GASPORT (A. BARILLA') - L'uomo dei gol belli e impossibili non vede l'ora di battezzare il nuovo stadio: così raccolto, sembra perfetto per i suoi colpi, parabole sfacciate che annullano logiche e distanze. «Gli stadi all'inglese, con i tifosi addosso, mi invitano a tirare perché sembrano piccoli... » sorride Fabio Quagliarella a cinque giorni dal vernissage, e non nasconde l'emozione e lo stupore, la voglia di scaldare di passione la nuova casa.
Fabio Quagliarella, tra cinque giorni inaugurerete il nuovo stadio... «C'è curiosità, ma soprattutto adrenalina: l'ho visto e sono rimasto senza fiato, mi ha assalito la voglia di giocarci».
Avrete i tifosi a un passo.
«Un valore aggiunto, l'ho sperimentato a Marassi: con il pubblico addosso senti di più l'incitamento e, quando segni, l'abbraccio è speciale».
Sarà uno stadio per famiglie.
«Sì, perché è bello e sicuro, da vivere oltre la partita. Ritengo che l'assenza di barriere responsabilizzi la gente e favorisca lo spettacolo».
Il primo impianto di proprietà in Italia...
« Un motivo d'orgoglio e un esempio da seguire, spero ne sorgano presto altri: le società avranno ricavi maggiori e i tifosi case più accoglienti, così Spagna e Inghilterra appariranno meno lontane».
La Juve ha rispettato i tempi.
« Confesso che qualche anno fa, sentendo parlare di inaugurazione nel 2011, ero scettico: temevo slittasse un poco, come spesso accade quando si realizzano grandi opere, invece ha funzionato tutto alla perfezione, una nota di merito in più. Quando l'ho visto io, mancava solo il manto: io e i miei compagni non vediamo l'ora di... trasferirci».
Una bella casa può bastare ai tifosi bianconeri?
«Assolutamente no, infatti adesso tocca a noi. La società ha realizzato un impianto unico, ma la squadra dovrà accenderlo di passione: ospiterà le nostre battaglie, dovremo fare in modo che non ce ne sia per nessuna».
E' una promessa?
« Diciamo un appuntamento: non è più tempo di chiacchiere, ma di fatti. Vogliamo cancellare le delusioni delle ultime stagioni e restituire la Juventus alle sue tradizioni e ai suoi successi».
Come uscite dal mercato?
«Sicuramente più forti, la squadra è migliorata: ha guadagnato in esperienza e qualità, il tasso tecnico complessivo è più elevato ».
Impressioni di Conte?
« Un allenatore con idee chiarissime, vuole vincere e lavora duro per riuscirci ».
Un martello?
« In campo pretende tantissimo, come è giusto: dobbiamo sgobbare per tornare ai vertici».
Tattica a parte, dicono insegni la juventinità: cosa vuol dire?
« La juventinità ce l'ha dentro, basta pensare a quanto ha vinto nei tredici anni vissuti con questa maglia: a noi ricorda che non basta indossarla, che bisogna sentirne sempre la responsabilità e il valore » .
Che campionato si aspetta?
«Bello perché equilibrato, con tante squadre attrezzate per lottare ai vertici. Le milanesi, sinceramente, sono più avanti, poi ci siamo noi, il Napoli che ha fatto un'ottima campagna acquisti, la Lazio, la Roma...
».
C'è chi ritiene che l'organico della Juve sia sovradimensionato in proporzione alle esigenze: sette attaccanti, solo per parlare del suo reparto, non sono un lusso per una squadra esclusa dall'Europa?
« Le grandi squadre hanno sempre grandi calciatori, e più ne hanno, più sono forti: la concorrenza non è un problema, ma uno stimolo a dare tutto per convincere il tecnico ».
L'arma in più, in avanti, è Vucinic.
«Lo conoscevo già, ma in allenamento gli ho visto fare colpi fantastici: credo che il nostro attacco sia di prima qualità, poche squadre in Italia hanno un reparto così forte».
Per lei sarà anche la stagione del rilancio dopo la favola spezzata dell'anno scorso...
«L'infortunio ormai è alle spalle: il fastidio al ginocchio che ho accusato in estate non c'entrava. Sto bene fisicamente e sono estremamente tranquillo: non vedo l'ora di tornare in campo e ritrovare il gol » .
I tifosi aspettano un 'gol
alla Quagliarella' nel nuovo stadio.
« Sarebbe bellissimo e ci proverò sicuro: gli stadi all'inglese, con il pubblico addosso, mi sembrano piccoli e per questo, istintivamente, mi viene di tirare in porta da ogni parte ».
Dicono che avere Pirlo alle spalle sia la fortuna delle punte...
«Che è un fenomeno io l'ho sempre detto: nessun calciatore fa le cose che fa lui, non solo in Italia ma in Europa. Ti manda in gol come vuole: è lui il nostro top player».
Ma in questa Juve ricca di attaccanti e disegnata con il 4-2-4, la sua duttilità può spingerla sulla fascia?
« Se c'è necessità sono pronto, ma una riconversione non è stata mai considerata: Conte non me l'ha mai chiesto, eppoi abbiamo esterni di ruolo fortissimi».
Lei lavora a Vinovo mentre la Nazionale prepara la partita con la Slovenia: l'azzurro è un ricordo o un'ambizione?
«Non è un ricordo, spero di poter far parte del progetto di Prandelli: il Ct conosce le mie qualità, io farò di tutto per tornare».
Fabio Quagliarella, tra cinque giorni inaugurerete il nuovo stadio... «C'è curiosità, ma soprattutto adrenalina: l'ho visto e sono rimasto senza fiato, mi ha assalito la voglia di giocarci».
Avrete i tifosi a un passo.
«Un valore aggiunto, l'ho sperimentato a Marassi: con il pubblico addosso senti di più l'incitamento e, quando segni, l'abbraccio è speciale».
Sarà uno stadio per famiglie.
«Sì, perché è bello e sicuro, da vivere oltre la partita. Ritengo che l'assenza di barriere responsabilizzi la gente e favorisca lo spettacolo».
Il primo impianto di proprietà in Italia...
« Un motivo d'orgoglio e un esempio da seguire, spero ne sorgano presto altri: le società avranno ricavi maggiori e i tifosi case più accoglienti, così Spagna e Inghilterra appariranno meno lontane».
La Juve ha rispettato i tempi.
« Confesso che qualche anno fa, sentendo parlare di inaugurazione nel 2011, ero scettico: temevo slittasse un poco, come spesso accade quando si realizzano grandi opere, invece ha funzionato tutto alla perfezione, una nota di merito in più. Quando l'ho visto io, mancava solo il manto: io e i miei compagni non vediamo l'ora di... trasferirci».
Una bella casa può bastare ai tifosi bianconeri?
«Assolutamente no, infatti adesso tocca a noi. La società ha realizzato un impianto unico, ma la squadra dovrà accenderlo di passione: ospiterà le nostre battaglie, dovremo fare in modo che non ce ne sia per nessuna».
E' una promessa?
« Diciamo un appuntamento: non è più tempo di chiacchiere, ma di fatti. Vogliamo cancellare le delusioni delle ultime stagioni e restituire la Juventus alle sue tradizioni e ai suoi successi».
Come uscite dal mercato?
«Sicuramente più forti, la squadra è migliorata: ha guadagnato in esperienza e qualità, il tasso tecnico complessivo è più elevato ».
Impressioni di Conte?
« Un allenatore con idee chiarissime, vuole vincere e lavora duro per riuscirci ».
Un martello?
« In campo pretende tantissimo, come è giusto: dobbiamo sgobbare per tornare ai vertici».
Tattica a parte, dicono insegni la juventinità: cosa vuol dire?
« La juventinità ce l'ha dentro, basta pensare a quanto ha vinto nei tredici anni vissuti con questa maglia: a noi ricorda che non basta indossarla, che bisogna sentirne sempre la responsabilità e il valore » .
Che campionato si aspetta?
«Bello perché equilibrato, con tante squadre attrezzate per lottare ai vertici. Le milanesi, sinceramente, sono più avanti, poi ci siamo noi, il Napoli che ha fatto un'ottima campagna acquisti, la Lazio, la Roma...
».
C'è chi ritiene che l'organico della Juve sia sovradimensionato in proporzione alle esigenze: sette attaccanti, solo per parlare del suo reparto, non sono un lusso per una squadra esclusa dall'Europa?
« Le grandi squadre hanno sempre grandi calciatori, e più ne hanno, più sono forti: la concorrenza non è un problema, ma uno stimolo a dare tutto per convincere il tecnico ».
L'arma in più, in avanti, è Vucinic.
«Lo conoscevo già, ma in allenamento gli ho visto fare colpi fantastici: credo che il nostro attacco sia di prima qualità, poche squadre in Italia hanno un reparto così forte».
Per lei sarà anche la stagione del rilancio dopo la favola spezzata dell'anno scorso...
«L'infortunio ormai è alle spalle: il fastidio al ginocchio che ho accusato in estate non c'entrava. Sto bene fisicamente e sono estremamente tranquillo: non vedo l'ora di tornare in campo e ritrovare il gol » .
I tifosi aspettano un 'gol
alla Quagliarella' nel nuovo stadio.
« Sarebbe bellissimo e ci proverò sicuro: gli stadi all'inglese, con il pubblico addosso, mi sembrano piccoli e per questo, istintivamente, mi viene di tirare in porta da ogni parte ».
Dicono che avere Pirlo alle spalle sia la fortuna delle punte...
«Che è un fenomeno io l'ho sempre detto: nessun calciatore fa le cose che fa lui, non solo in Italia ma in Europa. Ti manda in gol come vuole: è lui il nostro top player».
Ma in questa Juve ricca di attaccanti e disegnata con il 4-2-4, la sua duttilità può spingerla sulla fascia?
« Se c'è necessità sono pronto, ma una riconversione non è stata mai considerata: Conte non me l'ha mai chiesto, eppoi abbiamo esterni di ruolo fortissimi».
Lei lavora a Vinovo mentre la Nazionale prepara la partita con la Slovenia: l'azzurro è un ricordo o un'ambizione?
«Non è un ricordo, spero di poter far parte del progetto di Prandelli: il Ct conosce le mie qualità, io farò di tutto per tornare».
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