
Velo pietoso - Pausa. E denuncia educata. «Ci sono stati episodi pesanti sui quali è stato messo un velo pietoso sopra, si è preferito dire nulla, niente di niente: i risultati, però, sarebbero potuti essere diversi. Molto diversi. Se mi aspettavo una presa di posizione della società? La società non ha detto nulla... e ha fatto bene così».
Cosa e quando - Gasp sale sulla macchina del tempo e aziona la moviola retroattiva: destinazioni Pechino, Palermo, Champions e Roma. Quattro gare e 4 episodi a suo dire determinanti: l'ostruzione di Boateng su Stankovic a Pechino «quando eravamo sull'1-0» e dalla quale poi è nato l'1-1; «il braccio da rigore di Migliaccio» al Barbera; «il gol in fuorigioco del Trabzonspor» e il rigore di Burdisso «su Sneijder». Insomma, «non poca roba, eh».
Fischi - Tutto questo, Gasp lo dice senza togliere all'Inter il non-dato in queste partite. «Poi è chiaro che noi dobbiamo migliorare, ma di sicuro so che i ragazzi sono con me e mi seguono. I fischi di San Siro? Li interpreto legati ai risultati: questo è un pubblico che aiuta, che ci ha sostenuto anche fino alla fine ma non c'è dubbio che siamo noi i primi a fare un passo in più dando e più slancio, più qualità, più gioco».
Quel mercato diverso... - Nel dopo-Roma, un concetto: il rodaggio è finito. E adesso? «Adesso mi aspetto di continuare questo processo di crescita che ci sta portando avanti nei miglioramenti e di dare una dimostrazione di solidità. Se pensavo fosse così difficile questo inizio? E' stato un inizio atipico, la squadra è stata completata l'ultimo giorno e il mercato è stato poi diverso da quel che si poteva pensare un mese e mezzo prima». E ogni riferimento a Eto'o (che credeva intoccabile) e Sneijder (che pareva cedibile) non è casuale.
Il sintetico? - Non mi piace Ma Novara-Inter sarà una finale? «Sì, e comunque io le gioco tutte come fossero finali. Loro giocano per la prima volta in casa dopo il ritorno in A, hanno entusiasmo e il... sintetico: e a me il sintetico non piace ma capisco che questo è il futuro e bisogna adattarsi e capisco pure che è meglio un campo così che uno spelacchiato».
Ultima chiamata - E' chiaro, poi, che inevitabilmente si debba sterzare su Massimo Moratti. Perché sono veri i colloqui fra i due, è vera la fiducia, ma un crollo a Novara potrebbe essere l'ultima recita di Gian Piero Gasperini sulla panchina dell'Inter. Il campo delle ipotesi porta quindi a ipotizzare un eventuale dopo: i sostituti più forti al momento sarebbero Figo o Ranieri. Poi, Delio Rossi e anche l'idea legata a Roberto Baggio che a ottobre inizierà il Master di Coverciano. C'è un precedente che però fa anche coraggio a Gasperini: nel 1970, l'Inter che partì con un punto nelle prime due partite vinse lo scudetto.
Fiducia Moratti - Bella idea per Moratti, quella delle statistiche che alimentano i bei pensieri. Moratti sul quale Gasp ha due o tre cose da dire. «L'ambiente-Inter - fa il tecnico rossonero - è un ambiente familiare, e nessuno mi ha mai fatto imposizioni: cose così sono solo false notizie. Cosa mi dice il presidente? A differenza di quanto si pensa, lui dà fiducia e spinta alle mie idee, dà fortissime motivazioni e un grande aiuto. E lo ringrazio per questo, per me è un grande supporto». Stadio Piola, ore 20,45, solo tre parole: «Serve solo vincere». Lo dice Gasp. Lo deve dire l'Inter.
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