
e infine lo ha confermato dopo l'esonero di Pioli e l'ingaggio dello sconosciuto Mangia. La sua squadra ha impiegato appena 5 giornate a dargli ragione e tante ne sono bastate a Mangia per conquistare una popolarità inimmaginabile. Nel frattempo Zamparini ha ritrovato l'affetto e la fiducia di quella minoranza di tifosi che l'aveva contestato quando il Palermo sembrava una barca in balia delle onde.
Presidente, il terzo posto del Palermo è una scommessa vinta?
«Per poterlo dire non bastano cinque giornate. Chi ben comincia è a metà dell'opera, ma è meglio volare basso. Ricordo che nel nostro anno migliore con Guidolin ottenemmo 12 punti nelle prime cinque, poi riuscimmo ad andare a stento in Uefa. E ora ci aspettano due trasferte molto difficili contro Milan e Roma».
Il Palermo però ha il vantaggio di non avere nulla da perdere.
«Fino ad un certo punto, a nessuno di noi piace essere battuto, men che meno a Mangia e al sottoscritto».
A proposito di Mangia, un'altra scommessa vinta?
«Io non lo conoscevo quindi non sono io che ho vinto la scommessa, semmai il direttore sportivo Sogliano di cui ho fiducia cieca. In quel caso sono stato fortunato: pensate se Rossi o Ranieri avessero accettato la mia proposta a quest'ora non avrei uno dei migliori allenatori in circolazione».
E con lo stipendio più basso della A: gli ha ritoccato il contratto?
«A questo penserà Sogliano che ha carta bianca».
Domenica ha tifato per il Milan, visto che se la Juve non avesse vinto voi saresti stati secondi?
«Quella bianconera, con un ottimo allenatore, Conte, è diventata una squadra operaia e da scudetto, ma se non si fosse fatto male Nesta forse il Milan avrebbe salvato la pellaccia».
Quindi scudetto alla Juve?
«I bianconeri e il Napoli sono le squadre da battere, una spanna sopra Inter e Milan. Per me lo scudetto lo vince il Napoli».
E il Palermo arriverà in Champions?
«Non voglio più parlarne, andiamoci ma in silenzio. Prima dobbiamo battere Roma e Milan. Se infine arriviamo ottavi va bene lo stesso».
Lei aveva detto pure che senza Pastore avreste fatto meglio: una provocazione?
«Sono felice che Pastore stia facendo sfracelli in Francia, dove il campionato è meno tattico del nostro e ha più libertà. Il problema è che quando hai uno così fatalmente la squadra aspetta che sia lui a risolvere le partite, come succede anche al Milan con Ibra, e quando si blocca è più complicato trovare alternative. Così il Palermo oggi è più squadra».
Sempre dell'idea di voler andare via dal Palermo?
«Adesso che ho un d.s. molto giovane, un capo degli osservatori (Cattani, ndr) altrettanto giovane e un allenatore ragazzino, io posso lavorare molto meno e mi farò vedere di rado».
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