GASPORT (G.B. OLIVERO) - Gli manca solo la parola. Per il resto lo Juventus Stadium ha tutto: è bellissimo, funzionale, accogliente. E' un teatro per il calcio e offre tutta una serie di servizi che sono stati studiati per i tifosi e le famiglie: molti posti auto, la possibilità di arrivare abbastanza comodamente con i mezzi pubblici, tanti punti di ristoro, un centro commerciale e perfino un baby-park in due diversi settori per i bambini dai 3 ai 6 anni.
Welcome home - Ieri, mentre gli operai davano gli ultimi ritocchi alla struttura e sul prato proseguivano i lavori di chi da giugno si dedica all'inaugurazione di domani, sembrava quasi che lo stadio si animasse e invitasse la gente ad accomodarsi. L'effetto è stupendo: le panchine sono inserite nella tribuna centrale come a Old Trafford, la distanza tra il campo e la prima fila è di soli 7,5 metri. Dall'investimento di 122 milioni, coperti grazie all'accordo con la Sportfive per i diritti sul nome, alla vendita delle aree commerciali e al finanziamento con il Credito Sportivo, è nato un gioiello: lo slogan «Lo stadio che cambia il calcio» sembra assolutamente azzeccato. Ieri sera si è svolta la prova generale e lo spettacolo (costato circa due milioni e ideato dalla K-events di Marco Balich che già aveva organizzato la cerimonia d'apertura dell'Olimpiade di Torino 2006) è davvero coinvolgente per coreografie e contenuti. Cristina Chiabotto, madrina dell'evento denominato «Welcome home», porterà in campo il nastro che sarà tagliato dal presidente Andrea Agnelli e dal sindaco della città Piero Fassino. Sarà il momento più ufficiale e solenne di una festa che durerà circa cinquanta minuti e impegnerà quasi ottocento volontari. I tifosi sugli spalti riceveranno un Audience Kit, che conterrà gli strumenti necessari per partecipare attivamente. Il pre-show, condotto dal noto (e juventino) dj Linus, inizierà alle 19,55. E poi via alle emozioni con il countdown gonfio di simboli: durerà 114 secondi (114 sono gli anni della Juve fondata nel 1897) durante i quali sui maxischermi saranno trasmesse le immagini più significative della storia bianconera. E gli ultimi 29 secondi saranno dedicati ai 29 scudetti vinti sul campo.
La storica panchina - Lo show è spettacolare (previsti acrobati e macchine sceniche alte più di quattro metri), autoironico (c'è un simpatico riferimento al soprannome di gobbi con il quale vengono chiamati i tifosi della Juve), curato nei minimi particolari (compresi i fuochi d'artificio). Non mancano il ricordo dell'Heysel (i familiari delle vittime sono stati invitati) e di Gaetano Scirea, la sfilata delle coppe e dei grandi campioni del passato. Fino all'attimo in cui passato, presente e futuro si uniranno magicamente: dal cielo planerà sul campo la storica panchina di Corso Re Umberto, quella sulla quale un gruppo di ragazzi del Liceo D'Azeglio fondò la Juventus il primo novembre 1897. Su quella panchina si siederanno Giampiero Boniperti e Alessandro Del Piero, che racconteranno cosa rappresenta la Juve per loro e si passeranno un pallone degli anni Cinquanta che la famiglia Agnelli regalò all'attuale capitano.
Un vantaggio tecnico - Finita la cerimonia inizierà l'amichevole con il Notts County, il club inglese da cui fu inviata a Torino la serie di maglie bianconere che sostituirono quelle rosa degli albori. Ma la partita che conta è quella contro il Parma che aprirà il campionato della Juventus domenica alle 12,30. Andrea Agnelli ha ribadito l'effetto positivo che l'impianto dovrebbe avere sui risultati: «Sarà un vantaggio per noi nei prossimi cinque-sei anni, si apre una nuova era. Siamo orgogliosi di averlo realizzato in un momento di grande difficoltà sportiva ed economica. Sappiamo che alcune squadre hanno qualcosa più di noi, ma dando il 105 per cento diremo la nostra».
Violenti a casa - L'ultimo pensierino è dedicato a chi usa lo stadio per sfogare i propri istinti animaleschi. Lo Juventus Stadium, comodo e senza barriere, è talmente bello da disinnescare automaticamente ogni possibile episodio di vandalismo: nulla, né un rigore negato né un gol sbagliato né una sconfitta cocente né un'antipatia sportiva di vecchia data, può giustificare un qualunque gesto di violenza o inciviltà. Chi non la pensa così resti a casa.
Welcome home - Ieri, mentre gli operai davano gli ultimi ritocchi alla struttura e sul prato proseguivano i lavori di chi da giugno si dedica all'inaugurazione di domani, sembrava quasi che lo stadio si animasse e invitasse la gente ad accomodarsi. L'effetto è stupendo: le panchine sono inserite nella tribuna centrale come a Old Trafford, la distanza tra il campo e la prima fila è di soli 7,5 metri. Dall'investimento di 122 milioni, coperti grazie all'accordo con la Sportfive per i diritti sul nome, alla vendita delle aree commerciali e al finanziamento con il Credito Sportivo, è nato un gioiello: lo slogan «Lo stadio che cambia il calcio» sembra assolutamente azzeccato. Ieri sera si è svolta la prova generale e lo spettacolo (costato circa due milioni e ideato dalla K-events di Marco Balich che già aveva organizzato la cerimonia d'apertura dell'Olimpiade di Torino 2006) è davvero coinvolgente per coreografie e contenuti. Cristina Chiabotto, madrina dell'evento denominato «Welcome home», porterà in campo il nastro che sarà tagliato dal presidente Andrea Agnelli e dal sindaco della città Piero Fassino. Sarà il momento più ufficiale e solenne di una festa che durerà circa cinquanta minuti e impegnerà quasi ottocento volontari. I tifosi sugli spalti riceveranno un Audience Kit, che conterrà gli strumenti necessari per partecipare attivamente. Il pre-show, condotto dal noto (e juventino) dj Linus, inizierà alle 19,55. E poi via alle emozioni con il countdown gonfio di simboli: durerà 114 secondi (114 sono gli anni della Juve fondata nel 1897) durante i quali sui maxischermi saranno trasmesse le immagini più significative della storia bianconera. E gli ultimi 29 secondi saranno dedicati ai 29 scudetti vinti sul campo.
La storica panchina - Lo show è spettacolare (previsti acrobati e macchine sceniche alte più di quattro metri), autoironico (c'è un simpatico riferimento al soprannome di gobbi con il quale vengono chiamati i tifosi della Juve), curato nei minimi particolari (compresi i fuochi d'artificio). Non mancano il ricordo dell'Heysel (i familiari delle vittime sono stati invitati) e di Gaetano Scirea, la sfilata delle coppe e dei grandi campioni del passato. Fino all'attimo in cui passato, presente e futuro si uniranno magicamente: dal cielo planerà sul campo la storica panchina di Corso Re Umberto, quella sulla quale un gruppo di ragazzi del Liceo D'Azeglio fondò la Juventus il primo novembre 1897. Su quella panchina si siederanno Giampiero Boniperti e Alessandro Del Piero, che racconteranno cosa rappresenta la Juve per loro e si passeranno un pallone degli anni Cinquanta che la famiglia Agnelli regalò all'attuale capitano.
Un vantaggio tecnico - Finita la cerimonia inizierà l'amichevole con il Notts County, il club inglese da cui fu inviata a Torino la serie di maglie bianconere che sostituirono quelle rosa degli albori. Ma la partita che conta è quella contro il Parma che aprirà il campionato della Juventus domenica alle 12,30. Andrea Agnelli ha ribadito l'effetto positivo che l'impianto dovrebbe avere sui risultati: «Sarà un vantaggio per noi nei prossimi cinque-sei anni, si apre una nuova era. Siamo orgogliosi di averlo realizzato in un momento di grande difficoltà sportiva ed economica. Sappiamo che alcune squadre hanno qualcosa più di noi, ma dando il 105 per cento diremo la nostra».
Violenti a casa - L'ultimo pensierino è dedicato a chi usa lo stadio per sfogare i propri istinti animaleschi. Lo Juventus Stadium, comodo e senza barriere, è talmente bello da disinnescare automaticamente ogni possibile episodio di vandalismo: nulla, né un rigore negato né un gol sbagliato né una sconfitta cocente né un'antipatia sportiva di vecchia data, può giustificare un qualunque gesto di violenza o inciviltà. Chi non la pensa così resti a casa.
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