GASPORT (D. STOPPINI) - C'è il dolce e l'amaro, ma in fondo è stato sempre così per Edy Reja alla Lazio. C'è l'abbraccio dei suoi giocatori a fine partita, per la prima vittoria in campionato. E c'è anche quel maledetto coro — «Reja vattene» — dei soliti noti, quelli che lo contestano a prescindere, «il marcio» a cui ha fatto riferimento due giorni fa e che non gli toglie dalla testa il pensiero fisso delle dimissioni.
Cesena come l'Olimpico. Anche se ieri sera il tecnico ha provato, d'accordo con la società, a spostare il tiro sui media: «I tifosi hanno il diritto di criticare — ha detto —, io mi riferivo soprattutto alla stampa». E ancora: «Ero stanco, ne avevo fin sopra i capelli e l'ho detto al presidente, che mi ha convinto a restare».
In campo si è rivisto lo spirito della Lazio di un anno fa: «Abbiamo avuto una grande reazione dopo il gol del Cesena. E' stata una Lazio finalmente equilibrata. Poi lì davanti abbiamo giocatori di grandissimo spessore come Klose e Cisse, quando dai la palla a loro succede sempre qualcosa. Nuovo modulo? Ho detto a loro due di muoversi con libertà el'hanno fatto, ora pian piano ritroveremo anche Hernanes. Peccato per la sconfitta con il Genoa, ma speriamo che il campionato della Lazio sia iniziato qui a Cesena».
Qui Cesena Non può dire la stessa cosa Marco Giampaolo, fermo ancora a zero punti: «In queste tre partite abbiamo pagato a caro prezzo gli episodi — ha detto — . Ancora un rigore contro. Su quello di oggi ho i miei dubbi: contatti come quelli ce ne sono a centinaia ogni partita, gli arbitri dovrebbero usare sempre lo stesso metro di giudizio. Ma non saremo sempre così sfortunati. Abbiamo fatto una buona gara, paghiamo a caro prezzo i primi minuti del secondo tempo».
Però dopo l'uno-due della Lazio è sembrata mancare la reazione: «Abbiamo fatto meglio rispetto a Catania — ha replicato Giampaolo —. Ci abbiamo messo furore agonistico e ordine, poi non siamo riusciti a pareggiare, ma la prestazione non mi è dispiaciuta: ecco perché non sono preoccupato».
Cesena come l'Olimpico. Anche se ieri sera il tecnico ha provato, d'accordo con la società, a spostare il tiro sui media: «I tifosi hanno il diritto di criticare — ha detto —, io mi riferivo soprattutto alla stampa». E ancora: «Ero stanco, ne avevo fin sopra i capelli e l'ho detto al presidente, che mi ha convinto a restare».
In campo si è rivisto lo spirito della Lazio di un anno fa: «Abbiamo avuto una grande reazione dopo il gol del Cesena. E' stata una Lazio finalmente equilibrata. Poi lì davanti abbiamo giocatori di grandissimo spessore come Klose e Cisse, quando dai la palla a loro succede sempre qualcosa. Nuovo modulo? Ho detto a loro due di muoversi con libertà el'hanno fatto, ora pian piano ritroveremo anche Hernanes. Peccato per la sconfitta con il Genoa, ma speriamo che il campionato della Lazio sia iniziato qui a Cesena».
Qui Cesena Non può dire la stessa cosa Marco Giampaolo, fermo ancora a zero punti: «In queste tre partite abbiamo pagato a caro prezzo gli episodi — ha detto — . Ancora un rigore contro. Su quello di oggi ho i miei dubbi: contatti come quelli ce ne sono a centinaia ogni partita, gli arbitri dovrebbero usare sempre lo stesso metro di giudizio. Ma non saremo sempre così sfortunati. Abbiamo fatto una buona gara, paghiamo a caro prezzo i primi minuti del secondo tempo».
Però dopo l'uno-due della Lazio è sembrata mancare la reazione: «Abbiamo fatto meglio rispetto a Catania — ha replicato Giampaolo —. Ci abbiamo messo furore agonistico e ordine, poi non siamo riusciti a pareggiare, ma la prestazione non mi è dispiaciuta: ecco perché non sono preoccupato».
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