GASPORT (M. DALLA VITE) - «Niente di torbido eh, però...». Però Gian Piero Gasperini dice però. «Le critiche - fa Gasp -? Un po' di critica e di cattiveria in più c'è sempre verso l'Inter, ma io non sto dietro alle polemiche, preferisco che si diano le risposte sul campo. Credo comunque che in queste partite non abbiamo meritato così pochi punti».
Velo pietoso - Pausa. E denuncia educata. «Ci sono stati episodi pesanti sui quali è stato messo un velo pietoso sopra, si è preferito dire nulla, niente di niente: i risultati, però, sarebbero potuti essere diversi. Molto diversi. Se mi aspettavo una presa di posizione della società? La società non ha detto nulla... e ha fatto bene così».
Cosa e quando - Gasp sale sulla macchina del tempo e aziona la moviola retroattiva: destinazioni Pechino, Palermo, Champions e Roma. Quattro gare e 4 episodi a suo dire determinanti: l'ostruzione di Boateng su Stankovic a Pechino «quando eravamo sull'1-0» e dalla quale poi è nato l'1-1; «il braccio da rigore di Migliaccio» al Barbera; «il gol in fuorigioco del Trabzonspor» e il rigore di Burdisso «su Sneijder». Insomma, «non poca roba, eh».
Fischi - Tutto questo, Gasp lo dice senza togliere all'Inter il non-dato in queste partite. «Poi è chiaro che noi dobbiamo migliorare, ma di sicuro so che i ragazzi sono con me e mi seguono. I fischi di San Siro? Li interpreto legati ai risultati: questo è un pubblico che aiuta, che ci ha sostenuto anche fino alla fine ma non c'è dubbio che siamo noi i primi a fare un passo in più dando e più slancio, più qualità, più gioco».
Quel mercato diverso... - Nel dopo-Roma, un concetto: il rodaggio è finito. E adesso? «Adesso mi aspetto di continuare questo processo di crescita che ci sta portando avanti nei miglioramenti e di dare una dimostrazione di solidità. Se pensavo fosse così difficile questo inizio? E' stato un inizio atipico, la squadra è stata completata l'ultimo giorno e il mercato è stato poi diverso da quel che si poteva pensare un mese e mezzo prima». E ogni riferimento a Eto'o (che credeva intoccabile) e Sneijder (che pareva cedibile) non è casuale.
Il sintetico? - Non mi piace Ma Novara-Inter sarà una finale? «Sì, e comunque io le gioco tutte come fossero finali. Loro giocano per la prima volta in casa dopo il ritorno in A, hanno entusiasmo e il... sintetico: e a me il sintetico non piace ma capisco che questo è il futuro e bisogna adattarsi e capisco pure che è meglio un campo così che uno spelacchiato».
Ultima chiamata - E' chiaro, poi, che inevitabilmente si debba sterzare su Massimo Moratti. Perché sono veri i colloqui fra i due, è vera la fiducia, ma un crollo a Novara potrebbe essere l'ultima recita di Gian Piero Gasperini sulla panchina dell'Inter. Il campo delle ipotesi porta quindi a ipotizzare un eventuale dopo: i sostituti più forti al momento sarebbero Figo o Ranieri. Poi, Delio Rossi e anche l'idea legata a Roberto Baggio che a ottobre inizierà il Master di Coverciano. C'è un precedente che però fa anche coraggio a Gasperini: nel 1970, l'Inter che partì con un punto nelle prime due partite vinse lo scudetto.
Fiducia Moratti - Bella idea per Moratti, quella delle statistiche che alimentano i bei pensieri. Moratti sul quale Gasp ha due o tre cose da dire. «L'ambiente-Inter - fa il tecnico rossonero - è un ambiente familiare, e nessuno mi ha mai fatto imposizioni: cose così sono solo false notizie. Cosa mi dice il presidente? A differenza di quanto si pensa, lui dà fiducia e spinta alle mie idee, dà fortissime motivazioni e un grande aiuto. E lo ringrazio per questo, per me è un grande supporto». Stadio Piola, ore 20,45, solo tre parole: «Serve solo vincere». Lo dice Gasp. Lo deve dire l'Inter.
Velo pietoso - Pausa. E denuncia educata. «Ci sono stati episodi pesanti sui quali è stato messo un velo pietoso sopra, si è preferito dire nulla, niente di niente: i risultati, però, sarebbero potuti essere diversi. Molto diversi. Se mi aspettavo una presa di posizione della società? La società non ha detto nulla... e ha fatto bene così».
Cosa e quando - Gasp sale sulla macchina del tempo e aziona la moviola retroattiva: destinazioni Pechino, Palermo, Champions e Roma. Quattro gare e 4 episodi a suo dire determinanti: l'ostruzione di Boateng su Stankovic a Pechino «quando eravamo sull'1-0» e dalla quale poi è nato l'1-1; «il braccio da rigore di Migliaccio» al Barbera; «il gol in fuorigioco del Trabzonspor» e il rigore di Burdisso «su Sneijder». Insomma, «non poca roba, eh».
Fischi - Tutto questo, Gasp lo dice senza togliere all'Inter il non-dato in queste partite. «Poi è chiaro che noi dobbiamo migliorare, ma di sicuro so che i ragazzi sono con me e mi seguono. I fischi di San Siro? Li interpreto legati ai risultati: questo è un pubblico che aiuta, che ci ha sostenuto anche fino alla fine ma non c'è dubbio che siamo noi i primi a fare un passo in più dando e più slancio, più qualità, più gioco».
Quel mercato diverso... - Nel dopo-Roma, un concetto: il rodaggio è finito. E adesso? «Adesso mi aspetto di continuare questo processo di crescita che ci sta portando avanti nei miglioramenti e di dare una dimostrazione di solidità. Se pensavo fosse così difficile questo inizio? E' stato un inizio atipico, la squadra è stata completata l'ultimo giorno e il mercato è stato poi diverso da quel che si poteva pensare un mese e mezzo prima». E ogni riferimento a Eto'o (che credeva intoccabile) e Sneijder (che pareva cedibile) non è casuale.
Il sintetico? - Non mi piace Ma Novara-Inter sarà una finale? «Sì, e comunque io le gioco tutte come fossero finali. Loro giocano per la prima volta in casa dopo il ritorno in A, hanno entusiasmo e il... sintetico: e a me il sintetico non piace ma capisco che questo è il futuro e bisogna adattarsi e capisco pure che è meglio un campo così che uno spelacchiato».
Ultima chiamata - E' chiaro, poi, che inevitabilmente si debba sterzare su Massimo Moratti. Perché sono veri i colloqui fra i due, è vera la fiducia, ma un crollo a Novara potrebbe essere l'ultima recita di Gian Piero Gasperini sulla panchina dell'Inter. Il campo delle ipotesi porta quindi a ipotizzare un eventuale dopo: i sostituti più forti al momento sarebbero Figo o Ranieri. Poi, Delio Rossi e anche l'idea legata a Roberto Baggio che a ottobre inizierà il Master di Coverciano. C'è un precedente che però fa anche coraggio a Gasperini: nel 1970, l'Inter che partì con un punto nelle prime due partite vinse lo scudetto.
Fiducia Moratti - Bella idea per Moratti, quella delle statistiche che alimentano i bei pensieri. Moratti sul quale Gasp ha due o tre cose da dire. «L'ambiente-Inter - fa il tecnico rossonero - è un ambiente familiare, e nessuno mi ha mai fatto imposizioni: cose così sono solo false notizie. Cosa mi dice il presidente? A differenza di quanto si pensa, lui dà fiducia e spinta alle mie idee, dà fortissime motivazioni e un grande aiuto. E lo ringrazio per questo, per me è un grande supporto». Stadio Piola, ore 20,45, solo tre parole: «Serve solo vincere». Lo dice Gasp. Lo deve dire l'Inter.
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