
Per il resto, si destreggia alla grande. Il suo momento magico è lo specchio di quello dell'Inter che con Ranieri ha messo il tigre nel motore. E non solo in campo: il ragazzino chiamato sul palco per una prova dimostrativa di Fifa, dal Pazzo ne ha prese sei, col sorriso sulle labbra.
Non ci dica: anche alla console con lei sono gol...
«Me la cavo, ma non sono il solo tra i colleghi. Il più tosto è Chiellini. Poi c'è Montolivo, ma con lui me la gioco alla grande».
A parte questo, è un momento da favola: due partite, due gol e l'Inter che vince.
«Si, e ne sono contento. Cos'è successo? Semplice, ho avuto la possibilità di giocare, mi hanno fatto sentire un giocatore importante e quella fiducia l'ho ripagata».
E Ranieri che parte ha?
«Si è presentato molto bene. Ha dato convinzione, determinazione e fiducia a una squadra che era un po' delusa. Ha lavorato principalmente sulla testa di ognuno di noi, e penso che in quel momento era proprio quello che ci voleva. Per il resto siamo una squadra forte, i risultati ti danno autostima, e così ci siamo messi di nuovo in carreggiata».
A proposito, la caviglia come va? Sabato c'è il Napoli...
«Non ancora bene, ma sicuramente meglio rispetto alla fine della partita di Mosca. Ma col Napoli voglio esserci, e ci sono ancora due giorni. Speriamo».
Dall'altra parte, invece, potrebbe non esserci Cavani…
(ride, ndr) «Sicuro?».
Così pare.
«Beh, allora perderebbero un gran giocatore, che sta facendo cose egregie. Ma il Napoli mica è solo lui. C'è Mazzarri, per esempio: l'ho avuto come allenatore, lo conosco, e scommetto che già da martedì sera sta preparando la gara contro di noi. Ecco perché non dobbiamo pensare che l'eventuale assenza di Cavani sia un vantaggio. Anzi, dobbiamo stare attenti alla stessa maniera».
L'avrà visto giocare, il Napoli. Come si batte?
«Da un anno e mezzo fa grandi cose, ed è in gran forma. Sono organizzatissimi, corrono e aggrediscono. Ecco, per farcela dobbiamo correre e aggredire più di loro, così da far valere la nostra qualità».
Lei che ci si allena ogni giorno, ci aiuta a capire che giocatore è Ricky Alvarez?
«Un ragazzo di grandissimo talento, per prima cosa. Però è qui da pochi mesi, e non è facile calarsi subito nel calcio italiano. Viene da un campionato diverso, con allenamenti diversi e ritmi diversi. Ma la strada è quella giusta, quando è chiamato in causa sta facendo molto bene».
Se le diciamo 25 aprile 2010 cosa le viene in mente?
«Roma-Samp?»
Esatto. Da quando è all'Inter, quella gara gliel'hanno mai ricordata?
«Tutti. Anzi, spesso sono io che lo ricordo, come battuta: "Se non c'ero io, quella sera, nell'anno del triplete…". Adesso ci scherziamo su».
Altro flashback: in estate leggeva che Etòo stava andando via e...?
«E non gli davo peso, pensavo fossero solo le solite voci. Poi ho capito che poteva accadere davvero: il calcio è questo. Rimane un grande, ha fatto tanto per l'Inter, per me è stato un onore giocare con lui e gli auguro il meglio. Però dobbiamo cercare di vincere ancora, anche senza di lui».
Via lui e Pandev, dentro Forlan e Zarate: bilancio?
«Via due campioni, dentro due campioni. Forlan ha un curriculum che parla da solo, Zarate ha un talento incredibile e l'età per poterlo ancora affinare. Entrambi ci faranno vincere tante partite».
Una volta, per gioco, aveva un gemello, Montolivo, che ora è al centro di un caso a Firenze...
«Hanno fatto una scelta ben precisa, sia lui che il suo club. Non mi esprimo, bisognerebbe conoscere i fatti per bene prima di dare giudizi, dico solo che la sua situazione non è bella. E che mi è dispiaciuto leggere qualche dichiarazione che poteva essere tranquillamente evitata e che mette in cattiva luce un ragazzo come Montolivo che si allena sempre bene e che nonostante tutto in partita si fa sempre valere».
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