, raccogliendo una torre di Maggio che permette al Napoli di pareggiare il gol realizzato 2 minuti prima di testa da Aquilani (su assist di Cassano). Le altre due reti sono un cocktail di potenza e precisione. Ma la prova del Matador va oltre questi capolavori balistici. Il fuoriclasse uruguaiano garantisce anche un pressing importante su Van Bommel e preziosi ripiegamenti sulla linea di centrocampo per aprire spazi alle verticalizzazioni dei suoi compagni. Insomma, una partita totale per un giocatore totale. Ma, sempre restando in tema cinematografico, anche gli attori non protagonisti recitano un ruolo decisivo. Uno su tutti: Inler. Il talento svizzero è il vero uomo in più della squadra di Mazzarri. Ricordate il giorno della presentazione? La maschera di leone che il presidente De Laurentiis gli ha fatto indossare? Beh, una provocazione azzeccata. Inler è tanta roba. In fase di recupero riesce a sradicare palloni su palloni dai piedi dei centrocampista avversari. E quando è chiamato a impostare è abile nel trovare subito la verticalizzazione giusta. Soldi spesi benissimo. Ma anche i «vecchi» non tradiscono. De Sanctis compie un mezzo miracolo respingendo di piedi un diagonale a botta sicura di Aquilani; il guerriero Gargano si traveste da Lavezzi macinando a tempo di record 40 metri di campo e servendo a Cavani l'assist per il 2-1 e Lavezzi si veste da Lavezzi per mettere il suo marchio a un paio di azioni offensive, una delle quali porta al definitivo 3-1. San Gennaro ha fatto la grazia riportando il Napoli ai tempi d'oro. Non c'è Maradona, è vero. Ma Cavani ha tutto per entrare come il leggendario Diego nel cuore e nell'albo d'oro del pianeta partenopeo.
Allarme E il Milan? - Questo passo falso lascia un graffio doloroso nella testa e nella classifica dei rossoneri. A proposito, mai le due milanesi avevano raccolto solo un punto nelle prime due giornate di campionato. Un dato statistico che diventa ancor più allarmante considerato che Juve e Napoli hanno già 5 lunghezze di vantaggio. Partiamo da un paio di attenuanti. Allegri ha dovuto rinunciare a quasi tutto l'attacco titolare (Ibra, Boateng e Robinho) e a tre quarti di centrocampo (Ambrosini e Gattuso). Gente di qualità e di sostanza. Tra l'altro gli impegni ravvicinati (e che impegni, il Barcellona in Champions) rendevano necessario, anzi quasi indispensabile, un sostanzioso turnover. In più, il Milan ha avuto due occasioni per tornare in partita, ma Aquilani non è riuscito a infilare il 2-2 e l'arbitro non ha ritenuto di punire con il rigore un netto fallo di mano di Cannavaro su traversone di Nocerino. Rigore che poteva riaccendere i rossoneri (si era sul 3-1). Snocciolate le attenuanti, resta un Milan grigio. Si può salvare Cassano, non un mostro di continuità, ma autore dell'assist per Aquilani e di un altro paio di aperture illuminanti, e si può assolvere lo stesso Aquilani, che non è Boateng (un bel po' di muscoli in meno), ma che non ha sfigurato nel ruolo di trequartista. Ma gli altri? La linea di centrocampo è letteralmente franata. A cominciare da un Van Bommel travolto dal confronto con Inler. E senza un minimo di copertura anche la difesa ha ballato come non mai. La fragilità del centrocampo è emersa chiara fin dai primi minuti ma Allegri non ha saputo cambiare rotta consegnando, colpevolmente, la squadra al micidiale contropiede del Napoli. L'ultimo brutto voto è per Pato. Stavolta, in versione talento svogliato. Il Papero non riesce a compiere il salto di qualità e allora si rassegni a una verità per lui scomoda: il Milan non aspetta altro che di riconsegnarsi a Ibra.

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