CORSPORT (P. GUADAGNO / A. POLVEROSI) - «Il calcio non mi brucia più dentro come una volta». Sembra la frase di un vecchio appassionato di calcio che, sulla via della malinconia, non ritrova più i suoi antichi entusiasmi, perso com’è fra anticipi, posticipi, lunch game e prime time. Invece sono le parole di un protagonista, un campione, per molti un fuoriclasse del calcio di oggi: ZlatanIbrahimovic.
Gioca nel Milan, ha appena vinto uno scudetto e una Supercoppa Italiana, è uno dei giocatori più pagati al mondo, lo osannano ovunque, ha tifosi in tutto il pianeta, gli allenatori pendono dalle sue labbra e dai suoi piedi, i dirigenti lo riempiono di coccole, ma tutto questo, unito alla fortunadi fare il mestiere più bello al mondo, non gli basta più. Vuole altro, cerca la vitaaltrove.
UNA ROUTINE- Zlatan parla in Svezia, durante la conferenza stampa della nazionale gialloblù che punta alla qualificazione a Euro 2012 prima contro la Finlandia e poi contro l’Olanda. E spiega questi suoi nuovi, o quasi nuovi, turbamenti.« Ora il calcio è più un fatto di routine. E' un ritmo che ti è entrato dentro: vai sul campo, ti riscaldi, ti alleni e poi torni a casa. Prima, invece, capitava che rimanessi anche dopo la fine dell’allenamento perchè c'era sempre qualcosa da fare»,uno schema da migliorare, un tiro da perfezionare, un’idea da verificare.
«Quando ero giovane, il calcio era tutto per me e ogni cosa gli ruotava attorno. Capitava pure di non andare a scuola per andare a giocare».Sembra una crisi crepuscolare, di un crepuscolo precoce però. Ibra ha trent’anni (compiuti lunedì scorso), è legato al Milan da un contratto di 12 milioni di euro all’anno fino al 2014. Due giorni fa ha detto che si sente vecchio, ma che giocherà ancora per qualche stagione, stavolta sembra annunciare un ritiro anticipato.
« Nella vita capitano talmente tante cose che ogni momento ce ne sono di nuove. E per me è arrivato il momento di cominciare a pensare anche ad altro».Di più:«Cerco di giocare a calcio con i miei figli, ma spesso diventa difficile. Capita che non sia io a dire: “andiamo fuori a giocare”. Semmai mi unisco a loro».
SENZA ENTUSIASMO- E’ difficile che un giocatore si proponga alla gente mostrando quello che ha dentro. I timori di essere fraintesi e le convenienze spesso inducono a restare in superficie. Invece Ibrahimovic racconta il suo intimo.«Magari ci sarà solo un calciatore in famiglia(ride, ndr).Non penso che i miei bambini siano interessati, preferiscono altro. Magari il più piccolo, ma è molto aggressivo, è come suo padre». Vuole stare con loro, con i bambini, vuole andare a caccia di alci, vuole girare il mondo. Non sarà il nuovo Inzaghi.« La carriera di un calciatore dura 10- 15 anni e occorre ricavarne il massimo nel momento in cui si sviluppa. Penso che uno dovrebbe smettere quando è al top( ce l’ha fatta Platini, ndr).Non so ancora se io lo farò o no, ma di sicuro non giocherò ancora a lungo. Non andrò avanti all'infinito. Assolutamente no. Non mi vedrete correre sul campo con i capelli grigi».Gela la platea:« Mi spiace, ma non funziona più come in passato». E questa è la frase di chi si separa, di lui che lascia lei: cara, non ci capiamopiù.
L’AUTOBIOGRAFIA- Anche quando parla del suo problema all’adduttore, lo fa come chi non ha nessuna intenzione di affrettare i tempi: la salute prima di tutto.«Ora l’adduttore non è un problema. Mi sento bene. Ho giocato due gare e non ho avvertito fastidi. Però occorre fare attenzione e rispettare il proprio corpo. La gara di venerdì è molto importante e mi sto preparando per essere al top per la Finlandia». Molto altro racconterà nella sua autobiografia in uscita in Svezia, dove c’è grande curiosità. Si intitola'Io sono Zlatan Ibrahimovic',arriverà nelle librerie di Stoccolma l' 8 novembre. Gli chiedono cosa dobbiamo aspettarci e lui, lasciando il velo di mistero:«Vedrete quando uscirà».
Gioca nel Milan, ha appena vinto uno scudetto e una Supercoppa Italiana, è uno dei giocatori più pagati al mondo, lo osannano ovunque, ha tifosi in tutto il pianeta, gli allenatori pendono dalle sue labbra e dai suoi piedi, i dirigenti lo riempiono di coccole, ma tutto questo, unito alla fortunadi fare il mestiere più bello al mondo, non gli basta più. Vuole altro, cerca la vitaaltrove.
UNA ROUTINE- Zlatan parla in Svezia, durante la conferenza stampa della nazionale gialloblù che punta alla qualificazione a Euro 2012 prima contro la Finlandia e poi contro l’Olanda. E spiega questi suoi nuovi, o quasi nuovi, turbamenti.« Ora il calcio è più un fatto di routine. E' un ritmo che ti è entrato dentro: vai sul campo, ti riscaldi, ti alleni e poi torni a casa. Prima, invece, capitava che rimanessi anche dopo la fine dell’allenamento perchè c'era sempre qualcosa da fare»,uno schema da migliorare, un tiro da perfezionare, un’idea da verificare.
«Quando ero giovane, il calcio era tutto per me e ogni cosa gli ruotava attorno. Capitava pure di non andare a scuola per andare a giocare».Sembra una crisi crepuscolare, di un crepuscolo precoce però. Ibra ha trent’anni (compiuti lunedì scorso), è legato al Milan da un contratto di 12 milioni di euro all’anno fino al 2014. Due giorni fa ha detto che si sente vecchio, ma che giocherà ancora per qualche stagione, stavolta sembra annunciare un ritiro anticipato.
« Nella vita capitano talmente tante cose che ogni momento ce ne sono di nuove. E per me è arrivato il momento di cominciare a pensare anche ad altro».Di più:«Cerco di giocare a calcio con i miei figli, ma spesso diventa difficile. Capita che non sia io a dire: “andiamo fuori a giocare”. Semmai mi unisco a loro».
SENZA ENTUSIASMO- E’ difficile che un giocatore si proponga alla gente mostrando quello che ha dentro. I timori di essere fraintesi e le convenienze spesso inducono a restare in superficie. Invece Ibrahimovic racconta il suo intimo.«Magari ci sarà solo un calciatore in famiglia(ride, ndr).Non penso che i miei bambini siano interessati, preferiscono altro. Magari il più piccolo, ma è molto aggressivo, è come suo padre». Vuole stare con loro, con i bambini, vuole andare a caccia di alci, vuole girare il mondo. Non sarà il nuovo Inzaghi.« La carriera di un calciatore dura 10- 15 anni e occorre ricavarne il massimo nel momento in cui si sviluppa. Penso che uno dovrebbe smettere quando è al top( ce l’ha fatta Platini, ndr).Non so ancora se io lo farò o no, ma di sicuro non giocherò ancora a lungo. Non andrò avanti all'infinito. Assolutamente no. Non mi vedrete correre sul campo con i capelli grigi».Gela la platea:« Mi spiace, ma non funziona più come in passato». E questa è la frase di chi si separa, di lui che lascia lei: cara, non ci capiamopiù.
L’AUTOBIOGRAFIA- Anche quando parla del suo problema all’adduttore, lo fa come chi non ha nessuna intenzione di affrettare i tempi: la salute prima di tutto.«Ora l’adduttore non è un problema. Mi sento bene. Ho giocato due gare e non ho avvertito fastidi. Però occorre fare attenzione e rispettare il proprio corpo. La gara di venerdì è molto importante e mi sto preparando per essere al top per la Finlandia». Molto altro racconterà nella sua autobiografia in uscita in Svezia, dove c’è grande curiosità. Si intitola'Io sono Zlatan Ibrahimovic',arriverà nelle librerie di Stoccolma l' 8 novembre. Gli chiedono cosa dobbiamo aspettarci e lui, lasciando il velo di mistero:«Vedrete quando uscirà».
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