sabato 20 agosto 2011

Italia in crisi non s'investe sui giovani

GASPORT - DIVENTA FAN DI CALCIOPAZZOCome sta il nostro amato calcio e quali prospettive future può avere? La vittoria della Nazionale sulla Spagna ha ridato un po' di morale ad un ambiente depresso, ma al di là del buon lavoro di Prandelli non abbiamo risolto i problemi che ci affliggono. Galliani, dirigente di grande livello, afferma che ormai siamo «una pizzeria», perché spendiamo meno degli altri e possiamo solo acquistare calciatore di seconda fascia. Però negli ultimi anni siamo usciti dalle varie coppe con avversarie che non sempre ci valevano come storia e investimenti economici. Troppe volte i dirigenti e i giornali riempiono l'estate di acquisti per la maggior parte irrealizzabili: è il calcio virtuale che fa sognare e poi incavolare i tifosi. Il futuro migliorerà se si verificheranno alcune premesse: 1) bilanci economici corretti; 2) stadi privati moderni ed ospitali; 3) allontanamento dei violenti con l'aiuto dei dirigenti e della politica. Per realizzare ciò occorrono ambienti più sereni, così permetteremo ai nostri allenatori di lavorare in profondità senza timori di essere esonerati dopo due sconfitte. Sarebbe necessario dare nuova linfa ai settori giovanili: le nostre società investono solo l'1 o 2% mentre in Spagna, Inghilterra, Germania l'investimento va dal 6 al 10%. Perché le nazioni più evolute hanno centri di formazione che da noi sono sconosciuti? In questi centri si studia e ci si allena da 16 a 20 ore settimanali. Solo attraverso un gioco innovativo e armonioso si può costruire qualcosa di importante e migliorare le prestazioni dei singoli, senza svenarsi negli acquisti. 
Perché il gioco non si compra, è frutto di ambienti positivi, idee, lavoro, disponibilità. Il Real Madrid di Zidane, Ronaldo, Raul, Owen, Beckham, Figo, Casillas, Roberto Carlos produceva uno spettacolo noioso e brutto, come diceva Alfredo Di Stefano. Il calcio è un gioco collettivo con momenti individuali, mentre per noi è determinato dalle individualità. Le squadre straniere quasi sempre giocano in 11 in modo organico, noi in genere ci muoviamo a strappi e con pochi. Il nostro calcio dura un attimo, un fulmine a ciel sereno, mentre in Spagna, Inghilterra e Germania dura 90'. Siamo lontani dal calcio moderno ma il nostro cuore e le capacità di tirare fuori il meglio nei momenti difficili mi fa sperare in un cambiamento e nel ritorno di giornate felici. 

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