GUERIN SPORTIVO (S. OLIVARI) - Luis Enrique ha più elementi di noi per dire che Francesco Totti non sia pronto per dare un grande contributo alla Roma, qui dal bar possiamo solo osservare che un 35enne ancora in possesso di singoli grandi colpi non può essere giudicato con gli stessi parametri atletici e di intensità di un 25enne.
La cosa veramente inconcepibile del lungo addio della Roma americana a Totti è però che questa rifondazione basata sul marketing, il merchandising, il modello Barcellona, l’immagine di Roma nel mondo, eccetera, sia partita proprio dall’elemento che per una società ben gestita sarebbe una macchina da soldi.
Non stiamo parlando solo di calcio, argomento che del resto interessa poco anche a DiBenedetto e soci (per non parlare di Unicredit, che non vede l’ora di piazzare il suo 40%, il toto-nomi come secondi azionisti merita un articolo a parte), perché un allenatore ha il diritto di pensare che a Bratislava Caprari, Bojan e Okaka gli dessero più garanzie di Totti (tanto a rischiare è comunque Luis Enrique, tanto vale rischiare con il proprio cervello).
Stiamo parlando di quello che è il giocatore simbolo della storia del club, un monumento per giunta vivente: come se Meazza fosse su questa terra giocasse nell’Inter attuale o Riva lo facesse nel Cagliari di Cellino. Al netto del becero tottismo, cioè di un ambiente pieno di persone che millantano chissà quali rapporti con il capitano, Totti è un patrimonio proprio dal punto di vista…patrimoniale.
Dalle dichiarazioni di Baldini in poi è stata invece tutta una gara a farlo innervosire, come se fosse di ostacolo a chissà quali strategie o volesse dettare la formazione (quando invece se lui contasse qualcosa Montella sarebbe ancora sulla panchina giallorossa).
E invece la cosa drammatica è che non c’è nessuna strategia unitaria (diversamente Borriello non sarebbe stato ‘bruciato’ per il mercato internazionale per pochi minuti di Europa League e a De Rossi sarebbe stato offerto un prolungamento in bianco), ma solo una serie di personaggi che pensano di segnare questa ‘nuova era’ sparando al bersaglio grosso.
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