mercoledì 7 settembre 2011

E’ PazzItalia. Sì, Euro2012


CORSPORT (A. POLVEROSI) - La notte che sognava è diventa­ta vera. Una notte piena di gioco, di occasio­ni, di record, di tifo, la notte che ha spinto Prandelli e la sua Nazionale all’Europeo, con due partite d’anticipo, con 22 punti in 8 gare (e questo è un record), con 689' di imbattibi­lità (a 19' dal record assoluto), con la quinta vittoria a fila (altro record eguagliato) e con Firenze che l’ha abbracciato, coccolato e fe­steggiato.
Alla fine erano in 18.000 intorno a Cesare che è uscito per ultimo per salutare la sua gente. Una notte perfetta, d’amore e di calcio.

QUANTO SPRECO - Eppure stava per finire sen­za l’atteso trionfo. Il colpo micidiale di Paz­zini, a 5' dalla fine, ha risolto partita e quali­ficazione, ma soprattutto ha reso giustizia ai 90' degli azzurri, padroni del gioco e del cam­po dall’inizio alla fine.
Era cominciata come nelle Far Oer, occa­sioni a raffica ed errori madornali davanti al­la porta slovena. Venerdì l’Italia si era ferma­ta dopo 20', quando era in vantaggio, stavol­ta è andata avanti, col possesso palla, con spunti di ottimo gioco, ma continuando a sba­gliare una quantità assurda di occasioni da gol. Trenta secondi, la prima rete se l’è man­giata Rossi dopo un errore di Suler; 3 minu­ti, colpo di testa di Montolivo fuori di niente su cross di Balzaretti; 6 minuti, assist di Mon­tolivo per De Rossi in piena area, sinistro in curva Fiesole; 18 minuti, azione fantastica, con Montolivo, Cassano e tiraccio di Rossi. Impossibile andare avanti così, sembrava davvero la ripetizione della partita nelle Far Oer. A quel punto l’Italia si è soffermata e la Slovenia, che avrebbe dovuto giocare per vincere e invece se ne stava tutta dietro a di­fendere Jasmin Handanovic, si è tirata un po’ su e con Vrsic ha impegnato Buffon nella sua prima respinta di pugno. Poi ancora Italia e ancora errori clamorosi, come quello di Thia­go Motta che davanti al portiere sloveno non ha agganciato un pallonetto straordinario di Cassano, o ancor più pazzesco, come palla­gol mangiata, quella di Montolivo che De Rossi e Cassano non sono riusciti a deviare sulla linea di porta.

GIOCO SENZA GOL - L’Italia era bella e convin­cente fino al limite dell’area. Dentro era trop­po calda, troppo imprecisa, troppo frettolosa; lucida nella costruzione del gioco, stordita nella finalizzazione. Ci sono stati dei momen­ti, delle situazioni, in cui sembrava che Ros­si e Cassano lavorassero in rifinitura per un centravanti che non c’era. La gente, soffren­do, si divertiva. Ci sono state punte di spetta­colo nella manovra che portava gli azzurri nell’area slovena, con le idee di Pirlo, con­trollato da vicino da Vrsic, e soprattutto con gli attacchi a sinistra di Balzaretti, uno dei migliori terzini sinistri d’Europa: non ha sba­gliato un cross. Nel primo tempo, la Slovenia ha tirato in porta tre volte, ma sempre da fuo­ri area; l’Italia almeno 10 volte, con sei niti­de occasioni per segnare. Se si somma il pri­mo tempo delle Far Oer a quello di Firenze, si arriva a una quindicina di palle-gol sciupa­te. Record mondiale.

MARCHISIO, IL PAZZO E MARIO - Il centravanti è arrivato dopo un’ora di partita: dentro Pazzi­ni, spinto in campo dal boato della Fiesole che lo ricordava giovane bomber viola, fuori Cassano che nella ripresa si era afflosciato. Prima Prandelli aveva cercato di migliorare il centrocampo con Marchisio al posto di Thiago Motta, mossa giusta, anche se ora i li­miti della condizione fisica stavano affioran­do.
Riprendendo il filo nero del primo tempo, l’Italia si è superata con 3 gol falliti nella stes­sa azione, due volte De Rossi (ma sul roma­nista c’era anche una trattenuta da rigore di Cesar) e poi Rossi. Prandelli voleva vincere e al 31' ha portato a 3 il numero degli attac­canti con Balotelli a sinistra nel tridente, al posto di Montolivo che si era spento tutto in­sieme. Mario è entrato in partita quando non c’era più spinta, poteva perdersi, rassegnar­si al ritmo basso che portava allo 0-0, invece ha dato una spallata alla partita. E’ stato lui a portare l’ultimo assalto, quello che la dife­sa slovena non poteva reggere, spinto dall’en­tusiasmo di Firenze. I tre cambi di Prandel­li sono stati decisivi nell’attimo decisivo: cross di Marchisio, Balotelli e Pazzini sono saltati insieme ed è stato l’interista a girare la palla sotto la traversa. Finalmente è evapo­rato il senso di ingiustizia che stava oppri­mendo questa partita.

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