GASPORT (M. PASOTTO) - Il Messi del Milan — copyright di Allegri — ha battuto quello vero del Barça. Lui ha segnato, Leo no.Thiago Silva sfoglia e risfoglia le pagine 8 e 9 della Gazzetta di ieri, guarda l'addetto stampa e gli fa: «Devi farmi avere anche questa foto, è troppo bella».
E' quella in cui lui e Pato ballano il samba dopo il gol del 2-2 al Barcellona. Thiago tocca il giornale, quasi a cercare l'ennesima conferma che è tutto vero. E' stato il gol più importante della sua carriera ed è servito ad avvalorare una serie di luoghi comuni: tipo che le partite finiscono al 90' in questo caso al 95' e non si scende mai in campo sconfitti in partenza. «Dopo il gol ho sentito il silenzio pazzesco del Camp Nou e mi sono reso conto che avevo fatto qualcosa di importantissimo. Poi Pato mi ha raggiunto per ballare».
Brasiliano «farlocco» - E qui vale la pena di raccontare quello che c'è dietro. «Ogni volta che giochiamo Alexandre mi viene a trovare in camera. Un po' per parlare della partita, un po' per ascoltare musica perché io porto sempre con me stereo e casse. La vigilia di Barcellona mi ha chiesto "che facciamo se segno?". Semplice, un balletto, gli ho risposto. Soltanto che ha fatto gol dopo 24", così mi ha preso alla sprovvista. E allora lo abbiamo fatto quando ho segnato io. Oddio, lui sarebbe meglio che non ballasse, è inguardabile. Infatti gli dico sempre che non è un vero brasiliano. Pensate che ascolta hip-hop, io invece adoro la musica del mio Paese».
Thiago Silva, dopo il moonwalk di Boateng, ecco il suo samba. Si sente di promettere anche lei qualche passo particolare in caso di vittorie a fine stagione?
«Per carità, no. Prima vinciamo, poi balliamo. Il calcio è difficile, io non parlo mai prima che le cose succedano. E comunque Boateng balla molto meglio di me».
Qual è stata la chiave per uscire indenni dal Camp Nou?
«Abbiamo lavorato molto sulla fase difensiva e infatti loro in area ci sono entrati poco. Me l'ha detto anche Dani Alves a fine partita: "Non abbiamo trovato spazio nella vostra difesa". E' stato un bel complimento. Il problema è che non siamo mai riusciti a ripartire, a uscire col pallone dall'area».
In quanto tempo il Milan potrebbe portarsi alla pari col Barça?
«Loro sono stati più bravi di noi, inutile nasconderci. Non so darvi tempistiche, ma ci stiamo lavorando su».
Quando ciò avverrà, potrete puntare alla Champions...
«Non sono d'accordo. Se continueremo a lavorare bene come adesso, possiamo arrivare in fondo già quest'anno. E con "in fondo" intendo vincere. La Champions per me resta il primo obiettivo, è un sogno che ho fin da bambino, ci penso in continuazione. Però mi piacerebbe anche rivedere piazza Duomo invasa dai nostri tifosi a maggio».
Ingordo. E' il mercato estivo a renderla così ottimista?
«Mi ha soddisfatto. Aquilani ad esempio è un grandissimo acquisto».
Lei in estate aveva detto che avrebbe voluto Hamsik. E invece ora se lo ritroverà contro.
«Se questa partita la giocasse con la nostra maglia sarebbe molto meglio... Ha una tecnica e una classe incredibili. Spero riusciremo a prenderlo il prossimo anno».
Lei aveva caldeggiato anche l'arrivo di un brasiliano. Si è parlato a lungo di Ganso e Danilo.
«Sono felice quando un brasiliano viene in Europa, ma mi rendo conto che da extracomunitari la strada è complicata. Per il mio arrivo fu fondamentale Leonardo. L'altra sera dopo la partita mi ha mandato un sms con l'in bocca al lupo per la stagione e i complimenti per il gol».
Parliamo del suo, di mercato: ha segnato alla squadra che la cercò in estate.
«Se uno lavora bene è normale che vengano a cercarti, ma sono cose che lascio al mio procuratore e a Galliani. Io sono felice al Milan e intendo rispettare il contratto. Me lo hanno allungato fino al 2016 ed è una responsabilità importante. Non penso che Galliani voglia mandarmi via... Qui ho trovato una famiglia».
Beh, per dire di no al Barcellona comunque ci vuole coraggio.
«Personalmente non ho detto di no a nessuno, anche perché nessuno mi ha contattato. E comunque io ritengo che non sia giusto farlo perché nel futuro non si sa mai che cosa può succedere. Anche in Brasile mi sono sempre comportato così».
Che costa sta succedendo a Cassano?
«A Barcellona è stata una serata difficile anche per Pato, non solo per lui. Abbiamo faticato tutti. Ma lo vedo più tranquillo rispetto all'anno scorso e a questa estate. Per me è come un fratello brasiliano».
Nesta è tornato sui suoi livelli.
«La prima partita è sempre molto difficile. Lui è e resta il numero uno».
Però state prendendo molti gol.
«Infatti la cosa mi preoccupa, perché sono troppi. Iniziare così una stagione è difficile, ma ci sistemeremo».
L'attacco del Napoli, tra l'altro, fa paura.
«E' un termine che non mi piace. Ho appena giocato contro Messi, e non avevo paura. Degli avversari ho solo rispetto, non paura».
E' quella in cui lui e Pato ballano il samba dopo il gol del 2-2 al Barcellona. Thiago tocca il giornale, quasi a cercare l'ennesima conferma che è tutto vero. E' stato il gol più importante della sua carriera ed è servito ad avvalorare una serie di luoghi comuni: tipo che le partite finiscono al 90' in questo caso al 95' e non si scende mai in campo sconfitti in partenza. «Dopo il gol ho sentito il silenzio pazzesco del Camp Nou e mi sono reso conto che avevo fatto qualcosa di importantissimo. Poi Pato mi ha raggiunto per ballare».
Brasiliano «farlocco» - E qui vale la pena di raccontare quello che c'è dietro. «Ogni volta che giochiamo Alexandre mi viene a trovare in camera. Un po' per parlare della partita, un po' per ascoltare musica perché io porto sempre con me stereo e casse. La vigilia di Barcellona mi ha chiesto "che facciamo se segno?". Semplice, un balletto, gli ho risposto. Soltanto che ha fatto gol dopo 24", così mi ha preso alla sprovvista. E allora lo abbiamo fatto quando ho segnato io. Oddio, lui sarebbe meglio che non ballasse, è inguardabile. Infatti gli dico sempre che non è un vero brasiliano. Pensate che ascolta hip-hop, io invece adoro la musica del mio Paese».
Thiago Silva, dopo il moonwalk di Boateng, ecco il suo samba. Si sente di promettere anche lei qualche passo particolare in caso di vittorie a fine stagione?
«Per carità, no. Prima vinciamo, poi balliamo. Il calcio è difficile, io non parlo mai prima che le cose succedano. E comunque Boateng balla molto meglio di me».
Qual è stata la chiave per uscire indenni dal Camp Nou?
«Abbiamo lavorato molto sulla fase difensiva e infatti loro in area ci sono entrati poco. Me l'ha detto anche Dani Alves a fine partita: "Non abbiamo trovato spazio nella vostra difesa". E' stato un bel complimento. Il problema è che non siamo mai riusciti a ripartire, a uscire col pallone dall'area».
In quanto tempo il Milan potrebbe portarsi alla pari col Barça?
«Loro sono stati più bravi di noi, inutile nasconderci. Non so darvi tempistiche, ma ci stiamo lavorando su».
Quando ciò avverrà, potrete puntare alla Champions...
«Non sono d'accordo. Se continueremo a lavorare bene come adesso, possiamo arrivare in fondo già quest'anno. E con "in fondo" intendo vincere. La Champions per me resta il primo obiettivo, è un sogno che ho fin da bambino, ci penso in continuazione. Però mi piacerebbe anche rivedere piazza Duomo invasa dai nostri tifosi a maggio».
Ingordo. E' il mercato estivo a renderla così ottimista?
«Mi ha soddisfatto. Aquilani ad esempio è un grandissimo acquisto».
Lei in estate aveva detto che avrebbe voluto Hamsik. E invece ora se lo ritroverà contro.
«Se questa partita la giocasse con la nostra maglia sarebbe molto meglio... Ha una tecnica e una classe incredibili. Spero riusciremo a prenderlo il prossimo anno».
Lei aveva caldeggiato anche l'arrivo di un brasiliano. Si è parlato a lungo di Ganso e Danilo.
«Sono felice quando un brasiliano viene in Europa, ma mi rendo conto che da extracomunitari la strada è complicata. Per il mio arrivo fu fondamentale Leonardo. L'altra sera dopo la partita mi ha mandato un sms con l'in bocca al lupo per la stagione e i complimenti per il gol».
Parliamo del suo, di mercato: ha segnato alla squadra che la cercò in estate.
«Se uno lavora bene è normale che vengano a cercarti, ma sono cose che lascio al mio procuratore e a Galliani. Io sono felice al Milan e intendo rispettare il contratto. Me lo hanno allungato fino al 2016 ed è una responsabilità importante. Non penso che Galliani voglia mandarmi via... Qui ho trovato una famiglia».
Beh, per dire di no al Barcellona comunque ci vuole coraggio.
«Personalmente non ho detto di no a nessuno, anche perché nessuno mi ha contattato. E comunque io ritengo che non sia giusto farlo perché nel futuro non si sa mai che cosa può succedere. Anche in Brasile mi sono sempre comportato così».
Che costa sta succedendo a Cassano?
«A Barcellona è stata una serata difficile anche per Pato, non solo per lui. Abbiamo faticato tutti. Ma lo vedo più tranquillo rispetto all'anno scorso e a questa estate. Per me è come un fratello brasiliano».
Nesta è tornato sui suoi livelli.
«La prima partita è sempre molto difficile. Lui è e resta il numero uno».
Però state prendendo molti gol.
«Infatti la cosa mi preoccupa, perché sono troppi. Iniziare così una stagione è difficile, ma ci sistemeremo».
L'attacco del Napoli, tra l'altro, fa paura.
«E' un termine che non mi piace. Ho appena giocato contro Messi, e non avevo paura. Degli avversari ho solo rispetto, non paura».
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