GASPORT (G.B. OLIVERO) - Ci sono partite che valgono doppio. Magari non te ne accorgi subito, ma quando rileggi la storia di un campionato questa realtà viene a galla. Naturalmente il concetto ha una duplice valenza: in positivo e in negativo.
La trasferta dellaJuve a Verona ha tutta l'aria di essere una di quelle partite. Il Chievo è una brutta bestia: difende, attacca, si chiude, riparte. «Se ilChievo ci batte ci raggiunge», dice Conte e quella che suona come una battuta è in realtà un grande attestato di stima. Però è chiaro che la Juve ha bisogno di dare continuità alle sue vittorie e un pareggio al Bentegodi sarebbe un mezzo passo falso soprattutto dal punto di vista psicologico. Per ovviare a queste difficoltà Conte pensa di proporre da titolare Del Piero che si è allenato molto bene in settimana e ieri sul suo sito ha detto: «Siamo carichi e pronti a ripartire. Ma consapevoli che siamo solo all'inizio e servono conferme, conferme e conferme». I bianconeri stanno riempiendo il serbatoio dell'autostima e un filotto di successi consecutivi (il calendario poi prevede gare casalinghe con Genoa e Fiorentina) è il modo migliore per avvicinarsi alle trasferte consecutive con Inter e Napoli.
Con Ferrara - A rendere complicata e importante questa partita non ci sono solo le qualità del Chievo e l'obbligo di mantenere a distanza le inseguitrici. La Juve deve dimostrare di aver metabolizzato la grande vittoria contro il Milan: la cosa non è così scontata alla luce di quanto accaduto negli ultimi due campionati. Nel 2009-10 e nel 2010-11 i bianconeri hanno spesso dato il massimo nei big-match, mentre sono crollati con le provinciali. Ci sono 3 episodi che segnalano quanto siano insidiose le prime trasferte dopo un'impresa. Il 5 dicembre 2009 la Juve di Ferrara batte l'Inter di Mourinho. Ma 7 giorni dopo i bianconeri crollano a Bari: 2-1 all'intervallo, poi Diego manda un rigore fuori dallo stadio e Almiron chiude la storia. In tutti i sensi: la settimana dopo la Juve perde in casa col Catania e Ferrara si avvicina all'esonero.
Con Delneri - Passa qualche mese, dopo l'interregno di Zaccheroni arriva Gigi Delneri. La Juve parte male, si riprende e il 30 ottobre 2010 vince a San Siro con il Milan: 2-1 con reti di Quagliarella e Del Piero prima dell'inutile timbro di Ibra. Il turno seguente è casalingo (Juve-Cesena 3-1), ma la prima trasferta prevista dal calendario equivale a un brusco risveglio: pessima prova e 1-1 a Brescia, vantaggio di Quagliarella e immediato pareggio di Diamanti. La storia si ripete a febbraio: il 13 Matri batte l'Inter, ma nelle due gare seguenti i bianconeri si sciolgono a Lecce e col Bologna (sconfitte per 2-0). E la qualificazione all'Europa si allontana in modo inesorabile. La Juve di Conte è profondamente diverse da quelle di Ferrara e Delneri. Ma oggi a Verona è attesa una conferma importante.
La trasferta dellaJuve a Verona ha tutta l'aria di essere una di quelle partite. Il Chievo è una brutta bestia: difende, attacca, si chiude, riparte. «Se ilChievo ci batte ci raggiunge», dice Conte e quella che suona come una battuta è in realtà un grande attestato di stima. Però è chiaro che la Juve ha bisogno di dare continuità alle sue vittorie e un pareggio al Bentegodi sarebbe un mezzo passo falso soprattutto dal punto di vista psicologico. Per ovviare a queste difficoltà Conte pensa di proporre da titolare Del Piero che si è allenato molto bene in settimana e ieri sul suo sito ha detto: «Siamo carichi e pronti a ripartire. Ma consapevoli che siamo solo all'inizio e servono conferme, conferme e conferme». I bianconeri stanno riempiendo il serbatoio dell'autostima e un filotto di successi consecutivi (il calendario poi prevede gare casalinghe con Genoa e Fiorentina) è il modo migliore per avvicinarsi alle trasferte consecutive con Inter e Napoli.
Con Ferrara - A rendere complicata e importante questa partita non ci sono solo le qualità del Chievo e l'obbligo di mantenere a distanza le inseguitrici. La Juve deve dimostrare di aver metabolizzato la grande vittoria contro il Milan: la cosa non è così scontata alla luce di quanto accaduto negli ultimi due campionati. Nel 2009-10 e nel 2010-11 i bianconeri hanno spesso dato il massimo nei big-match, mentre sono crollati con le provinciali. Ci sono 3 episodi che segnalano quanto siano insidiose le prime trasferte dopo un'impresa. Il 5 dicembre 2009 la Juve di Ferrara batte l'Inter di Mourinho. Ma 7 giorni dopo i bianconeri crollano a Bari: 2-1 all'intervallo, poi Diego manda un rigore fuori dallo stadio e Almiron chiude la storia. In tutti i sensi: la settimana dopo la Juve perde in casa col Catania e Ferrara si avvicina all'esonero.
Con Delneri - Passa qualche mese, dopo l'interregno di Zaccheroni arriva Gigi Delneri. La Juve parte male, si riprende e il 30 ottobre 2010 vince a San Siro con il Milan: 2-1 con reti di Quagliarella e Del Piero prima dell'inutile timbro di Ibra. Il turno seguente è casalingo (Juve-Cesena 3-1), ma la prima trasferta prevista dal calendario equivale a un brusco risveglio: pessima prova e 1-1 a Brescia, vantaggio di Quagliarella e immediato pareggio di Diamanti. La storia si ripete a febbraio: il 13 Matri batte l'Inter, ma nelle due gare seguenti i bianconeri si sciolgono a Lecce e col Bologna (sconfitte per 2-0). E la qualificazione all'Europa si allontana in modo inesorabile. La Juve di Conte è profondamente diverse da quelle di Ferrara e Delneri. Ma oggi a Verona è attesa una conferma importante.
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