GASPORT (M. MALFITANO) - DIVENTA FAN DI CALCIOPAZZO - Povero Napoli! Una mazzata così fa davvero male. Cinque gol sono tanta roba, ma un'attenuante c'è: quando ti ritrovi contro la migliore squadra al mondo, fai fatica a limitare i danni, soprattutto quando in campo si depongono troppo in fretta le armi. Proprio quanto ha fatto il collettivo di Walter Mazzarri, travolto dal Barcellona 2 schierato da Guardiola nella prima parte della gara, che si è aggiudicato il trofeo Gamper.
Sia ben chiaro, la batosta era prevedibile conoscendo la grande qualità del Barcellona che si è aggiudicato la Supercoppa spagnola, battendo il Real Madrid. E di certo non sono queste le partite che potranno fare testo per le ambizioni del Napoli anche se, potenzialmente, potrebbe ritrovarsi a sfidare i catalani in Champions League. Mazzarri si è augurato un sorteggio migliore. E ha ragione, perché sul piano della qualità il suo Napoli non è competitivo per certi livelli. Lo show di Leo Messi tra quel nugolo di difensori allo sbando ha evidenziato il problema a cui Mazzarri dovrà presto mettere mano.
Illusione Quella napoletana è tutta racchiusa nei primi 10 minuti, quando Lavezzi prova a sorprendere la difesa catalana con un paio di ripartenze veloci, mentre sulla destra, Maggio sembra poter tener testa a Adriano. E da un cross dell'esterno che nasce il gol capolavoro di Cavani (9'), in rovesciata, annullato per un fuorigioco di Hamsik. E finisce qui la partita del Napoli, tradito dai suoi difensori e da un centrocampo confuso dal gran movimento di Thiago e Iniesta.
Messi in panchina Guardiola lascia in panchina Leo Messi e schiera Fabregas nel tridente offensivo, mentre Mazzarri si affida a quella che dovrebbe essere la formazione titolare per l'esordio in campionato col Genoa che, comunque, sul finire del primo tempo perde Britos: sospetta frattura del metatarso per l'ex bolognese che ne avrà per un mese. Ma non bastano le assenze di Messi, Busqué, Dani Alves a rasserenare il Napoli. Ogni qualvolta il Barça affonda, il pericolo è imminente. Così Maggio deve cedere il passo all'affondo di Adriano che trova Fabregas tutto solo al centro dell'area (25'): semplice semplice il tocco in rete del neo arrivato. Cannavaro e Britos soffrono i tagli di Villa, mentre Campagnaro prova a chiudere gli spazi per gli inserimenti di Thiago in maniera abbastanza decisa.
Stregati da Iniesta Inesistente o quasi il centrocampo napoletano. Inler è soltanto l'ombra di quel giocatore che avrebbe dovuto garantire quel pizzico di qualità in più in mezzo al campo. Ancora peggio Dzemaili. I due restano ipnotizzati dalla maestria di Iniesta, da quelle giocate che piegano del tutto la resistenza del collettivo di Mazzarri. Ed è l'estro del centrocampista catalano che apre al gol di Keita (31') pescato con un delizioso pallonetto dal compagno e con un tocco di testa supera De Sanctis. La resa del Napoli è imbarazzante. E lo diventa ancora di più nel secondo tempo.
Messi show E' un bel vedere questo Barcellona. Guardiola inserisce Pedro ed in due minuti, i blaugrana colpiscono tre pali con lo tesso Pedro ed il giovane Cuenca. La capitolazione del Napoli è vicina. Non c'è più reazione, l'unico che prova ad infastidire la difesa avversaria è il solito Lavezzi, ma è troppo solo lì davanti, nemmeno Cavani ne supporta le ripartenze. Il tripudio del Camp Nou è tutto per Leo Messi. Entra dopo 12 minuti dall'inizio della ripresa e trova il tempo per acuire ancora di più la crisi della difesa napoletana. Da una sua punizione (16') nasce il gol di Pedro, pronto a ribattere in rete la respinta della traversa. Poi, la pulce fa tutto da solo, vuole gol e gloria e trova tutto in rapida successione. Al 20', quando chiude in gol la triangolazione con Pedro ed al 31' quando va via da solo e batte De Sanctis con un diagonale di sinistro. Il dado è tratto, dalla panchina Mazzarri getta la spugna, provvedendo ad una serie di sostituzioni. La notte di Barcellona resta un premio per tutti, al di là della mortificazione subita sul campo.
Sia ben chiaro, la batosta era prevedibile conoscendo la grande qualità del Barcellona che si è aggiudicato la Supercoppa spagnola, battendo il Real Madrid. E di certo non sono queste le partite che potranno fare testo per le ambizioni del Napoli anche se, potenzialmente, potrebbe ritrovarsi a sfidare i catalani in Champions League. Mazzarri si è augurato un sorteggio migliore. E ha ragione, perché sul piano della qualità il suo Napoli non è competitivo per certi livelli. Lo show di Leo Messi tra quel nugolo di difensori allo sbando ha evidenziato il problema a cui Mazzarri dovrà presto mettere mano.
Illusione Quella napoletana è tutta racchiusa nei primi 10 minuti, quando Lavezzi prova a sorprendere la difesa catalana con un paio di ripartenze veloci, mentre sulla destra, Maggio sembra poter tener testa a Adriano. E da un cross dell'esterno che nasce il gol capolavoro di Cavani (9'), in rovesciata, annullato per un fuorigioco di Hamsik. E finisce qui la partita del Napoli, tradito dai suoi difensori e da un centrocampo confuso dal gran movimento di Thiago e Iniesta.
Messi in panchina Guardiola lascia in panchina Leo Messi e schiera Fabregas nel tridente offensivo, mentre Mazzarri si affida a quella che dovrebbe essere la formazione titolare per l'esordio in campionato col Genoa che, comunque, sul finire del primo tempo perde Britos: sospetta frattura del metatarso per l'ex bolognese che ne avrà per un mese. Ma non bastano le assenze di Messi, Busqué, Dani Alves a rasserenare il Napoli. Ogni qualvolta il Barça affonda, il pericolo è imminente. Così Maggio deve cedere il passo all'affondo di Adriano che trova Fabregas tutto solo al centro dell'area (25'): semplice semplice il tocco in rete del neo arrivato. Cannavaro e Britos soffrono i tagli di Villa, mentre Campagnaro prova a chiudere gli spazi per gli inserimenti di Thiago in maniera abbastanza decisa.
Stregati da Iniesta Inesistente o quasi il centrocampo napoletano. Inler è soltanto l'ombra di quel giocatore che avrebbe dovuto garantire quel pizzico di qualità in più in mezzo al campo. Ancora peggio Dzemaili. I due restano ipnotizzati dalla maestria di Iniesta, da quelle giocate che piegano del tutto la resistenza del collettivo di Mazzarri. Ed è l'estro del centrocampista catalano che apre al gol di Keita (31') pescato con un delizioso pallonetto dal compagno e con un tocco di testa supera De Sanctis. La resa del Napoli è imbarazzante. E lo diventa ancora di più nel secondo tempo.
Messi show E' un bel vedere questo Barcellona. Guardiola inserisce Pedro ed in due minuti, i blaugrana colpiscono tre pali con lo tesso Pedro ed il giovane Cuenca. La capitolazione del Napoli è vicina. Non c'è più reazione, l'unico che prova ad infastidire la difesa avversaria è il solito Lavezzi, ma è troppo solo lì davanti, nemmeno Cavani ne supporta le ripartenze. Il tripudio del Camp Nou è tutto per Leo Messi. Entra dopo 12 minuti dall'inizio della ripresa e trova il tempo per acuire ancora di più la crisi della difesa napoletana. Da una sua punizione (16') nasce il gol di Pedro, pronto a ribattere in rete la respinta della traversa. Poi, la pulce fa tutto da solo, vuole gol e gloria e trova tutto in rapida successione. Al 20', quando chiude in gol la triangolazione con Pedro ed al 31' quando va via da solo e batte De Sanctis con un diagonale di sinistro. Il dado è tratto, dalla panchina Mazzarri getta la spugna, provvedendo ad una serie di sostituzioni. La notte di Barcellona resta un premio per tutti, al di là della mortificazione subita sul campo.
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