
L’eco ha soffocato quei pochi fischi uditi al termine di Lazio- Palermo, una reazione istintiva per un pareggio che poteva essere una vittoria, nulla di più.
L’AMBIENTE -Uniti si vince! E’ più di uno striscione, è più di un coro, è più di un urlo, è un inno, è un segnale di pace nei confronti diReja, è il passo in avanti che hanno fatto i tifosi della Lazio ieri dopo le parole distensive pronunciate dal tecnico alla vigilia del match col Palermo, una ragionevole frenata:«Mi auguro che il pubblico sia vicino alla squadra», disse. Così è stato, qua la mano e forza Lazio, è stato questo il senso della pacificazione. Uniti si vince e si andrà avanti, uniti si affronteranno le difficoltà, un trionfo rispetto alle contestazioni scoppiate dopo la sconfitta contro il Genoa. La famiglia biancoceleste si è divisa e si è riavvicinata un’altra volta eppure è trascorsa solo una settimana da quel “Reja vattene” che riaprì la ferita, che sconvolse il tecnico e lo destabilizzò sino a farlo vacillare. Eppure quel pomeriggio di una settimana fa è così recente e al tempo stesso così lontano. La Nord ha firmato la tregua nei confronti di Reja, non è la prima volta che accade. Era già successo nel ritiro di Fiuggi (il famoso patto) e nella notte di Lazio-Rabotnicki, match valido per il preliminare di andata di Europa League:« Reja, la Nord è con te », fu scritto in uno striscione. Il rapporto tifosi-allenatore vive di momenti, di crisi, di “guerra” e pace, l’importante è andare avanti perché«uniti si vince». Sono stati giorni burrascosi, resi incandescenti dalle parole dure di Reja espresse prima del match di Cesena. E’ stata una settimana lunga, si è conclusa con un armistizio, con un patto di non belligeranza.
SOTTO LA NORD -La domenica della Lazio era iniziata sotto la Nord con i biancocelesti chiamati dai tifosi durante il riscaldamento. Quell’invito ha scatenato l’entusiasmo, ha caricato la squadra, ha ricompattato lo stadio e lo sventolio di bandiere e sciarpe ha colorato tutto l’Olimpico. I fischi non sono stati la cornice del famoso quadro, si sono sentiti due volte e non sono stati assordanti: sono scattati come reazione allo 0-0 e prima ancora si erano uditi all’annuncio delle formazioni quando lo speaker ha nominato Reja. Sono stati fischi sommessi in confronto a quelli di Lazio-Genoa, ripetuti, continui, scomodi, amari. Di questa domenica si ricorderà l’urlo«Lazio, Lazio, Lazio»che la Nord ha dedicato alla squadra e che implicitamente ha coinvolto Reja. Il tecnico ha ringraziato i tifosi, lo stesso hanno fatto i giocatori, hanno apprezzato l’atteggiamento della gente. In trentamila hanno trovato posto all’Olimpico, in trentamila sognavano il primo successo in campionato, è arrivato un pareggio, ma la Lazio è stata capita e assolta. In trentamila hanno ricordato Gabriele Sandri:« Auguri Gabbo », c’era scritto in un altro striscione. Venerdì scorso Gabbo avrebbe compiuto 30 anni.
ACQUAH -E’ un vento di pace quello che soffia sul mondo laziale ed è un peccato che l’atmosfera sia stata guastata da quei buuu gridati all’indirizzo di Acquah del Palermo. L’Olimpico unito li ha denunciati, non c’è spazio per intrusi e imbecilli nei quadri di famiglia. Uniti si vince anche il razzismo.
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