
E addirittura, dopo il successo della Roma a Parma, da Juve a Inter sedici formazioni raccolte in 5 punti fino a quota 4 occupata da una capolista-ombra da applausi, la neopromossa Atalanta che sarebbe in testa da sola senza l'handicap di partenza. Una cosa mai successa, dopo 4 turni giocati, nei campionati con tre punti per vittoria.
Andamento lento - L'andamento sempre più lento al vertice non è una novità e purtroppo è un brutto segnale per il livello del calcio italiano, che non a caso soffre in Europa anche e soprattutto con la sua classe media, cui dobbiamo il progressivo calo nel ranking Uefa. La ricerca delle cause rischia di portare molto lontano, perché i moltissimi infortuni che stanno penalizzando il Milan non valgono come alibi per l'Inter, stravolta tatticamente e tecnicamente da Gasperini prima dell'opportuna staffetta con Ranieri. E poi ci sono i cantieri ancora aperti della Roma, malgrado la prima vittoria di ieri sera, e della Juventus nonostante i due successi iniziali. Mentre il Napoli deve ancora digerire l'aperitivo scudetto offerto dalla tripletta di Cavani contro i campioni in carica, visto che poi ha ottenuto soltanto un punto in due partite, tra Chievo e Fiorentina, senza segnare nemmeno un gol.
Mourinho e Allegri - L'altra faccia della medaglia di un torneo che fatica a trovare un pifferaio magico, dietro il quale gli altri si mettano in coda, è la speranza concessa a tutti. Con un incoraggiamento particolare per chi insegue, ricordando quanto è successo nei campionati scorsi, in cui l'ultima Inter di Mourinho e il primo Milan di Allegri sono diventati campioni d'Italia dopo una partenza al rallentatore. Tornate a galla sabato con le prime vittorie in campionato contro Bologna e Cesena, le milanesi da ieri si sentono ancora più vicine alla vetta e per questo ringraziano la Juventus, al secondo pareggio consecutivo, o meglio il Catania che prima spaventa la squadra bianconera andando meritatamente in vantaggio e poi la contiene sull'1-1. È vero che Vidal spreca nel finale una grossa occasione per vincere, ripetendo l'ultimo successo della criticatissima Juventus di Delneri a Catania, ma Conte non avrebbe comunque gradito il cazzotto preso in quel brutto primo tempo.
Contraddizione Juve - Al di là della duttilità tattica del tecnico che cambia il modulo di partenza in ogni partita, del carattere con cui la squadra reagisce nella prima partita in cui va in svantaggio, e del fatto che i 7 gol bianconeri in campionato, dal primo di Lichtsteiner all'ultimo di Krasic, sono firmati da marcatori diversi, il coraggioso Catania di Montella mette in luce il vero punto debole della Juventus. È inutile infatti continuare a cambiare gli esterni d'attacco, passando dalla coppia d'esordio Pepe-Giaccherini a quella di ieri Krasic-Elia, se mancano equilibrio e compattezza in mezzo al campo, dove ci sono elementi di qualità come Pirlo, Marchisio e Vidal (per la prima volta dall'inizio) più portati a costruire che a tamponare. Così si spiega da una parte la pericolosità della Juve quando Pirlo accende la luce, dall'altra l'eccessivo spazio concesso in contropiede a una squadra non irresistibile, ma aggressiva e organizzata come il Catania.
Ammucchiata continua - Il tempo per correre ai ripari c'è per tutti, perché un anno fa guidava la classifica l'Inter di Benitez, sola con 10 punti. Il Milan, futuro campione, ne aveva soltanto 5 come adesso, mentre l'Udinese che poi sarebbe arrivata quarta era all'ultimo posto a zero come il Cesena oggi. Chiusa la seconda parentesi europea, tutto lascia pensare, però, che il campionato più democratico del mondo rimanga «open» anche nel prossimo fine settimana. Con una nuova parallela e clamorosa occasione per le rilanciate milanesi, perché la nuova Inter di Ranieri, se sabato battesse il Napoli a San Siro, potrebbe raggiungere la squadra di Mazzarri. E a quel punto, senza confessarlo, i nerazzurri potrebbero persino tifare per il Milan che chiuderà la domenica con l'obiettivo di fare il primo sgambetto alla Juventus nella sua nuova casa, consentendo ad Allegri di agganciare Conte a quota 8. Ovviamente potrebbe anche succedere il contrario, visto che i bianconeri non dovranno spendere energie supplementari in Champions League. Ma le prime quattro giornate dicono che l'unica certezza è l'incertezza. E allora buona ammucchiata a tutti.
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