
La Juve è prima, tuttavia in costruzione: battendo i rossoneri non azzarderebbe solo una fuga, guadagnerebbe fiducia e sicurezza. Il montenegrino sa quanto è importante, baratterebbe volentieri un suo gol con i tre punti: possono diventare la scorciatoia di un sogno, spingere la Juve a insidiare davvero il Milan.
E l'Inter ormai guarita «perché Ranieri sa cavare il meglio da ogni calciatore» e il Napoli che «sì, mi ha cercato, però io ho scelto Torino». Schegge di un'intervista che diventa viaggio nella carriera di un attaccante che per Dejan Savicevic è fra i primi cinque al mondo: Mirko parla dell'infatuazione bambina per il grande connazionale, dei primi passi a Lecce e delle stagioni di Roma, custodite con orgoglio nonostante le incomprensioni finali. Spende, in particolare, belle parole per Rosella Sensi, chiedendosi perché a lei non è stata concessa la pazienza che circonda oggi squadra e società. Passato, comunque: ricordi e sentimenti di un campione che scrive a Totti, però si allena, felice, ogni giorno con Del Piero.
Mirko Vucinic, come si trova a Torino? «Benissimo. E' una citta diversa rispetto a Roma: meno casino, meno gente che ti ferma...».
Tifosi più freddi, intende?
«No, il calore è lo stesso: hanno solo un modo diverso di esprimerlo».
Vive sempre in albergo?
«Ho preso casa alla Crocetta, una bella zona a due passi dal centro. Mi piace, e piace a Stefania e a nostro figlio. Alexandar ha solo dieci mesi, ma è felice perché c'è tanto verde: passiamo tantissime ore insieme al parco».
Ci sembra entusiasta della sua nuova realtà: nemmeno una nota negativa?
«L'orologio rubato, ma non ho avuto paura: è successo tutto così in fretta che lì per lì non ho capito nulla».
Parliamo di Juve.
« L'ho scelta e ne sono felice. Compagni e tifosi mi hanno accolto molto bene».
Sente di incarnare il top player atteso per un'estate?
«A queste cose non penso, vivo tranquillo: l'importante è scendere in campo e dare tutto ».
Dejan Savicevic, però, la inserisce tra i primi cinque attaccanti al mondo.
« Esagera, ma le sue parole fanno piacere: è stato un campione grandissimo ».
Davvero le ha consigliato la Juventus?
« Saputo dell'offerta, mi ha detto: 'vacci subito'».
E' vero che da bambino, per via di Dejan, era tifoso del Milan?
« Ammiravo lui, come tutti i ragazzini del Montenegro: la simpatia per la squadra era una conseguenza ».
Domenica affronterà i rossoneri: è una sfidascudetto?
« E' una sfida tra grandi squadre: vogliamo vincere per acquisire ancora più fiducia, consapevolezza della nostra forza».
Siete primi in classifica, eppure qualche rimpianto affiora.
« Gli ultimi due pareggi hanno lasciato un po' d'amaro in bocca. Su quello con il Bologna ha inciso la mia espulsione: mi è dispiaciuto moltissimo, ero convinto al cento per cento di prendere il pallone».
Subito le solite malignità: Mirko è genio, ma anche sregolatezza.
«Sinceramente non capisco: in cinque o sei anni, mai avuto un rosso».
Torna in campo proprio contro il Milan, che ha già bucato al “Berlusconi”.
«E' stato il mio primo gol con la maglia della Juve. E ai rossoneri ho segnato anche in passato, una volta anche una doppietta: spero di ripetermi, ma non è la cosa più importante. Contano i tre punti, non i marcatori».
Antonio Conte sostiene che le milanesi hanno qualcosa più.
« Sono grandi squadre, ma ogni campionato ha una sua storia».
Il Milan ha incontrato difficoltà inattese.
«Io non le ho notate. E comunque il Milan è grande sempre: non conta che periodo attraversi o come sia messo in classifica».
L'Inter si è risollevata.
« Conosco bene Ranieri: è bravo a tirare fuori il meglio di ogni calciatore».
Adesso sta conoscendo Conte.
«Un martello, un motivatore, non si stanca mai di lavorare».
La Juve ha già la sua impronta.
«Gioca bene e crea tanto: dovremo evitare, in futuro, di assentarci quei dieci-quindici minuti, bisognerà tenere la concentrazione sempre alta ».
Che differenze coglie rispetto alle ultime stagioni?
« Mi aveva colpito come la Juve, passata in vantaggio, venisse spesso raggiunta o scavalcata: quest'anno, da dentro, avverto una determinazione maggiore. Siamo fiduciosi, anche se sappiamo di dover lavorare ancora molto e siamo consapevoli che il cammino è lungo».
Milanesi a parte, Conte giudica più strutturato il Napoli.
«Di sicuro è un'altra grande squadra, l'ha dimostrato in questi primi
turni di Champions».
Si bisbiglia che figurasse tra gli obiettivi del presidente Aurelio De Laurentiis: conferma?
«Sì, il Napoli mi ha cercato. Ma sono venuto a Torino e sono felicissimo ».
La Juve è la sua terza squadra italiana.
«Ho cominciato a Lecce, a 17 anni. Ho bei ricordi e tanti amici, appena posso ci vado».
Poi, nel 2006, la Roma.
«La trattativa non si chiudeva mai, ma alla fine tutto è andato bene: ho fatto il salto di qualità e vissuto cinque stagioni felici».
Finché, a primavera, non ha deciso di andare via.
« Ho avuto qualche problema con
l'ambiente, eppoi cercavo stimoli nuovi»
Nel suo primo giorno di Juve, ha voluto ringraziare l'ex presidente Rosella Sensi.
« Certo, perché acquistandomi dal Lecce mi ha offerto una grande opportunità e perché, nonostante le difficoltà, è sempre stata vicina alla squadra. E' strano che oggi tutti abbiano pazienza con la Roma, con lei non era così».
Segue i giallorossi con un occhio di riguardo?
«Ovvio, ho tanti amici. Per me è una squadra molto forte che piano piano sta venendo fuori: la mano di Luis Enrique comincia a vedersi. Sulla proprietà americana non saprei cosa dire: non l'ho vissuta».
Ha sentito Totti?
«Gli ho mandato un sms per il compleanno ».
Dal capitano giallorosso a Del Piero: generazione di fenomeni.
« Hanno tanti punti comuni. Alex, come Francesco, si mette a disposizione della squadra e non fa mancare mai i suoi consigli».
L'identikit del leader: in questa Juve può andare bene anche per Pirlo.
« Un calciatore importantissimo: tiene tutto il gioco in mano».
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