GASPORT (M. CECCHINI) - Nel suo auspicabile rapido recupero, un consiglio a Maarten Stekelenburg sentiamo di darglielo. A tempo perso, dia un'occhiata ai minuti che si è perduto: vedrà che immolarsi temporaneamente per questa idea di Roma che nasce ne è valsa la pena.
Le scuse - D'altronde, una squadra che va a San Siro contro l'Inter giocando con soli due difensori di ruolo e facendo la partita, merita un portiere-coraggio, e l'olandese ha dimostrato di esserlo. L'uscita su Lucio dopo 17' è stata decisiva, ma gli è costata un calcio alla tempia, un paio di svenimenti, un punto di sutura, una Tac negativa, una notte all'ospedale Niguarda e la visita anche del preoccupato Sneijder. Il brasiliano, tra l'altro, non ha fatto una gran figura, tant'è che lo juventino Elia, connazionale di Stekelenburg, ha scritto su Twitter: «Odio Lucio, doveva essere espulso». Non a caso il brasiliano ieri si è scusato in una intervista in onda su Italia Uno. «Sono molto triste. Stekelenburg è uscito velocemente. Non l'ho visto perché stavo guardando la palla. Durante l'intervallo ho parlato coi medici della Roma che mi hanno rassicurato. Mi ha informato anche Sneijder che è in contatto con lui e mi ha detto che sta bene. Sono un po' più tranquillo. In tutta la mia carriera non ho mai voluto far male a un collega, non avrei mai voluto che accadesse».
Precauzioni - L'olandese è tornato ieri a Roma e, dopo 48 di riposo, sarà sottoposto a un nuovo esame. Visto che gli è stato diagnosticato un trama cranico diretto e uno cervicale indiretto, il suo rientro — forse con un caschetto protettivo — si può ipotizzare fra due settimane con l'Atalanta oppure dopo la sosta, cioè nel derby con la Lazio del 16 ottobre. «Ho avuto paura — ha detto l'olandese ai dirigenti —. Ora spero di tornare il prima possibile». Quando lo farà, troverà DiBenedetto presidente. L'imprenditore domani sarà a Roma e il 27 settembre un Cda lo coopterà al vertice del club. Contento di aver scoperto di avere un portiere coraggioso.
Le scuse - D'altronde, una squadra che va a San Siro contro l'Inter giocando con soli due difensori di ruolo e facendo la partita, merita un portiere-coraggio, e l'olandese ha dimostrato di esserlo. L'uscita su Lucio dopo 17' è stata decisiva, ma gli è costata un calcio alla tempia, un paio di svenimenti, un punto di sutura, una Tac negativa, una notte all'ospedale Niguarda e la visita anche del preoccupato Sneijder. Il brasiliano, tra l'altro, non ha fatto una gran figura, tant'è che lo juventino Elia, connazionale di Stekelenburg, ha scritto su Twitter: «Odio Lucio, doveva essere espulso». Non a caso il brasiliano ieri si è scusato in una intervista in onda su Italia Uno. «Sono molto triste. Stekelenburg è uscito velocemente. Non l'ho visto perché stavo guardando la palla. Durante l'intervallo ho parlato coi medici della Roma che mi hanno rassicurato. Mi ha informato anche Sneijder che è in contatto con lui e mi ha detto che sta bene. Sono un po' più tranquillo. In tutta la mia carriera non ho mai voluto far male a un collega, non avrei mai voluto che accadesse».
Precauzioni - L'olandese è tornato ieri a Roma e, dopo 48 di riposo, sarà sottoposto a un nuovo esame. Visto che gli è stato diagnosticato un trama cranico diretto e uno cervicale indiretto, il suo rientro — forse con un caschetto protettivo — si può ipotizzare fra due settimane con l'Atalanta oppure dopo la sosta, cioè nel derby con la Lazio del 16 ottobre. «Ho avuto paura — ha detto l'olandese ai dirigenti —. Ora spero di tornare il prima possibile». Quando lo farà, troverà DiBenedetto presidente. L'imprenditore domani sarà a Roma e il 27 settembre un Cda lo coopterà al vertice del club. Contento di aver scoperto di avere un portiere coraggioso.
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