CORSPORT (G. D'UBALDO) - Luis Enrique ha rovinato la festa di Thomas DiBenedetto, accolto con grandi applausi dai suoi nuovi tifosi. L’allenatore asturiano ha insistito con la sua tattica di distruzione di Totti, il capitano e il simbolo della Roma. Totti è stato sostituito con Okaka quando mancavano venti minuti
(compreso recupero) alla fine, quando la qualificazione era ancora possibile, quando con i suoi numeri il capitano avrebbe ancora potuto centrare l’impresa. Una decisione incomprensibile, che pesa per laRoma e che pregiudica il processo di crescita della nuova squadra, estromessa con un brutto pareggio dall’Europa da un avversario mediocre, che ha capitalizzato il successo dell’andata.
NIENTE SORPRESE -Tutti con il fiato in sospeso in attesa delle formazioni ufficiali. Questa volta Luis Enrique, almeno all’inizio, non ha fatto mosse a sorpresa. Totti è al centro dell’attacco, accolto da un’ovazione dell’Olimpico già nel riscaldamento. La Roma ha cominciato come voleva il tecnico asturiano alla vigilia: all’attacco. Al 4’ Bojan ha sprecato una grande occasione tirando debolmente. Il gol che ha riequilibrato lo svantaggio dell’andata è arrivato dopo undici minuti. Un calcio d’angolo di Totti ha trovato Perrotta pronto dentro l’area ad anticipare Sebo, che era retrocesso sul corner. La Roma ha continuato ad attaccare, sospinta dai cinquantamila dell’Olimpico. Entusiasmo ritrovato, voglia di accompagnare i primi passi della nuova Roma. Luis Enrique ha perso Cicinho per infortunio muscolare tre minuti prima del gol. La Roma ha continuato ad attaccare, per mettere al sicuro la qualificazione. Un tiro di Simplicio dal limite si è perso di poco sul fondo, Bojan si è intestardito a cercare la conclusione rimediando i rimproveri di Luis Enrique, che a metà del primo tempo ha invertito la sua posizione con quella di Caprari.
BARRIERA -Lo Slovan, forte del vantaggio dell’andata, ha ripetuto la partita di una settimana fa. Tanti giocatori dietro la linea del pallone, un solo attaccante, Sebo, deputato a fare il guastatore, ma la difesa giallorossa gli ha concesso pochissimo, salvo uno svarione di Cassetti, sul quale ha risolto in uscita Stekelenburg. Tra i nuovi in evidenza Josè Angel, più del tanto atteso Bojan. Il terzino è apparso più intraprendente rispetto alle prime apparizioni stagionali. Le migliori occasioni sono arrivate dalla sua parte, è sceso molte volte e ha saltato l’uomo. Dall’altra parte Rosi, entrato al posto di Cicinho, ha cercato anche la conclusione, ma gli è mancata precisione. Totti ha illuminato la scena con alcune giocate delle sue, ma è rimasto troppo lontano dalla zona tiro. Nella posizione che ricopre negli schemi di Luis Enrique è mortificato da una posizione da centravanti arretrato, venti metri più dietro rispetto agli anni passati. La Roma è andata avanti con il “tike taka de’ noantri”, ha lasciato poche volte il pallone agli avversari, ma di pericoli il portiere dello Slovan ne ha corsi pochi.
RIPRESA- Nella ripresa la squadra giallorossa è tornata in campo con l’intenzione di chiudere la pratica della qualificazione. Prima Totti con un diagonale parato con difficoltà da Putnocky e poi Caprari hanno cercato il raddoppio. Ancora Caprari, all’11’ ha tirato troppo centrale su invito diSimplicio. Ma l’occasione migliore è capitata due minuti dopo sul piede di Josè Angel, pescato libero in area da Perrotta. Il tiro è stato da dimenticare. Ci ha provato ancora Caprari, prima di chiedere il cambio. Al suo posto, per il forcing finale, è entrato Verre, diciassette anni. Con i giovani bisogna avere pazienza. Anche Viviani, confermato nel ruolo di centrale, è sembrato un po’ contratto, un po’ più sicuro in fase di interdizione.
AZZARDO- Nel cuore della ripresa, al 29’, ancora alla ricerca del gol del raddoppio, Luis Enrique ha fatto un’altra volta una mossa azzardata. Ha tolto Totti, sostituendolo con Okaka. Valanghe di fischi hanno accompagnato la sua decisione. Stupore in tribuna negli occhi di De Rossi e Borriello. Rabbia in quelli del capitano, che è andato immediatamente negli spogliatoi. I tifosi, anche dalla Monte Mario, hanno manifestato il loro disappunto per la scelta dell’allenatore. Insomma, su quello che i dirigenti della Roma avevano tentato di non considerare un caso, si discuterà eccome ancora per giorni. Pochi minuti dopo l’uscita di Totti è uscita anche la Roma. Al 36’ lo Slovan ha trovato il pareggio. Un affondo di Bagayoko ha trovato la difesa impreparata e per il nuovo entrato Stepanovsky è stato un gioco da ragazzi battere Stekelenburg. La partita era già finita con l’uscita di Totti. Il cammino per la Roma americana è tutto in salita. Il volto di Luis Enrique, solo con le sue certezze alla fine della partita, in attesa delle interviste televisive, era tutto un programma.
(compreso recupero) alla fine, quando la qualificazione era ancora possibile, quando con i suoi numeri il capitano avrebbe ancora potuto centrare l’impresa. Una decisione incomprensibile, che pesa per laRoma e che pregiudica il processo di crescita della nuova squadra, estromessa con un brutto pareggio dall’Europa da un avversario mediocre, che ha capitalizzato il successo dell’andata.
NIENTE SORPRESE -Tutti con il fiato in sospeso in attesa delle formazioni ufficiali. Questa volta Luis Enrique, almeno all’inizio, non ha fatto mosse a sorpresa. Totti è al centro dell’attacco, accolto da un’ovazione dell’Olimpico già nel riscaldamento. La Roma ha cominciato come voleva il tecnico asturiano alla vigilia: all’attacco. Al 4’ Bojan ha sprecato una grande occasione tirando debolmente. Il gol che ha riequilibrato lo svantaggio dell’andata è arrivato dopo undici minuti. Un calcio d’angolo di Totti ha trovato Perrotta pronto dentro l’area ad anticipare Sebo, che era retrocesso sul corner. La Roma ha continuato ad attaccare, sospinta dai cinquantamila dell’Olimpico. Entusiasmo ritrovato, voglia di accompagnare i primi passi della nuova Roma. Luis Enrique ha perso Cicinho per infortunio muscolare tre minuti prima del gol. La Roma ha continuato ad attaccare, per mettere al sicuro la qualificazione. Un tiro di Simplicio dal limite si è perso di poco sul fondo, Bojan si è intestardito a cercare la conclusione rimediando i rimproveri di Luis Enrique, che a metà del primo tempo ha invertito la sua posizione con quella di Caprari.
BARRIERA -Lo Slovan, forte del vantaggio dell’andata, ha ripetuto la partita di una settimana fa. Tanti giocatori dietro la linea del pallone, un solo attaccante, Sebo, deputato a fare il guastatore, ma la difesa giallorossa gli ha concesso pochissimo, salvo uno svarione di Cassetti, sul quale ha risolto in uscita Stekelenburg. Tra i nuovi in evidenza Josè Angel, più del tanto atteso Bojan. Il terzino è apparso più intraprendente rispetto alle prime apparizioni stagionali. Le migliori occasioni sono arrivate dalla sua parte, è sceso molte volte e ha saltato l’uomo. Dall’altra parte Rosi, entrato al posto di Cicinho, ha cercato anche la conclusione, ma gli è mancata precisione. Totti ha illuminato la scena con alcune giocate delle sue, ma è rimasto troppo lontano dalla zona tiro. Nella posizione che ricopre negli schemi di Luis Enrique è mortificato da una posizione da centravanti arretrato, venti metri più dietro rispetto agli anni passati. La Roma è andata avanti con il “tike taka de’ noantri”, ha lasciato poche volte il pallone agli avversari, ma di pericoli il portiere dello Slovan ne ha corsi pochi.
RIPRESA- Nella ripresa la squadra giallorossa è tornata in campo con l’intenzione di chiudere la pratica della qualificazione. Prima Totti con un diagonale parato con difficoltà da Putnocky e poi Caprari hanno cercato il raddoppio. Ancora Caprari, all’11’ ha tirato troppo centrale su invito diSimplicio. Ma l’occasione migliore è capitata due minuti dopo sul piede di Josè Angel, pescato libero in area da Perrotta. Il tiro è stato da dimenticare. Ci ha provato ancora Caprari, prima di chiedere il cambio. Al suo posto, per il forcing finale, è entrato Verre, diciassette anni. Con i giovani bisogna avere pazienza. Anche Viviani, confermato nel ruolo di centrale, è sembrato un po’ contratto, un po’ più sicuro in fase di interdizione.
AZZARDO- Nel cuore della ripresa, al 29’, ancora alla ricerca del gol del raddoppio, Luis Enrique ha fatto un’altra volta una mossa azzardata. Ha tolto Totti, sostituendolo con Okaka. Valanghe di fischi hanno accompagnato la sua decisione. Stupore in tribuna negli occhi di De Rossi e Borriello. Rabbia in quelli del capitano, che è andato immediatamente negli spogliatoi. I tifosi, anche dalla Monte Mario, hanno manifestato il loro disappunto per la scelta dell’allenatore. Insomma, su quello che i dirigenti della Roma avevano tentato di non considerare un caso, si discuterà eccome ancora per giorni. Pochi minuti dopo l’uscita di Totti è uscita anche la Roma. Al 36’ lo Slovan ha trovato il pareggio. Un affondo di Bagayoko ha trovato la difesa impreparata e per il nuovo entrato Stepanovsky è stato un gioco da ragazzi battere Stekelenburg. La partita era già finita con l’uscita di Totti. Il cammino per la Roma americana è tutto in salita. Il volto di Luis Enrique, solo con le sue certezze alla fine della partita, in attesa delle interviste televisive, era tutto un programma.
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