GASPORT (A. FROSIO) - Cento milioni parcheggiati in panchina. Anche di più, se alla somma si aggiungono i mostruosi ingaggi. È il conto in perdita che riguarda Ricardo Kakà, pagato complessivamente 67 milioni due stagioni fa dal Real Madrid (a 9 milioni netti all'anno), e Mario Balotelli, finito al Manchester City dodici mesi fa per 28 milioni (con uno stipendio da 3,5 milioni).
Il bonifico a fine mese continua ad arrivare puntuale, ma il campo ormai lo vedono poco: per loro, non sembra esserci più posto. Ma cederli non è semplice.
Riserva d'oro - Il ruolo di Kakà nel Real Madrid lo ha definito chiaramente José Mourinho alla vigilia dell'esordio nella Liga 2011-12: «Kakà quest'estate non ha saltato un allenamento, ha giocato molto nelle amichevoli, poco nelle partite ufficiali. La mia prima scelta è Özil, ma sono felice di avere un giocatore come Kakà al mio fianco in panchina». Dove Ricky si è ormai accomodato stabilmente da un annetto: un infortunio al ginocchio, nell'agosto 2010, lo ha tenuto fuori quattro mesi, e nel frattempo è arrivato Özil, che gli è passato davanti. Appena 14 presenze nell'ultimo campionato, anche se condite da 7 gol. E ieri, partito dalla panchina, ha timbrato subito, da vero Kakà. Insomma sta bene, ed essendo considerato una riserva è facile pensare che adesso potrebbe essere lui a voler cambiare aria. Ma anche se il suo valore di mercato è in perdita rispetto a due anni fa, il Real non vuole rimetterci troppo. Il Milan, da sempre sensibile al richiamo affettivo degli ex in difficoltà (ricordate Shevchenko?), non ha mai smesso di pensarci («Se tornasse saremmo tutti felice», ha ammesso capitan Ambrosini pochi giorni fa). Ma i costi sono quasi proibitivi. L'Inter, a inizio estate, stava progettando il clamoroso scippo al Milan, su suggerimento di Leonardo: non se n'è fatto nulla perché l'ex tecnico poi ha scelto il Paris Saint Germain. Ora Leo avrebbe i mezzi per mettere Ricky nel motore, se non fosse che in quel ruolo ha già preso Pastore, un simil-Kakà. Alla lista delle pretendenti si sono aggiunte le inglesi Tottenham e Arsenal, ma anche per loro l'operazione è finanziariamente difficile. Intanto, Kakà parte dalla panca.
Il bad boy - In panca rischia di finirci spesso anche Mario Balotelli. È arrivato in Inghilterra un anno fa con la fama di bad boy ma anche come uno dei più limpidi talenti prodotti dal calcio italiano. Una Premier dopo, è rimasto solo il bad boy. E Roberto Mancini, ormai costretto a vincere, non può più aspettarlo. Così nel frattempo ha portato al City Dzeko (a gennaio), poi Sergio Aguero e per ultimo Samir Nasri. Mario ha giocato soltanto il Community Shield perso con lo United, quando il Kun era in vacanza e Nasri indossava ancora la maglia dell'Arsenal. Poi, basta. Risultato: Manchester City a punteggio pieno dopo tre partite di Premier, Dzeko capocannoniere, Aguero imprendibile e Nasri uomo assist. Minuti giocati da Mario in tre partite di campionato: zero. E vicino a sé, in panchina, ha pure Tevez, che se restasse sarebbe il primo cambio in attacco. «A Manchester non sto bene, non mi piace la città», è il giudizio di Balo che presupporrebbe un addio già scritto. Ma chi se lo prende un piantagrane che guadagna come un top player?
Il bonifico a fine mese continua ad arrivare puntuale, ma il campo ormai lo vedono poco: per loro, non sembra esserci più posto. Ma cederli non è semplice.
Riserva d'oro - Il ruolo di Kakà nel Real Madrid lo ha definito chiaramente José Mourinho alla vigilia dell'esordio nella Liga 2011-12: «Kakà quest'estate non ha saltato un allenamento, ha giocato molto nelle amichevoli, poco nelle partite ufficiali. La mia prima scelta è Özil, ma sono felice di avere un giocatore come Kakà al mio fianco in panchina». Dove Ricky si è ormai accomodato stabilmente da un annetto: un infortunio al ginocchio, nell'agosto 2010, lo ha tenuto fuori quattro mesi, e nel frattempo è arrivato Özil, che gli è passato davanti. Appena 14 presenze nell'ultimo campionato, anche se condite da 7 gol. E ieri, partito dalla panchina, ha timbrato subito, da vero Kakà. Insomma sta bene, ed essendo considerato una riserva è facile pensare che adesso potrebbe essere lui a voler cambiare aria. Ma anche se il suo valore di mercato è in perdita rispetto a due anni fa, il Real non vuole rimetterci troppo. Il Milan, da sempre sensibile al richiamo affettivo degli ex in difficoltà (ricordate Shevchenko?), non ha mai smesso di pensarci («Se tornasse saremmo tutti felice», ha ammesso capitan Ambrosini pochi giorni fa). Ma i costi sono quasi proibitivi. L'Inter, a inizio estate, stava progettando il clamoroso scippo al Milan, su suggerimento di Leonardo: non se n'è fatto nulla perché l'ex tecnico poi ha scelto il Paris Saint Germain. Ora Leo avrebbe i mezzi per mettere Ricky nel motore, se non fosse che in quel ruolo ha già preso Pastore, un simil-Kakà. Alla lista delle pretendenti si sono aggiunte le inglesi Tottenham e Arsenal, ma anche per loro l'operazione è finanziariamente difficile. Intanto, Kakà parte dalla panca.
Il bad boy - In panca rischia di finirci spesso anche Mario Balotelli. È arrivato in Inghilterra un anno fa con la fama di bad boy ma anche come uno dei più limpidi talenti prodotti dal calcio italiano. Una Premier dopo, è rimasto solo il bad boy. E Roberto Mancini, ormai costretto a vincere, non può più aspettarlo. Così nel frattempo ha portato al City Dzeko (a gennaio), poi Sergio Aguero e per ultimo Samir Nasri. Mario ha giocato soltanto il Community Shield perso con lo United, quando il Kun era in vacanza e Nasri indossava ancora la maglia dell'Arsenal. Poi, basta. Risultato: Manchester City a punteggio pieno dopo tre partite di Premier, Dzeko capocannoniere, Aguero imprendibile e Nasri uomo assist. Minuti giocati da Mario in tre partite di campionato: zero. E vicino a sé, in panchina, ha pure Tevez, che se restasse sarebbe il primo cambio in attacco. «A Manchester non sto bene, non mi piace la città», è il giudizio di Balo che presupporrebbe un addio già scritto. Ma chi se lo prende un piantagrane che guadagna come un top player?
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