
«Quella sera ci siamo portati a casa il primo trofeo della stagione: che soddisfazione. Qui, grazie al preparatore dei portieri (Spinelli, n.d.r.) ho ritrovato una condizione ottimale. Ora serve continuità: per vedere quanti punti un portiere abbia fruttato alla squadra, bisogna aspettare fine stagione».
Ma intanto tornano già i conti attuali. Secondo le pagelle della «Gazzetta», lei è il miglior numero uno della Serie A insieme a De Sanctis: 6,50 di media.
«É una questione di orgoglio personale e di mentalità. L'anno scorso mi sono fatto male dopo poche partite, e poi non ho vissuto una stagione facile. A quel punto, o uno vive di ricordi, oppure va avanti. Io credo che un portiere di trentuno anni come me possa ancora dimostrare tanto».
Malesani la considera anche un formidabile catalizzatore per il gruppo.
«Dentro lo spogliatoio ho sempre cercato di far valere il mio personaggio. Una responsabilità importante e bellissima».
I genoani si ricordano ancora Superman Frey, un anno fa contro il Genoa in maglia viola.
«I tifosi, che ora mi stimano, dicono: "Quanto ti ho odiato quel giorno, ma ora ti voglio bene". Per me era importante giocare bene con il Genoa, negli ultimi anni un rivale della Fiorentina in chiave-Europa».
Frey genoano sino al 2016: con quali obiettivi?
«Creare qualcosa di importante. Il nostro è un lavoro di grandi sacrifici, ma anche di grandi fortune. Al Genoa mi hanno fatto sentire a casa. Ora verrà fuori il vero Grifone. C'è qualità tecnica, ma va abbinata sempre alla cattiveria agonistica».
Questa è una piazza umorale, nel bene e nel male.
«A Parma la nostra prestazione è stata negativa, ma a parità di punti, a Firenze per esempio stanno peggio. Abbiamo dimostrato di saper giocare a calcio, e pure molto bene».
Lei ha detto che «fra cinque anni non mi vedrete più nel calcio». Per quale motivo?
«Perché a un certo punto per un calciatore inizia la vita vera, capace di farti apprezzare qualunque cosa fuori dal calcio, cosa che ora posso fare solo in parte. Per fortuna ho iniziato presto la carriera: è il lavoro più bello del mondo, ma ti logora mentalmente. E poi anche la vita vera purtroppo, finisce presto».
In questo senso, il buddismo l'ha aiutata?
«Certo, mi permette di dare la giusta dimensione ai problemi. Ho salute e benessere».
Dopo la parata su Pellissier, la chiamano Frey il pararigori.
«Non scherziamo, gli specialisti sono ben altri. E poi se uno è davvero bravo, ti fa gol anche se tu sai dove calcia».
Un ritratto di Malesani.
«Grande sotto il profilo umano, cura in prima persona lo stato d'animo di tutti. E poi cerca spesso il confronto, non è comune».
Genova per lei...
«Mi sono integrato bene. Il mio segno zodiacale è Pesci, sono cresciuto fra Nizza e Cannes: anche se ho vissuto in città italiane bellissime, alzarsi alla mattina con il rumore delle onde è un sogno».
E il suo rapporto con il mare?
«La pesca. Ho scoperto che pure Scarpi è appassionato, ci stiamo organizzando».
Un esame alla Serie A attuale.
«Fra quattro-cinque partite si rivedrà chi gioca per lo scudetto, le coppe, o la salvezza. La Juve è tornata ai suoi livelli, il Milan resta importante, l'Inter verrà fuori. Roma e Lazio hanno qualità, ma la sorpresa del campionato sarà il Napoli. E poi, dietro, ci siamo noi...».
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