
Claudio Ranieri ama gli slogan: e «Nati per vincere», qui, è uno slogan sempre di moda.
A casa-Moratti - Giacca blu e camicia azzurra, Claudio Ranieri entra nel pianeta-Inter di prima mattina, quando un volo da Fiumicino lo fa atterrare a Linate verso le 9,25. Telecamere pronte, sguardo curioso, parole solo a Inter Channel nel primo pomeriggio. Il pianeta-Inter gli riserva subito un incontro che lui definisce «molto affettuoso»: col numero uno Massimo Moratti. «Io e lui - dice al canale tematico del club nerazzurro - ci siamo conosciuti quando ancora non era presidente dell'Inter e io mi trovavo a San Siro a vedere un Milan-Inter». Moratti e Ranieri si vedono all'ora del brunch ma la cosiddetta location è particolare: è casa-Moratti, un invito in pieno centro a Milano che sa di investitura piena, assoluta, colma di significati e aperture. «Un altro ricordo interista - prosegue Ranieri -? Avevo 13-14 anni e canticchiavo «Sarti, Burgnich, Facchetti...», impossibile da dimenticare... Comunque è con molto orgoglio che mi trovo qui, sono stato felicissimo della chiamata del presidente Moratti».
Ragazzi, siamo forti - Il suo arrivo negli uffici che vedono la firma sul contratto biennale è verso le 11: Ranieri è nello studio del vicepresidente Rinaldo Ghelfi (presenti anche Branca e l'avvocato Capellini) dal quale esce due orette dopo. Accompagnato dai suoi 4 collaboratori, il tecnico dell'Inter va verso l'Hotel Melia, pranzo veloce, e verso le 14 eccolo entrare ad Appiano Gentile: il suo primo approccio con la struttura tecnica dell'Inter è fatto di strette di mano e conoscenze, un saluto anche ai giocatori infortunati, quattro chiacchiere col capitano, Javier Zanetti, e poi ecco il discorso semplice ma efficace a tutta la squadra. «Se troveremo subito il feeling giusto - ecco il saluto alla squadra di Claudio Ranieri negli spogliatoi - torneremo a vincere. Siete una squadra forte, non scordatelo».
Parliamoci molto- Ranieri è pronto a presentarsi oggi urbi et orbi: comincia il suo campionato con l'Inter contro il Bologna (come fece Benitez), parte da due-tre presupposti. «Il primo intervento - ha detto alla Rai -? Penso che bisognerà parlare molto con la squadra, l'aspetto mentale è quello più importante. L'Inter è una grande squadra, bisogna cambiare marcia dopo questa falsa partenza. I giocatori ci sono e abbiamo tutto per risollevare la squadra. Difesa a quattro? Sapete che per me tutti i sistemi sono vincenti, ma se l'Inter ha sempre giocato in un modo ci sarà un motivo. Obiettivo? Non mi piace promettere, voglio il massimo da questi ragazzi che hanno tanto da dare».
Questa mattina Ranieri terrà il suo secondo allenamento e nel pomeriggio la squadra viaggerà verso Bologna. Ah, nel frattempo l'interista Fiorello si «traveste» ancora da Gasperini e lancia la gufata a Ranieri stesso: «Vincerà di sicuro!». Parodie o no, l'Inter deve apparecchiare il proprio Dna. Poi, si vedrà. (ha collaborato Matteo Brega)
0 commenti:
Posta un commento