giovedì 1 settembre 2011

Inter, preso Zarate


CORSPORT (P. GUADAGNO) - Palacio no, Zarate sì. L'ul­tima notte e l'ultimo giorno mercato hanno prodotto anche l'ultimo ribal­tone: il primo resta al Genoa, il se­condo si trasferisce clamorosamente al­l'Inter. L'operazione è stata conclusa con la formula del prestito oneroso: la Lazio in­cassa subito 2,7 milio­ni di euro, mentre se il club nerazzurro, tra un anno, vorrà acqui­stare definitivamente Maurito dovrà sborsare 15,5 milioni di euro.
L'at­taccante argentino ha firmato un contratto fino al 2015, con un ingag­gio vicino ai 3 milioni di euro. I bo­nus, invece, non sono legati ai gol, ma agli assist. E' una scelta che Za­rate ha spostato im­mediatamente, visto che così potrà smenti­re la nomea di solista ed egoista che l'ha ac­compagnato sin dal­l'inizio della sua av­ventura italiana. Tra l'altro, per agevolare la chiusura dell'affare, il neo interista ha pure rinunciato a due mensilità e della circostanza è stato immediatamente informato Moratti, che ha parecchio apprezza­to il gesto.

ADDIO OBBLIGATO - Fosse dipeso da lui, comunque, Zarate sarebbe rimasto la Lazio, ovvero la squadra che ave­va voluto a tutti i costi un paio d'an­ni fa. La frattura con Reja, però, era divenuta insanabile e restare sareb­be stato controproducente sia per il giocatore che per la squadra. In real­tà, il club biancoceleste avrebbe pre­ferito vederlo la maglia del Genoa. Ci ha provato anche nella giornata di ieri, ma Maurito su questo è stato irremovibile: dovendo lasciare la Capitale, la sua scelta era l'Inter. E alla fine è stato accontentato, nonostante il gelo nei rapporti tra Lotito e il club nerazzurro (colpa dei casi Pan­dev e Faraoni). Le resistenze bian­cocelesti, peraltro, avevano comin­ciato ad ammorbidirsi dopo una pri­ma telefonata, avvenuta nella notte e seguita da un'altra di primo matti­no, tra il presidente biancoceleste e l'avvocato Bozzo, l'agente del giocatore ma anche colui che in questi giorni ha lavo­rato per tenere in pie­di i discorsi tra le due società. Tanto più che il fratello di Maurito, Sergio, a Milano non è nemmeno venuto.

LA SVOLTA - La giornata, comunque, era cominciata con Palacio a un pas­so dall'Inter. Gli accordi con il Ge­noa erano stati raggiunti sulla base di 4 milioni di euro in contanti più la seconda metà del cartellino di Vivia­no ( valutata altri 4 milioni). Il por­tiere, in mattinata, si era anche pre­sentato nella sede di corso Vittorio Emanuele, ma attorno all'ora di pranzo le possibilità che Palacio tor­nasse a disposizione di Gasperini so­no precipitate allo zero. Il motivo? L'impossibilità per il Genoa di otte­nere un sostituto, come poi ha spie­gato il presidente Preziosi: «Non po­tevamo darlo all'Inter senza avere che prendesse il suo posto. El Shaa­rawy? Quello era un sogno (tramon­tato anche perché Galliani non vole­va passare per colui che aveva sbloccato il mercato dell'Inter, ndr). Zarate? La Lazio spingeva per noi, ma lui non ha voluto. Sono stato io ad avvertire l'Inter, di fatto ho avvia­to la trattativa» . Palacio ha allunga­to il contratto con i rossoblù di un an­no.

OGGI AD APPIANO - Grazie a quella doppia telefonata accennata in pre­cedenza, non è stato difficile per In­ter e Lazio impostare e concludere l'operazione. Tare ha lasciato l'hotel Executive per dirigersi negli uffici di Ghelfi, vicepresidente e ministro delle finanza nerazzurre, dove è sta­to trovato l'accordo definitivo. Zara­te, appena informato, si è imbarcato sul primo volo per Milano e alle 17.30 ha raggiunto i dirigenti di Inter Lazio, che lo attendevano per met­tere le firme sui contratti. Poi le pri­me parole da nerazzurro e il blitz ne­gli uffici della Saras per conoscere Moratti, da cui si è recato accompa­gnato da Bozzo e Branca. Stamattina, invece, l'argentino sarà ad Appiano Gentile per il primo allenamento del­la giornata, terminato il quale soster­rà le visite mediche di rito per poi rientrare alla Pinetina per la secon­da seduta. La presentazione ufficia­le, invece, è stata organizzata per do­mani e, al suo fianco, ci sarà pure Po­li.

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