mercoledì 21 settembre 2011

E' caos Inter: senza gioco, senza squadra, senza punti. Novara ne fa 3


GASPORT (A. CERRUTTI) - C'era una volta l'Inter campione di tutto che batteva Barcellona e Bayern Monaco. Oggi c'è un'Intercampione soltanto di figuracce, con un tecnico che potremmo ribattezzare Gasperitez perché le prime parole di Moratti a fine partita lasciano capire che il destino di Gasperini è sempre più simile a quello di Benitez.
Colpa del naufragio di una squadra che affonda senza alibi a Novara sul campo di una neopromossa, alla sua prima vittoria in Serie A dopo 55 anni. Il tecnico è il principale colpevole della crisi, ma non bastano i suoi errori per spiegare quel misero punticino in classifica, con due sconfitte e un pareggio in tre partite, 4 gol segnati e soprattutto 7 subiti, oltre alle sconfitte in Supercoppa contro il Milan e in Champions League contro i turchi. Al di là delle gravi responsabilità di Gasperini, ci sono quelle della società che non è riuscita a dargli i giocatori richiesti e soprattutto quelle dei giocatori quasi tutti irriconoscibili.
Bentornato - L'ultimo flop dell'Inter è l'altra faccia della prima grande vittoria del Novara, unica squadra che non aveva ancora giocato in casa, dopo aver raccolto un punto in due trasferte: il 2-2 contro il Chievo all'esordio. Eppure, malgrado avesse di fronte un'Inter assetata di riscatto, la neopromossa non tradisce l'emozione per il doppio esordio, al ritorno in Serie A davanti al proprio pubblico. A dimostrazione del fatto che nel calcio conta l'organizzazione prima dei campioni, o presunti tali, Tesser presenta una squadra nel senso più vero del termine, in cui tutti sanno che cosa fare. Quattro difensori, con Paci e l'ottimo Lisuzzo tra Dellafiore e Gemiti, che non vanno mai in affanno, perché davanti a loro Porcari, Radovanovic e Rigoni cercano di imporre il gioco senza subirlo, con 3M imprendibili davanti. Mazzarani, teorico trequartista, in realtà è bravissimo ad arretrare prima di ispirare Morimoto e Meggiorini. Un gioco semplice, ma efficace che mette subito in luce i gravi problemi degli avversari.
Inter sbagliata - L'affiatamento del Novara fa rima con lo smarrimento dell'Inter, perché ciò che colpisce dei nerazzurri è l'insicurezza di troppi giocatori, senza punti di riferimento. E a nulla servono i cambi di Gasperini che confonde la coerenza con cocciutaggine perché si ostina a presentare il suo preferito 3-4-3 senza interpreti adeguati. Così, a parte il previsto ritorno di Chivu con esclusione di Samuel in linea con Lucio e Ranocchia, spunta a sorpresa Castaignos a destra in un inedito tridente completato da Milito e Forlan, per la gioia di Pazzini ancora in panchina e Alvarez ancora in tribuna. Lenta in mezzo al campo, senza spinta sulle fasce laterali, l'Inter si affida soltanto alle anarchiche iniziative di Sneijder che si stacca dai teorici compagni di reparto Zanetti, Cambiasso e Nagatomo per cercare la conclusione personale. Non a caso è lui l'unico a impegnare Ujkani nel primo tempo, perché Milito sbaglia tutto mentre Castaignos e Forlan, fuori ruolo e fuori partita, fanno scena muta. E non a caso poco dopo passa in vantaggio il Novara con una splendida azione avviata da Porcari con lancio per Mazzarani e assist finale per l'ex Meggiorini, spietato nella conclusione.
Naufragio - Otto minuti non bastano per risalire la corrente e allora Gasperini cerca di evitare il naufragio nell'intervallo. Via Forlan e Castaignos, ecco finalmente Pazzini all'esordio in campionato e Obi. Come non detto, però, perché anche con il ritoccato 3-4-1-2 in cui Sneijder fa il trequartista vero, l'Inter appare in preda alla confusione. Non serve neppure l'ultima mossa della disperazione, l'inserimento di Zarate, proprio al posto dell'olandese (che aveva un problema e ha chiesto il cambio). Il Novara, invece, non lascia ma raddoppia su rigore con espulsione di Ranocchia (che si strattona con Morimoto): primo rosso dopo quattro gialli, altro dato su cui riflettere. Cambiasso illude con il gol dell'1-2, ma Rigoni fissa il definitivo 3-1. Con una città in festa. E Moratti impietrito in tribuna, a meditare sul futuro di un'altra Inter. Senza Gasperini.

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