GASPORT (L. GARLANDO) - Un bel quarto d'ora, tre punti d'oro. E basta. La magia delle Far Oer è tutta qui. Il messaggio di allegria che cercavamo per il nostro calcio scioperato non è pervenuto. Anzi. Abbiamo battuto i semiprofessionisti delle Far Oer grazie a un gol in fuorigioco (Cassano) e a due legni.
Un quarto d'ora di buon palleggio e poi sciopero bianco: impaccio e troppa sofferenza. Capita, soprattutto a settembre, con un campionato non ancora partito, su un campo pesante. Nessun dramma. Battendo la Slovenia martedì avremo comunque la certezza di Euro 2012, con largo anticipo. Non è poco. E poi, in fase di crescita, meglio dubbi che certezze. Siamo quelli che hanno battuto i campioni del mondo della Spagna? Sì, ma anche quelli che hanno penato con le Far Oer, 111° posto del ranking Fifa.
Illusione Sembra subito tutto facile, perché le Far Oer stendono due file di 4 e 5 uomini davanti alla porta, ma si dimenticano di stuccare gli spiragli e gli azzurri si infilano tra le linee come vogliono. Si infilano Cassano e Rossi, e soprattutto i tre della mediana e il finto trequartista Montolivo, che ruotano di continuo scambiandosi posizioni e mansioni. In due minuti l'Italia spara tre volte sul portiere. Comincia Montolivo, prosegue Cassano, liberato da una parabola magica di Pirlo, che appare in serata di grazia. Da lui all'11' nasce il gol: altro lampo in verticale per Cassano che salta il portiere, ringrazia il guardalinee (fuorigioco) e mette in rete. Notare: un paio di minuti prima, Prandelli ha urlato: «Ricky, gira!» e il viola è scalato in mediana, lasciando allo juventino il posto di suggeritore offensivo. Il meglio l'Italia lo dà qui, con la qualità del suo quadrilatero che toglie punti di riferimento alternando di continuo playmaker e incursori.
Intimiditi da tanti piedi buoni, i ragazzoni nordici sembrano frustrati dai loro limiti e pronti a difendersi ad oltranza. Invece, dopo un solo quarto d'ora l'Italia si spegne e mostra i suoi ampi margini di crescita, su cui dovrà lavorare Prandelli. In tutti i reparti.
Difesa Non parliamo di difensori, ma di fase difensiva: anche in partite precedenti l'Italia ha mostrato difficoltà a ricompattarsi e si è esposta troppo vulnerabilmente alle ripartenze. Bella quando si accampa attorno all'area avversaria, l'Italia a volte sembra dimenticarsi come si fa a tornare indietro di corsa quando perde palla. Ieri gli entusiasti delle Far Oer hanno festeggiato quasi increduli due legni stampati alla gloriosa porta di Buffon.
Centrocampo Il reparto fiore all'occhiello di Prandelli espone la squadra al narcisismo. Quando si piace troppo, come ieri dopo il gol, rischia di perdersi nei ricami e di dimenticare la profondità che porta al gol. Inoltre, come già nel secondo tempo contro la Spagna, quando la squadra va in difficoltà, perde sicurezze, distanze e arretra riscoprendo antiche paure.
Attacco Prandelli dalla panchina urlava: «Andiamo alla conclusione!». Non esiste che, con quanto creato, si sia vinto grazie a un solo gol in fuorigioco. Cassano e Rossi hanno giocato troppo spesso spalle alla porta. D'accordo che si devono muovere, alla Barça, per non dare punti di riferimento, ma uno dei due almeno lo faccia come David Villa, che ha la porta piantata in testa e la cerca sempre con rabbia. Senza peso e senza fame da gol questo attacco diventa troppo leggero. Ieri Prandelli ha sbagliato a non inserire prima Balotelli e dovrà lavorarci per inserirlo ora, perché questa Italia ne ha bisogno. Delusi, certo, ma 19 punti in 7 match di qualificazione non li ha mai fatti nessun c.t. Abbiamo l'Europeo in tasca e una Nazionale che deve solo mettere il dente del giudizio.
Un quarto d'ora di buon palleggio e poi sciopero bianco: impaccio e troppa sofferenza. Capita, soprattutto a settembre, con un campionato non ancora partito, su un campo pesante. Nessun dramma. Battendo la Slovenia martedì avremo comunque la certezza di Euro 2012, con largo anticipo. Non è poco. E poi, in fase di crescita, meglio dubbi che certezze. Siamo quelli che hanno battuto i campioni del mondo della Spagna? Sì, ma anche quelli che hanno penato con le Far Oer, 111° posto del ranking Fifa.
Illusione Sembra subito tutto facile, perché le Far Oer stendono due file di 4 e 5 uomini davanti alla porta, ma si dimenticano di stuccare gli spiragli e gli azzurri si infilano tra le linee come vogliono. Si infilano Cassano e Rossi, e soprattutto i tre della mediana e il finto trequartista Montolivo, che ruotano di continuo scambiandosi posizioni e mansioni. In due minuti l'Italia spara tre volte sul portiere. Comincia Montolivo, prosegue Cassano, liberato da una parabola magica di Pirlo, che appare in serata di grazia. Da lui all'11' nasce il gol: altro lampo in verticale per Cassano che salta il portiere, ringrazia il guardalinee (fuorigioco) e mette in rete. Notare: un paio di minuti prima, Prandelli ha urlato: «Ricky, gira!» e il viola è scalato in mediana, lasciando allo juventino il posto di suggeritore offensivo. Il meglio l'Italia lo dà qui, con la qualità del suo quadrilatero che toglie punti di riferimento alternando di continuo playmaker e incursori.
Intimiditi da tanti piedi buoni, i ragazzoni nordici sembrano frustrati dai loro limiti e pronti a difendersi ad oltranza. Invece, dopo un solo quarto d'ora l'Italia si spegne e mostra i suoi ampi margini di crescita, su cui dovrà lavorare Prandelli. In tutti i reparti.
Difesa Non parliamo di difensori, ma di fase difensiva: anche in partite precedenti l'Italia ha mostrato difficoltà a ricompattarsi e si è esposta troppo vulnerabilmente alle ripartenze. Bella quando si accampa attorno all'area avversaria, l'Italia a volte sembra dimenticarsi come si fa a tornare indietro di corsa quando perde palla. Ieri gli entusiasti delle Far Oer hanno festeggiato quasi increduli due legni stampati alla gloriosa porta di Buffon.
Centrocampo Il reparto fiore all'occhiello di Prandelli espone la squadra al narcisismo. Quando si piace troppo, come ieri dopo il gol, rischia di perdersi nei ricami e di dimenticare la profondità che porta al gol. Inoltre, come già nel secondo tempo contro la Spagna, quando la squadra va in difficoltà, perde sicurezze, distanze e arretra riscoprendo antiche paure.
Attacco Prandelli dalla panchina urlava: «Andiamo alla conclusione!». Non esiste che, con quanto creato, si sia vinto grazie a un solo gol in fuorigioco. Cassano e Rossi hanno giocato troppo spesso spalle alla porta. D'accordo che si devono muovere, alla Barça, per non dare punti di riferimento, ma uno dei due almeno lo faccia come David Villa, che ha la porta piantata in testa e la cerca sempre con rabbia. Senza peso e senza fame da gol questo attacco diventa troppo leggero. Ieri Prandelli ha sbagliato a non inserire prima Balotelli e dovrà lavorarci per inserirlo ora, perché questa Italia ne ha bisogno. Delusi, certo, ma 19 punti in 7 match di qualificazione non li ha mai fatti nessun c.t. Abbiamo l'Europeo in tasca e una Nazionale che deve solo mettere il dente del giudizio.
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