Poi tutto il resto: un mucchio selvaggio dal quale Inter e Milan - se eviteranno subito le schegge impazzite (leggi non teste di serie) Manchester City e Borussia Dortmund - potrebbero scivolare senza troppi problemi agli ottavi. Quando comincerà la vera Champions.
Dov'è Sacchi? Tutti contro il Barça allora, a cominciare da Mourinho, e l'Italia alla ricerca disperata del suo passato: scaraventati fuori dall'élite del calcio europeo (retrocessione al 4o posto del ranking Uefa) malgrado l'episodica Champions 2010 dell'Inter-Mou, i nostri club sono da tempo in imbarazzo nelle coppe. Come se la lezione di Sacchi, elaborata da Lippi, Ancelotti e Scala, fosse stata dimenticata: si subisce, non si impone il gioco. In più, la crisi economica: non è arrivato nessun big, sono fuggiti Eto'o, Pastore e Sanchez.
Non facile sfidare le spagnole, il Chelsea del teenager Villas Boas (33 anni), il Manchester United che rinasce ogni stagione, l'inevitabile sorpresa come lo Schalke semifinalista 2011. Anche se la formula Platini - allargata ai vincitori dei campionati più piccoli - riduce la cifra tecnica del torneo con Apoel, Bate, Genk, Otelul, Trabzonspor e Plzen.
Paradosso Inter Eliminata l'Udinese, l'Italia resta in gioco con Inter (prima fascia), Milan (seconda) e Napoli (quarta). Ancora una volta Inghilterra e Spagna ci surclassano con 4 qualificate su 4, mentre Germania (il sorpasso nel ranking non è un caso) e Francia hanno anche loro tre rappresentanti. E nella prossima Champions l'Italia perderà un club. Unica delle nostre in prima fascia, l'Inter è soltanto teoricamente messa meglio: beccare Lione (Valencia, Villarreal), Manchester City e Borussia Dortmund, non impossibile, sarebbe grottesco. L'alternativa da sballo, però, esiste: Cska, Bate e Otelul.Milan-Napoli Per assurdo può andare meglio al Milan, che ha perso l'occasione d'agganciare la prima fascia con il k.o. dell'Udinese, e anche al debuttante Napoli. I rossoneri sognano un gruppo con Arsenal, Bate e Otelul (e scongiurano di ritrovarsi con Barça, ManCity e Borussia Dortmund, sorta di «final four»). Per gli azzurri, un gruppo con Arsenal, Cska e Bate è alla portata e servirebbe anche a rispondere alle ripetute richieste di Superlega di De Laurentiis: per partecipare non basta il nome. Niente Champions invece per il Fenerbahçe, coinvolto in uno scandalo di partite truccate nel campionato turco: l'Uefa ne ha imposto il ritiro, sostituito dal Trabzonspor (che per questo oggi non gioca il ritorno del playoff di Europa League con l'Athletic Bilbao, baschi avanti d'ufficio).
Italia prima Se i tre successi del Barcellona hanno lanciato la Spagna in testa alla classifica delle Champions vinte (13 contro 12 italiane), ai nostri club resta un primato: quello delle coppe internazionali complessive. Italia a quota 47, Spagna 45, poi Inghilterra 38: ma già domani a Montecarlo, nella Supercoppa contro il Porto, il distacco può ridursi. Così come rischiano di ridursi i margini di manovra tra Uefa, Fifa e club: calendario internazionale, infortuni dei convocati, fair play finanziario e altri temi che possono esplodere presto. In queste ore Platini ricomincerà a tessere la sua diplomazia: ma non è detto che sarà ancora sufficiente. Non è la sua unica preoccupazione: l'esperimento degli arbitri di porta si conclude con la finale del 19 maggio a Monaco, e Blatter non vede l'ora che fallisca.
Paradosso Inter Eliminata l'Udinese, l'Italia resta in gioco con Inter (prima fascia), Milan (seconda) e Napoli (quarta). Ancora una volta Inghilterra e Spagna ci surclassano con 4 qualificate su 4, mentre Germania (il sorpasso nel ranking non è un caso) e Francia hanno anche loro tre rappresentanti. E nella prossima Champions l'Italia perderà un club. Unica delle nostre in prima fascia, l'Inter è soltanto teoricamente messa meglio: beccare Lione (Valencia, Villarreal), Manchester City e Borussia Dortmund, non impossibile, sarebbe grottesco. L'alternativa da sballo, però, esiste: Cska, Bate e Otelul.Milan-Napoli Per assurdo può andare meglio al Milan, che ha perso l'occasione d'agganciare la prima fascia con il k.o. dell'Udinese, e anche al debuttante Napoli. I rossoneri sognano un gruppo con Arsenal, Bate e Otelul (e scongiurano di ritrovarsi con Barça, ManCity e Borussia Dortmund, sorta di «final four»). Per gli azzurri, un gruppo con Arsenal, Cska e Bate è alla portata e servirebbe anche a rispondere alle ripetute richieste di Superlega di De Laurentiis: per partecipare non basta il nome. Niente Champions invece per il Fenerbahçe, coinvolto in uno scandalo di partite truccate nel campionato turco: l'Uefa ne ha imposto il ritiro, sostituito dal Trabzonspor (che per questo oggi non gioca il ritorno del playoff di Europa League con l'Athletic Bilbao, baschi avanti d'ufficio).
Italia prima Se i tre successi del Barcellona hanno lanciato la Spagna in testa alla classifica delle Champions vinte (13 contro 12 italiane), ai nostri club resta un primato: quello delle coppe internazionali complessive. Italia a quota 47, Spagna 45, poi Inghilterra 38: ma già domani a Montecarlo, nella Supercoppa contro il Porto, il distacco può ridursi. Così come rischiano di ridursi i margini di manovra tra Uefa, Fifa e club: calendario internazionale, infortuni dei convocati, fair play finanziario e altri temi che possono esplodere presto. In queste ore Platini ricomincerà a tessere la sua diplomazia: ma non è detto che sarà ancora sufficiente. Non è la sua unica preoccupazione: l'esperimento degli arbitri di porta si conclude con la finale del 19 maggio a Monaco, e Blatter non vede l'ora che fallisca.
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