
Una lega che molto difficilmente attira la curiosità di palati fini e appassionati di tattica, ma in cui ancora sopravvive una vecchia concezione di calcio: l'amore per la grinta, l'attaccamento alla maglia, l'attenzione alle tradizioni e la partita della domenica come “rito laico” che coinvolge un'intera comunità.
Merce sempre più rara nel calcio moderno, e che ha portato qualche pazzo (come il sottoscritto) ad amare la Scozia ed il suo football. E chi se non “calciopazzo” poteva ospitare storie e commenti sui breavehearts del pallone!
Breve storia della Premier scozzese
Il campionato e la coppa nazionale scozzese sono i tornei più antichi del calcio, secondi solo all'Inghilterra. Per forza di cose, fino agli anni 30 furono tra le competizioni più seguite e competitive in tutto il mondo. Per rendere l'idea, i Rangers di Glasgow, oltre a vincere coppe a ripetizione, ebbero più volte la meglio sull'Arsenal di Chapman, l'inventore del “metodo”.
La squadra sopracitata divenne ben presto protagonista di un duello interminabile con i rivali cittadini del Celtic, che ancora oggi appassiona milioni di tifosi, e mescola tematiche religiose, politiche e sociali oltre a quelle “pallonare”, tanto da meritarsi un nome proprio: l'Old Firm.
Le due squadre hanno dominato a tal punto la scena che al 2011 i biancoverdi hanno in bacheca 42 titoli, mentre i light blues ben 54.
Dietro di loro si spartiscono le briciole le 3 squadre più importanti dopo i giganti di Glasgow, ovvero Hibernian e Hearts (di Edimburgo) ed Aberdeen, a quota 4.
Nei primi anni di coppe europee le squadre scozzesi si fecero valere, arrivando spesso ai turni finali. Il 1967 fu segnato dall'alloro più importante di sempre con la vittoria della Coppa dei Campioni da parte del Celtic, che schierò un 11 di giocatori esclusivamente nati a Glasgow (Jimmy Johnstone la stella). Incredibile. L'allenatore di quel magnifico team, Jock Stein, guidò i suoi ad un altro record: 9 titoli nazionali di fila (da '66 al '74).
I Rangers dovettero aspettare ben 23 anni per eguagliarlo, quando nel 1997 Gough, McCoist, Gascoigne e Laudrup completarono la striscia vincendo a Dundee.
Per i protestanti la gloria europea è datata 1972, con la vittoria in Coppa delle Coppe dopo ben 2 finali perse ('61 e '67).
Negli anni '80 ci fu un altro periodo d'oro in Europa, questa volta grazie a Dundee Utd ed Aberdeen (note a quel tempo come New Firm). I primi sfiorarono la finale di Coppa Campioni nel 1983 e persero una finale Uefa pochi anni dopo, mentre l'Aberdeen fece ancora meglio. I “rossi” vinsero Coppa delle Coppe e Supercoppa europea, battendo Real Madrid ed Amburgo. Solo leggendo il nome dell'allenatore si riesce a capire il perchè dell'impresa: Alex Ferguson.
I tempi in cui le scozzesi erano competitive in Europa ed attiravano diverse stelle nel loro campionato (pensiamo a Henrik Larsson e Ronal De Boer) sono ora lontani. Il divario finanziario con la Premier League inglese (e gli altri campionati medi d'Europa) si è notevolmente accentuato, e le squadre sono spesso costrette a cedere i migliori.
Non aiuta poi la scarsa maturità tattica dei mister scozzesi, oltre alla ben nota tendenza di privilegiare il lato fisico alla tecnica sin dalle giovanili.
Martin O'Neill e Walter Smith compirono delle vere e proprie imprese portando Celtic e Rangers in finale Uefa, rispettivamente nel 2003 e 2008.
Gli attuali allenatori delle grandi di Glasgow, i giovani Lennon e McCoist (ex stelle sul campo), hanno il duro compito di rilanciare il nome delle loro squadre e della Scozia intera sulla scena internazionale. Ci vorrà entusiasmo ed inventiva, oltre al sostegno dei tifosi, sempre molto caldi da queste parti. Pensiamo solo che nella storia europea nessuna squadra ha mai giocato davanti a 100, 000 o più supporters tante volte quanto i Rangers. Che sia di buon auspicio...
Francesco "BigAmo" Carlesi - italiangers.forumfree.it
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