GASPORT (M. PASOTTO) - Boateng dietro a Pato e Ibra. Sui «campetti» estivi e seguendo i fili più banali della logica, i titolari dell'attacco rossonero dovrebbero essere loro. Dietro le ovvietà, però, a volte nascono o si nascondono strade diverse. Che lungo la stagione possono prendere forma per esigenze, emergenze o semplici scelte tattiche.
Ad esempio: in questo tridente da mille e una notte non trova spazio gente come Robinho e Cassano. E allora quelle strade più nascoste potrebbero diventare percorribili con le alternative tattiche. Ad esempio: se Boateng giocasse in mediana, Robinho si potrebbe piazzare dietro le punte. Oppure potrebbero venire fuori semplici (si fa per dire) ballottaggi: gioca chi sta meglio, chi dà più garanzie. In chiave futura, potrebbe essere la situazione di Pato e Cassano. A meno che Allegri non segua pedestremente i pareri della proprietà («vedo bene Cassano dietro Pato e Ibra», era stata la sentenza del Cavaliere dopo il Trofeo Berlusconi), difficilmente li vedremo in campo insieme.
Quante staffette I tabellini dell'anno scorso parlano chiaro. In campionato i due hanno giocato accanto dal primo minuto solo a Palermo (nella partita rossonera più disastrosa della stagione), e qualche volta hanno condiviso una manciata di minuti quando il compagno entrava a gara in corso. Quindi le presenze dicono che quando c'era uno, mancava l'altro. Anzi, spesso uno ha sostituito l'altro. All'inizio toccò a Pato accomodarsi in panchina vicino ad Allegri: a gennaio l'impatto di Cassano fu molto positivo e Pato era reduce da un mese e mezzo di stop a causa di un guaio muscolare a una coscia. A cavallo tra febbraio e marzo il processo si invertì: Antonio, dopo le prime apparizioni ricche di spunti, subì una sorta di overdose di pallone. La leggerezza e l'ottimo approccio iniziali, dopo il brutto addio alla Samp, furono appesantiti dagli allenamenti e da una condizione fisica che non era la stessa dei compagni. Così Pato si riprese il posto e finì per relegare il compagno a quarta scelta dell'attacco rossonero.
Gap colmabile? In pratica, la stessa situazione con cui si è ripartiti a metà luglio. Ora è tutto diverso. Almeno, lo è per Cassano, che nelle ultime settimane ha dimostrato di poter servire — e molto — a questo Milan e ha guadagnato fiducia in se stesso, allontanando i brutti pensieri di emigrare altrove. Questo non significa che al momento Pato e Cassano se la giochino alla pari. Anzi, il gap fra i due è ancora piuttosto elevato, però Cassano ha iniziato a ridurlo e il Milan si augura che continui a farlo. Perché ne gioverebbe la squadra, e anche perché il brasiliano probabilmente non avrebbe quei cali di tensione in cui ogni tanto cade lungo la stagione.
Dualismo a distanza La strada di Cassano per mettersi nella scia della ruota di Pato è quindi lunga, ma percorribile. La prossima pedalata passa dalla Nazionale. Antonio dovrà dimostrare che la bella prova con la Spagna non è stata merito soltanto del pubblico di Bari o della fascia di capitano. Far Oer e Slovenia potrebbero essere gli avversari giusti per confermare i progressi, magari con un gol. E anche Pato dovrà darsi da fare col Brasile. Il Papero, assieme a tutti i compagni, è rimasto invischiato nel flop di Coppa America e non ha reso quanto ci si attendeva. Soprattutto nel momento decisivo del torneo è affondato con la squadra, forse soffocato dai paragoni con Ronaldo e dalla grande responsabilità di essere il centravanti della Seleçao. Lunedì prossimo col Ghana per lui sarà solo un'amichevole, ma in fondo Cassano lo si può «tenere a bada» anche così.
Ad esempio: in questo tridente da mille e una notte non trova spazio gente come Robinho e Cassano. E allora quelle strade più nascoste potrebbero diventare percorribili con le alternative tattiche. Ad esempio: se Boateng giocasse in mediana, Robinho si potrebbe piazzare dietro le punte. Oppure potrebbero venire fuori semplici (si fa per dire) ballottaggi: gioca chi sta meglio, chi dà più garanzie. In chiave futura, potrebbe essere la situazione di Pato e Cassano. A meno che Allegri non segua pedestremente i pareri della proprietà («vedo bene Cassano dietro Pato e Ibra», era stata la sentenza del Cavaliere dopo il Trofeo Berlusconi), difficilmente li vedremo in campo insieme.
Quante staffette I tabellini dell'anno scorso parlano chiaro. In campionato i due hanno giocato accanto dal primo minuto solo a Palermo (nella partita rossonera più disastrosa della stagione), e qualche volta hanno condiviso una manciata di minuti quando il compagno entrava a gara in corso. Quindi le presenze dicono che quando c'era uno, mancava l'altro. Anzi, spesso uno ha sostituito l'altro. All'inizio toccò a Pato accomodarsi in panchina vicino ad Allegri: a gennaio l'impatto di Cassano fu molto positivo e Pato era reduce da un mese e mezzo di stop a causa di un guaio muscolare a una coscia. A cavallo tra febbraio e marzo il processo si invertì: Antonio, dopo le prime apparizioni ricche di spunti, subì una sorta di overdose di pallone. La leggerezza e l'ottimo approccio iniziali, dopo il brutto addio alla Samp, furono appesantiti dagli allenamenti e da una condizione fisica che non era la stessa dei compagni. Così Pato si riprese il posto e finì per relegare il compagno a quarta scelta dell'attacco rossonero.
Gap colmabile? In pratica, la stessa situazione con cui si è ripartiti a metà luglio. Ora è tutto diverso. Almeno, lo è per Cassano, che nelle ultime settimane ha dimostrato di poter servire — e molto — a questo Milan e ha guadagnato fiducia in se stesso, allontanando i brutti pensieri di emigrare altrove. Questo non significa che al momento Pato e Cassano se la giochino alla pari. Anzi, il gap fra i due è ancora piuttosto elevato, però Cassano ha iniziato a ridurlo e il Milan si augura che continui a farlo. Perché ne gioverebbe la squadra, e anche perché il brasiliano probabilmente non avrebbe quei cali di tensione in cui ogni tanto cade lungo la stagione.
Dualismo a distanza La strada di Cassano per mettersi nella scia della ruota di Pato è quindi lunga, ma percorribile. La prossima pedalata passa dalla Nazionale. Antonio dovrà dimostrare che la bella prova con la Spagna non è stata merito soltanto del pubblico di Bari o della fascia di capitano. Far Oer e Slovenia potrebbero essere gli avversari giusti per confermare i progressi, magari con un gol. E anche Pato dovrà darsi da fare col Brasile. Il Papero, assieme a tutti i compagni, è rimasto invischiato nel flop di Coppa America e non ha reso quanto ci si attendeva. Soprattutto nel momento decisivo del torneo è affondato con la squadra, forse soffocato dai paragoni con Ronaldo e dalla grande responsabilità di essere il centravanti della Seleçao. Lunedì prossimo col Ghana per lui sarà solo un'amichevole, ma in fondo Cassano lo si può «tenere a bada» anche così.
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